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Daniele Dell’Agnola. Il pianto censurato degli alberi
05 Agosto 2008
 

«Cut and take, some money we can make»: “taglia, piglia, possiamo fare soldi”. È una voce che emerge dal palco, in una sorta di marasma sonoro-ritmico. È l’invito dell’avido Generale a consumare, ad ab­battere la natura fino all’ultima pianta.

L’ul­timo albero è il titolo di una poesia teatra­le- acrobatico- ritmica, una produzione della Compagnia teatro Di­mitri, che compie que­st’anno i suoi 30 anni.

L’idea è di Dimitri, la regia della figlia Ma­sha, gli attori sono Lui­sa Braga, Paul Del Bene, Ulrike Kinbach, Martin Hommel e Ge­rardo Tetilla.

 

visto a teatro

Cinque personaggi, quasi dei folletti, fiabeschi e molto ben caratterizzati, formano una comunità in­timamente legata al bosco e all’albero attorno al quale vive. Essi resistono inutilmente all’attacco de­gli uomini che, sotto gli ordini di un Generale, cari­catura di un generico capo nazista, tagliano conifere a gogò. Il pubblico percepisce precisamente che “qualcosa più forte di noi sta cambiando l’equilibrio” della terra e per una buona mezz’ora passeggiamo nei sentieri espressivi del teatro. È un’idea forte per denunciare, artisticamente, un grande problema che ci tocca. Un tempo della comicità molto riuscito, una drammaturgia già pienamente soddisfacente, trasmettono in questa prima parte dello spettacolo una bella energia, anche un poco felliniana, per la grottesca dimensione dei personaggi.

La musica, originale, eseguita dal vivo dagli stessi attori, defini­sce il “pianto degli alberi”; è una melodia che entra “come un seme piantato nella testa”.

Ad un certo punto, però, i personaggi si smasche­rano. Pur non essendoci intenti pirandelliani, gli at­tori si svelano e sul palco si delineano i componenti della compagnia teatrale che ha appena messo in scena la storia dell’ultimo albero abbattuto. La com­pagnia viene quasi interrotta perché giunge una let­tera. Lo Stato impone una censura: è proibito parla­re di cose così delicate. Il tema dell’equilibrio am­bientale e quello della censura iniziano qui un gioco scenico, rubandosi a vicenda i piani narrativi. Sco­priamo che la fiaba dell’ultimo albero è, seppur cre­dibile, un pretesto. Dunque il Censore proibisce di parlare? Allora si potrà cantare! Si comincia dacca­po con la stessa storia, ma cantata. Nuova interru­zione del Censore. Non si può nemmeno cantare! Il racconto è allora ripreso dalla compagnia con gran­de purezza mimica. Se, infine, non si potrà più nem­meno “fare teatro”, sarà quindi la volta del circo, in un’apoteosi finale, un volo in crescendo di corpi, og­getti, ritmi che sacrificano contenuto (ormai il pub­blico la storia l’ha capita), per dare spazio ad una forma che conquista finalmente i favori del Censore. Nell’ultimo albero il teatro è l’ultimo rifugio, un cerchio raccolto ed estremamente significativo (come quello di Verscio, accogliente, impregnato di storie) per dire e svelare ancora una volta, con legge­rezza e senza cattiveria, le debolezze e le imperfezio­ni della natura umana attraverso la delicata manife­stazione di corpi poetici. È uno spettacolo da non perdere, bello veramente, può nutrire spettatori di ogni tipo: famiglie, bambini, adulti, donne e uomini colti, persone che non vanno mai a teatro.

Dimitri spiega, nella presentazione del concetto: «Alcuni anni fa avevo già scritto per la nostra Com­pagnia un pezzo simile. Quello che mi aveva ispirato ai tempi era questa incredibile situazione, di circa 300 anni fa, che si era avverata a Parigi, dove ai comme­dianti del Théâtre du Boulevard era stato proibito di usare la parola, costringendoli in breve tempo ad uti­lizzare la pantomima».

So per certo che venerdì primo agosto la Compa­gnia teatro Dimitri, di fronte ad un foltissimo pub­blico in visibilio, non è stata interrotta da alcun cen­sore. Forse, però, un poco di censura, leggera e sotti­le come l’aria che respiriamo… la potremmo misu­rare anche nella libera, neutrale e democratica Sviz­zera. Perché, da Caino in poi, chi ha potere se lo gio­ca come può o, come dire, secondo il proprio “lume”.

 

Daniele Dell’Agnola

(da La Regione Ticino, 4 agosto 2008)

 

 

Link Compagnia teatro Di­mitri

www.teatrodimitri.ch/frame_it.htm


 
 
 
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