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Uri Caine Ensemble Plays Mozart (Winter & Winter) 2006
18 Gennaio 2007
 
Musicians Compositions
Uri Caine [piano]
Joyce Hammann [violin]
Chris Speed [clarinet]
Ralph Alessi [trumpet]
Nguyên Lê [guitar]
DJ Olive [turntables]
Drew Gress [double bass]
Jim Black [drums] 
 
      1.      Piano Sonata in C major, first movement K 545
      2.      Symphony 40 in g minor, first movement K 550
      3.      Symphony 41 in C major, second movement K 551
      4.      Clarinet Quintet in A major, fourth movement K 581
      5.      Piano Sonata in C major, second movement K 545
      6.      Sinfonia Concertante in E flat major, third movement K 364
      7.      "Batti, batti, o bel Masetto" (Don Giovanni) K 527
      8.      "Bei Männern, welche Liebe fühlen" and "Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen" (Zauberflöte) K 620
      9.      Turkish Rondo (Piano Sonata in A major) K 331
 10.      Piano Sonata in C major, third movement K 545
 
total time: 76:18
 
 
All compositions by Wolfgang Amadeus Mozart adapted by Uri Caine
 
Le rielaborazioni in chiave jazzistica di celebri spartiti classici sono praticate da sempre nell'ambito musicale. Non sempre però i risultati sono all'altezza, e, se si escludono alcuni precedenti famosi e riusciti (ad esempio Duke Ellington con lo Schiaccianoci di Tchaikovski, il Modern Jazz Quartet con le fughe di Bach, Miles e Gil con Porgy and Bess ed il Concerto di Aranjuez, Rava con la Carmen), il più delle volte abbiamo assistito ad opere estemporanee e presto dimenticate. Questo fino all'avento di Uri Caine.
Il pianista di Filadelfia ci ha abituato oramai a riletture di diversi classici. e, quasi sempre è riuscito a sorprenderci con buon gusto, idee innovative e spiazzanti. Le Goldberg Variations di Bach, presentate più volte anche in Italia, segnano a mio parere il culmine della capacità di rileggere il passato rilanciandolo nel futuro con suggestioni, strumentazione e ritmi assolutamente alieni a Bach ma anche altrettanto assolutamente aderenti alla poetica insita nelle 32 variazioni dedicate a Goldberg.
Ultimo in ordine di tempo, esce su commissione dell'Univesità di Città del Messico il nuovo album dedicato a Mozart, prodotto da Winter & Winter ad Amsterdam nell'ambito dell'Holland Festival. Nel disco il pianista ha ricreato alcune delle più famose arie e composizioni di Mozart servendosi di un organico oramai collaudato con la sola novità della sanguigna e roccheggiante chitarra di Nguyen Le. Pagine operistiche (Don Giovanni e Il flauto magico), sinfonie e sonate per piano vengono metabolizzate e restituite all'ascoltatore con tutte le tipiche caratterizzazioni della scrittura di Caine. In particolare, l'aria più famosa del Flauto Magico si accende di nuovi colori grazie al particolare adattamento che vede un drumming incalzante ed ossessivo di Black, sostenuto ed amplificato dalla chitarra elettrica di Le. E c'è da dire che la bellezza insita nella melodia non ne viene minimanente scalfita. La Marcia Turca inizia con voci e suoni che richiamano l'oriente e l'Islam, poi un ruolo da protagonista lo assume il clarinetto di Speed, restituendoci una immagine di Mozart trasfigurata ma palpitante ed attuale. I musicisti sono in egual misura protagonisti, ma un ruolo di spicco compete proprio al pianista, protagonista di tre magnifiche riletture in solo, una per ogni movimento del Piano Sonata n. 16, K545, di straordinaria ispirazione. Black e Le spingono sul versante ritmico, tanto da portare spesso l'atmosfera a livelli incandescenti. Notevole anche il contributo di Alessi e di Speed, sopratutto in fase improvvisativa, mentre il DJ Olive si ritaglia come sempre il ruolo di guastatore. L'album passa e ripassa nel mio lettore, e pur scoprendo nuovi contorni ad ogni passaggio non mi pare ascendere ai livelli massimi di scrittura e di interpretazione che Caine ha raggiunto nelle celebrate Goldberg Variations.
Per una valutazione più completa sarebbe interessante visionare il gruppo dal vivo, cosa possibile per il momento solo andando negli Stati Uniti dove in questo mese l'Ensemble si esibirà a New York e Chicago.
Il progetto è comunque di assoluta rilevanza, colto e raffinato e nello stesso tempo spregiudicato e personale. Segnalo una esaustiva e interessante intervista (in inglese) a Uri tratta da Allaboutjazz con link e rimandi effettuata nello scorso ottobre da Paul Olson.
 
Roberto Dell’Ava
 
VALUTAZIONE: * * * *

 
 
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