-Chi impersono io?- detto da un attore non lascia equivoci. Significa: -Quale parte sto facendo?-.
-Chi impersòno io?- detto da un altro personaggio è inusuale. Significa:
-Che persona concreta sono? che cosa c’è sotto alla maschera che vedete?- È una domanda molto più difficile alla quale voglio rispondere prima che un altro mi sorprenda obbligandomi ad essere...
Intendiamoci; uso ‘obbligandomi’ a rivelare che viaggio da molto tempo col comandamento: -sii vero e non recitare mai più una parte-.
Ho adottato il motto, questa ‘maglietta’ -per stare con Hesse (Siddarta)- da 18 anni ormai; dal 1991, quando entrai in coma da emorragia cerebrale per stress.
Dal novembre 2009 ho cominciato a percepire la pensione come invalido civile al 85%.
Sono: ‘Invalido mentalmente’!
-Che roba è?-
Una persona dichiarata dai medici ‘incapace di tradurre in realtà i suoi progetti, salve le funzioni vitali di sopravvivenza (del vivere da solo)’.
Con questo punto di vista, posso scrivere libero di dover giustificare una parte rappresentata, dal momento che da tempo giro senza lo scafandro protettivo di un ruolo sociale ben definito.
Ricordate Lo scafandro e la farfalla? Quel film della storia del creativo del mondo della moda colpito da un ictus che lo immobilizza in ogni muscolo; gli resta libero un solo occhio col quale comunica con l’esterno e riesce a godere finalmente delle meraviglie della vita che prima passava senza gusto!
Mi piace comunicarvi l’ultima gioia intensa: la visione de La battaglia dei tre regni di John Woo. Andate a vedere questo bellissimo film cinese, una fiaba meravigliosa che renderebbe pieni di gioia Visconti e Fellini insieme. Poesia pura.
Ecco, se impersono uno capace di convincervi ad andar a vederlo per farvi compartecipi della gioia che dà, io sono contento.
Soprattutto, amerei discutere con voi della cerimonia del tea che riassume il punto di vista cinese su -amore e morte-.
La seconda tazza che tracima è la morte.
Mentre si trovava in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore gli venne incontro e cercò di farlo morire. (Esodo, 4 24)
Carlo Forin