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A. Torreguitart. Sempre Ventisei!
 
Commenti presenti : 27 In questa pagina : da 21 a 27
   31-07-2008
e brizzi sarebbe uno scrittore?ma per favore lupi.ho amato bukowski che sono andato a trovare fino a san pedro,quello si che era cazzuto.la smetta di darci consigli letterari come se avesse "l'esclusiva della lettura".quanto al fatto che i cubani vivono in dittatura,io non l'ho mai negato.
marcello



marcello   
 
   31-07-2008
L’incrocio di “Cuatro Caminos” per anni fu chiamato l’incrocio di Santiago perchè fu, hai tempi coloniali, la prima via che collegava con l’entroterra. Univa l’Avana Vecchia con Santiago de Las Vegas e Bejucal, da dove partì il secondo tratto (1839) della prima ferrovia dell’America (1837) che si fermava a Güines, passando per vari zuccherifici; tra questi, quello del mio paesino.
Caro Lupi, con la parola Santiago, semplicemente ho voluto (senza risultati) iperbolizare ironicamente a proposito di permessi. Che colpa ho se sono incapace di capire le iperbole e ironia di Torreguitart. E mi sembra che non sono l’unico, visto che anche lei ha affermato: «è obbligatorio andare [in piazza], pena il licenziamento dal lavoro o altre sanzioni.» Sono contento: almeno siamo in due.

Leonardo Mesa   
 
   31-07-2008
Vedo che non si vuole o no si può capire che la letteratura aiuta; ha aiutato sempre a capire la realtà drammatizzando o sdrammatizzando.
Ci vuole, solo senso di gisutizia, buona volontà e pure un minimo di fantasia, no per cercare di capire la realtà cubana, per capirla, cosa che non è difficile.
Gli italiani che hanno vissuto il fascismo per meno di 25 anni, se volessero il bene dei cubani, potrebbero al meno cercare di capire che si tratta di un popolo che vive una dittatura, con tutto quello che comporta per mezzo secolo.
Torreguitart è uno scrittore e non non scrive per i castristi. Cabrera usva in ogni frase l'ironia e senza dubbio era fino alla sua morte il più grande narratore cubano.
Rispettare gli opinioni è un dovere, ma non concedere più credibilità alla dittatura, che ai suoi avversari che usano come arma solo la parola per denunciare.
Enrique   
 
   31-07-2008
è vero che torreguitart è ironico,e quando lo è lo apprezzo.Però qualche volta,non so se per ironia o per altro,dice cose che non hanno molto legame colla realtà.Mi spiego.Afferma,non credo ironicamente,che le riforme economiche a cuba sono finite.Chi glielo ha detto?Nel discorso di raul non c'è nulla di ciò.Probabilmente preferisce alcune riforme,che a cuba non possono passare,e ritiene che tutto il resto riforma non sia.Ma è indubbio che in 5 mesi di governo effettivo raul ha realizzato almeno sul piano legislativo,che è la base per ogni riforma reale,molto.Con fidel al potere,questo è un fatto,non sarebbero stati eliminati i limiti ai salari,i maestri non avrebbero avuto il cumulo tra pensione e salario,e,soprattutto,non sarebbe stata fatta una legge che garantisce ai contadini terre in usufrutto.Le altre riforme,cancellazione della tarjeta blanca,eliminazione della doppia moneta e diritto di acquistare un'auto e,forse,vendere la propria casa,arriveranno.Queste sono state le richieste della gente nelle assemblee popolari dopo il 26 luglio 2007 e queste riforme ci saranno.E'poco?,vedremo nel tempo se serviranno a migliorare le condizioni dei cubani.
nino   
 
   31-07-2008
1) La narrativa di Torreguitart è ironica, non vuole essere letteraria ma ricorre al parlato, al gergo popolare. Esistono molti esempi di scrittura simile anche nella narrativa italiana, basta andarseli a vedere (Brizzi, Nori, Nove...). Logico che possa non piacere.

2) Torreguitart usa l'iperbole. Fa narrativa, non fa cronaca. I suoi sono racconti ironici. Certo che non ci vuole il permesso per andare a Cuatro Caminos (lui dice Cuatro Caminos - quartiere dell'Avana dove c'è un mercato - non Santiago), è un'esagerazione voluta. Il permesso - come si sa bene - serve per uscire dal Paese ed è cosa contraria ai diritti umani, alla libertà di movimento.

Gordiano Lupi   
 
   30-07-2008
che scrittura di basso livello!volgare,stupida ,offensiva.
marcello

marcello   
 
   30-07-2008
Torreguitart che avoca per l’obiettività sostiene che chi non va in piazza perde il lavoro e che per andare a Santiago ha bisogno di permesso. Ironico!
Torreguitart che avoca per la libera espressione ritiene siano ubriaconi, rincoglioniti, rimbambiti o fessi coloro che la pensano diversamente. Bravo!

Leonardo Mesa   
 
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