Pietro Palau Giovannetti (foto), oltre ad essere il coraggioso Direttore Responsabile del nostro giornale on line (www.lavocedirobinhood.it, ndrTF) è tra i padri fondatori del Movimento per la Giustizia Robin Hood e della rete di Avvocati senza Frontiere, organizzazioni no profit che, da oltre 20 anni, si battono per l'affermazione del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e una giustizia pulita libera dagli interessi delle mafie e delle corporazioni, sostenendo quella parte sana e assolutamente minoritaria della magistratura, che non si presta a legittimare gli abusi che quotidianamente vengono perpetrati nelle aule di giustizia, dai poteri dominanti nei confronti dei cittadini più deboli e indifesi.
A fronte del suo costante impegno civile e delle sue coraggiose denunce nei confronti dei cd. “poteri forti” Pietro Palau Giovannetti ha subito oltre 750 procedimenti penali e richieste risarcitorie miliardarie con le accuse più disparate e capziose per pseudoreati di natura prettamente ideologica, scaturenti dalle sue stesse denunce mai esaminate o dai suoi taglienti articoli e inchieste giornalistiche, i cui procedimenti nella stragrande maggioranza dei casi si sono conclusi con assoluzioni con formula piena o, diversamente, con archiviazioni de plano per manifesta infondatezza delle notizie di reato.
Tra i tanti “procedimenti-farsa” sollecitamente istruiti a suo carico a tempi di giustizia scandinava dalle Procure e Corti di Appello di mezza Italia (da Torino, Treviso, Milano, Brescia, Trento, Trieste, Venezia, Alessandria, Bologna, Firenze, Roma, Palmi, Reggio Calabria), si registrano anche due singolari richieste di “perizie psichiatriche”, da parte delle Procure di Milano e Torino, nonché della Procura Generale di Milano, proprio come in uso nelle ex dittature dei Paesi dell'Est.
Per la mole di attività persecutorie a cui è stato sottoposto la sua figura è stata paragonata a quella di Danilo Dolci, pacifista nonviolento, che, come lui, dal 1952, dedicò la sua vita alla causa delle persone più deboli, battendosi pionieristicamente contro le mafie e l'arretratezza sociale, politica e culturale delle Istituzioni, venendo ingiustamente arrestato e condannato per reati di opinione dalla magistratura di regime dell'epoca, tutt'oggi asservita agli interessi della politica e imprigionata nelle logiche clientelari dell'ideologia dominante. L'emblematica condanna di Danilo Dolci a due anni di reclusione venne infatti laconicamente confermata dalla Suprema Corte di Cassazione, seppure in sua difesa avessero testimoniato i maggiori intellettuali e Premi Nobel dell'epoca del calibro di Carlo Levi, Elio Vittorini, Norberto Bobbio, Lucio Lombardo Radice, Padre David Turoldo, Don Zeno, Erich Fromm e l'arringa fosse stata pronunciata dal grande giurista Piero Calamandrei, tra i padri della nostra amata Costituzione.
A seguito delle sue battaglie civili, anche Pietro Palau Giovannetti rischia oggi di finire in carcere, stante la definitività di alcune inique condanne ad oltre 5 anni di reclusione, confermate dalla Cassazione, per reati di pretesa “diffamazione” e “calunnia”, scaturenti come detto dalle sue stesse denunce, mai esaminate, nei confronti di avvocati e magistrati collusi, in grado di controllare il grande business della giustizia. Se non interverrà la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo di Strasburgo che ha già dichiarato nei mesi scorsi ammissibili i suoi ricorsi contro le sentenze di condanna per violazione delle norme sul “giusto processo”, il provvedimento di carcerazione ad anni 5 mesi 2 e gg. 17 del ns. Direttore potrebbe venire eseguito a breve.
A riguardo, si ricorda che i legali di Pietro Palau Giovannetti hanno chiesto la condanna dello Stato Italiano per violazione dell'art. 6 della Convenzione, risultando con palmare evidenza l'uso distorto dell'applicazione delle norme penali e dell'istituto della pena con restrizione della libertà personale, stante che il ns. Direttore non è di certo un delinquente abituale ma uno studioso del fenomeno della malagiustizia e un precursore dei diritti umani.
Per impedire questa grave ingiustizia alcuni avevano proposto la sua candidatura alle recenti elezioni europee, ma nessun partito né vecchio né nuovo ha raccolto l'appello.
Come fu per il caso Tortora non si tratterebbe soltanto di salvaguardare una persona onesta da una ingiusta carcerazione che incombe minacciosamente sulla sua testa per inesistenti “reati” di natura ideologica, promananti dalle sue attività nel sociale, ma di fare delle sue coraggiose e pionieristiche battaglie civili un vero e proprio cavallo di battaglia per l'affermazione di un movimento per la legalità nel ns. Paese.
Ma, molto probabilmente, la sua candidatura è troppo scomoda a chiunque e non esiste ancora una forza politica che abbia un sincero interesse a promuovere la causa della Vera Giustizia e della legalità nel nostro Paese, affermando i principi di uguaglianza e di civiltà giuridica tipici di una società civile ed evoluta.
Non siamo ancora evidentemente usciti dal degrado e dall'arretratezza socio-culturale del secolo scorso quando il pacifista triestino Danilo Dolci venne paradossalmente condannato a due anni di reclusione con il beneplacito della Corte di Cassazione, per la sua asserita “spiccata capacità a delinquere”, nonostante fosse stato più volte candidato al Premio Nobel per la Pace.
Un breve profilo di Pietro Palau Giovannetti
56 anni, sociologo e giornalista, insegna Diritti Umani e da oltre 20 anni si occupa di volontariato, dirigendo dal 2001 la rete di Avvocati senza Frontiere.
Nel 1986, a Milano, fonda il Comitato per i Diritti dei Cittadini.
Denuncia le speculazioni edilizie dei palazzinari nei quartieri metropolitani e nel centro storico, svelandone le commistioni di interessi con il potere politico e la magistratura, con la quale iniziano i primi contrasti, sfociati poi nella persecuzione da parte dell'ex Procuratore Capo di Milano, Francesco Saverio Borrelli. che attraverso suoi fedeli P.M. ne ordina ripetutamente l'arresto, richiedendone dulcis in fundo la perizia psichiatrica.
Pionieristicamente scrive e denuncia con grandi manifesti che la «Mafia ha messo le mani sulla città» (n.d.r.: cosa veramente folle...!), controllando destra e sinistra, mass media, Guardia di Finanza e Tribunali, sino alla Suprema Corte di Cassazione. Tesi che fa letteralmente schizzare i guardiani dei palazzi del potere, che non trovano di meglio che incriminare l'Autore per “calunnia”, cercando di farlo passare per pazzo; imputazione da cui verrà assolto oltre dieci anni dopo dal Tribunale di Bologna.
Dal 1990, dopo aver svolto un'ininterrotta attività di consulenza e denuncia, mettendo in luce ogni forma di abuso, da parte di politici, giudici, avvocati e pubblici funzionari corrotti, dà vita al movimento pro “mani pulite”, a sostegno della parte sana della magistratura (Falcone, Borsellino e Pool Antimafia) per il rinnovamento delle istituzioni e della stessa magistratura. Ciò sempre mantenendo le distanze dall'ex Procuratore Capo di Milano Francesco Saverio Borrelli che, insieme ad altri magistrati e al faccendiere piduista, Ing. Virginio Battanta, costruttore amico di Mario Chiesa e dell'ex Sindaco di Milano Paolo Pillitteri, risulta, tutt'oggi, essere parte offesa per il preteso reato di “calunnia”, in relazione ad una denuncia mai esaminata inviata all'ex Procuratore di Palmi, Agostino Cordova, nell'ambito delle indagini sulla massoneria deviata.
Nel 1992, il Movimento per la Giustizia si allarga in quasi tutta Italia e raccoglie oltre 250.000 adesioni, presidiando pressoché ogni giorno il Palazzaccio di Giustizia di Milano e le maggiori piazze italiane, mentre il suo fondatore Pietro Palau Giovannetti, nel silenzio della stampa di regime, continua a subire intimidazioni e minacce, anche da parte dei servizi deviati.
Nel 1993, sulla scorta delle segnalazioni e denunce di Pietro Palau Giovannetti l'ex P.M. Di Pietro e i magistrati del Pool di Milano incriminano l'allora Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Cerciello (che lo accusava di “diffamazione” e “calunnia”) e, poco dopo, anche l'insospettato ex Presidente Vicario del Tribunale di Milano, Diego Curtò, entrambi già coraggiosamente denunciati, sin dal 1989, da Pietro Palau Giovannetti (che, dapprima, veniva preso per “visionario”, fino al loro arresto e alla definitiva condanna per fatti di corruzione; quest'ultimo, come molti ricorderanno, in relazione alle tangenti Enimont e al lodo Mondadori).
Nel 1994, viene formalmente costituito il Movimento per la Giustizia Robin Hood, Onlus poi riconosciuta con decreto n. 369/99 del Presidente Regione Lombardia (in forza di ben due sentenze del TAR Lombardia: una per “obblighi di fare”), che si adopera per diffondere una etica universale dei Diritti Umani e la pace nel mondo.
Nel 1997-1999, col patrocinio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra e l'UNESCO di Parigi, Pietro Palau Giovannetti promuove la mostra umanitaria “Pittori contro la guerra”, presso la sede nazionale dell'Associazione, in Via Dogana 2, Milano, a cui aderiscono le maggiori Accademie di Belle Arti di tutta Europa, Provincia Milano, Regione Lombardia, UNICEF, Commissione Europea, Alitalia, Governo della Croazia e oltre 400 artisti da tutto il mondo (la mostra verrà poi smantellata illegalmente con violenza e minaccia dalla Polizia Municipale mandata dal Sindaco di Milano, che pretendeva la restituzione dei locali sede dell'Associazione, già negatagli da ben due sentenze del Tribunale di Milano passate in giudicato).
Il 28 ottobre 2000 l'Associazione è insignita per le sue attività umanitarie dell'alto riconoscimento dell'O.N.U. “Thanksgiving for Peace”, in occasione della giornata mondiale delle Nazione Unite, svoltasi a Milano con l'alto Patronato della Presidenza Repubblica.
Dal 4.1.2000, Pietro Palau Giovannetti è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, quale Direttore Responsabile de la Voce di Robin Hood periodico a carattere tecnico-professionale registrato presso il Tribunale i cui articoli diffusi tramite la rete internet a oltre 80.000 utenti stanno facendo tremare i poteri forti e le corporazioni di avvocati, magistrati, giornalisti e politici di regime, al soldo del potere, suscitando recentemente una escalation persecutorio-giudiziaria nei suoi confronti che sta colpendo anche alcuni avvocati aderenti alla rete di Avvocati senza Frontiere, come nel caso Treviso, ritenuti “rei” di denunciare la vasta corruzione ambientale dei Tribunali italiani e di difendere i più deboli.
Dal 2001, Pietro Palau Giovannetti dà, altresì, infatti, vita alla rete di Avvocati senza Frontiere, sull'intero territorio nazionale. Una rete di legali che opera senza scopi di lucro per difendere i più deboli dai soprusi della Pubblica Amministrazione e dalla piaga della malagiustizia, ovvero dalla troppo frequente mancanza di tutela dei cittadini, nei confronti di usura, estorsioni, fallimenti pilotati, esecuzioni immobiliari, vendite giudiziarie, sfratti, frodi processuali, patrocinio infedele, violenze su donne e minori indifesi, abusi d'ufficio e falsità ideologiche o materiali commesse da notai, pubblici funzionari e magistrati corrotti nell'esercizio delle loro funzioni istituzionali, frodi in danno dei consumatori (Banche, Telecom, AEM, ENEL, ESATRI), etc.
Attraverso “S.O.S. GIUSTIZIA”, sportello che offre orientamento e assistenza legale alle persone meno abbienti, ha seguito oltre 4.000 casi, costituendosi in giudizio, come associazione no profit, nei processi di maggiore rilevanza sociale, a tutela di interessi diffusi.
Dal 2009 una persona così rischia di finire in carcere o nel migliore dei casi agli arresti domiciliari nel silenzio dei media e della società civile.
Per ulteriori informazioni consultare il sito della Provincia di Milano:
www.associazioni.milano.it/robinhood
A cura della Redazione de
la Voce di Robin Hood