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Yoani Sánchez. La mitica Scuola cubana | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 21 a 30 | 31-05-2008 | la mia affermazione era riferita all'esperienza diretta di persone che frequento. in campo tecnico-scientifico i percorsi universitari cubani sono non paragonabili a quelli occidentali.
ma tutto questo è in linea con il livello di sviluppo del paese. malgrado la pubblicistica di parte, in genere resa bugiarda dalla parzialità politica, Cuba resta un paese che si muove tra il secondo ed il terzo mondo.
a conti fatti... i miracoli della rivoluzione cubana sono davvero miracoli....
ossia non ci sono quasi mai... e li vedono in pochi.
Massimo | 31-05-2008 | i cubani possono fare i camerieri in italia,perchè le loro lauree non sono riconosciute dallo stato italiano.Solo per questo motivo.Come le lauree italiane non sono riconosciute da cuba.Che i laureati cubani siano meno informati di quelli italiani è una convinzione di massimo,non supportata da nessuna prova. nino | 31-05-2008 | i laureati cubani fanno i camerieri a Cuba perché il modello economico castrista è stato (sempre) un fallimento totale. quindi si guadagna di più con le mance dei turisti.
i laureati cubani fanno i camerieri in Italia perché gran parte dei percorsi universitari cubani sono impresentabili nei contesti occidentali. Massimo | 30-05-2008 | sarebbe meglio se uno riuscisse a campare con il lavoro che riesce a fare meglio.Ma non mi sembra una vergogna che un professore di spagnolo per campare faccia anche il cameriere,se questo gli permette,almeno a cuba,di essere ben remunerato. nino | 30-05-2008 | Non sono qui a difendere Batista. Difenderei pure io l'indifendibile. Ha ragione Leonardo Mesa che la situazione scolastica è cambiata in meglio. Insisto nel dire che Virgilio Pinera non era raccomandato da nessuno, era figlio di contadini e si è laureato per merito di una borsa di studio. Castro e molti studenti avaneri si sono mossi contro Batista, prima di loro lo ha fatto Chibas (decidendo di suicidarsi in diretta), tutti erano contro Batista. Per questo la Rivoluzione Cubana è stata la Rivoluzione di tutti. Peccato che non lo sia rimasta e che negli anni sia diventata soltanto la Rivoluzione di Fidel. Con la Rivoluzione tutto. Fuori della Rivoluzione niente! Aggiungo che adesso è più facile laurearsi per tutti, ma è anche vero che un ingegnere deve fare il tassista per campare. Ho conosciuto un professore di spagnolo che serviva in tavola alla mensa di ricchi turisti. Sono questi i meriti della Rivoluzione?
Gordiano Lupi Gordiano Lupi | 29-05-2008 | Chiarissimo Dargy peccato che non sia vero. tytti | 29-05-2008 | È vero che sotto Batista (e anche prima) il figlio di un operaio o di un contadino si poteva laureare; però, quanti e a quale prezzo? Accedere all’università in quei tempi era possibile solo se molto benestante o se ben raccomandato politicamente. Una piccola quantità era riservata alle borse di studio, destinate ai poveri che raccomandati dai ricchi o dai politici, ai ricchi di notevole scarsità e ai poveri di spiccata intelligenza. Questi ultimi, in bassissima proporzione.
L’università (professori inclusi) era dominata da bulli armati. In fatti, il figlio di un gran proprietario terriero, fu mezzo da parte, minacciato e le fu vietato di entrare. Per potere mettere piedi e si è dovuto armare anche lui. Il giovane intimidito si chiama Fidel Castro.
Per entrare e all’università cubana e laurearsi non c’è più bisogno di soldi, di raccomandazione, di vendere tessere elettorali, né di denunziare qualcuno; si entra, in PRIMO luogo, per aptitud (predisposizione naturale, capacità, intelligenza) e, SECONDO, per actitud (comportamento, disposizione, atteggiamento). L’actitud come integralità umana: rispetto, generosità, solidarietà e patriottismo. Nel caso politico, basta (secondo legge) non contribuire all’Embargo al servizio di una potenza straniera, Stati Uniti al primo posto.
Non è vero assolutamente che l’integrità ideologica va sopra il merito scolastico. Nello scalone, per accedere alla università, si comincerà a valutare la integralità del individuo; non basterà essere genio, si dovrà essere anche “buon” genio. Nello scalone per i posti di lavoro dopo la laurea, dagli anni 80 (credo), si usa questo metodo; nonostante, gli “integrali”non avanzavano i “secchioni” più di 0,1 a 0,3 punti su 5. Con questo metodo si è laureata… Yoani Sánchez.
L’università di masse, la valanga di laureati, la proporzione in favore delle donne 2 a 1, la garanzia di un posto di lavoro (6 mesi prima della laurea), l’abilitazione immediatamente al esercizio della professione, non hanno precedenti; sono assolute invenzioni della Rivoluzione.
Leonardo Mesa | 29-05-2008 | Difendono l'indifendibile.
Considerando ragionevole la limitazione della libertà personale e di espressione... barattate con alcune concessioni gratuite fatte dal Re barbuto.
Sì. E' vero... Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.... Massimo | 28-05-2008 | Il mio commento era riferito all'Italia e non a Cuba. Era una risposta a un altro commento. So bene che a Cuba un figlio di operaio può laurearsi. Non sono un mistificatore della realtà. A onor del vero poteva laurearsi anche sotto Batista, pure allora erano previste borse di studio e facilitazioni per i meritevoli. Andatevi a rileggere la vita di Virgilio Pinera, figlio di poveri contadini che prende la laurea grazie alle prebende per i più meritevoli. Non è una novità comunista. Qui si sta dicendo che a Cuba viene premiata più l'integrità ideologica che il merito.
Gordiano Lupi Gordiano Lupi | 28-05-2008 | Io dico che se esiste al mondo un regime simile a quello fascista strutturato da Benito Mussolini è proprio quello cubano di Fidel Castro.
L'idea della scuola come elemento base per l'asservimento dei pensieri, la logica della rivoluzione continua, il partito (più dello Stato) presente nei meccanismi fondamentali dell'economia, la funzione del leader, la limitazione della libertà di stampa e di espressione in genere, la polizia politica...
Se in alcuni di voi ci fosse più onestà intellettuale questo sarebbe evidente... e sarebbe più semplice, ed utile, scambiarci opinioni.
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