Carissima, carissimo,
la cosiddetta legge-sicurezza sta già ottenendo risultati amari su una fascia sempre più grande di poveri.
Per questo è importante e urgente, a botta calda, proporci non come oppositori politici, ma come portatori di una necessità pastorale e civile, dichiarandoci obiettori di coscienza.
L'iniziativa non presenta niente di nuovo rispetto al modo di operare di tantissime/i religiose/i e preti con le loro comunità. Semplicemente di fronte a una legge scritta e sbandierata come successo di coerenza politica, starebbe, anche formalmente, la nostra presa di posizione con relativa assunzione di responsabilità...
Questo appello va firmato a titolo personale e anche comunitario da tutte le persone con incarichi religiosi che lo condividono...
Ci diamo una settimana per raccogliere più adesioni possibili.
Onoriamo i poveri
Come scelta e impegno di vita siamo stati chiamati e mandati a dare ed essere buona notizia per i poveri. La legge-sicurezza, emanata dal Governo in questi giorni, discrimina, rifiuta e criminalizza proprio i più poveri e i più disperati. Riteniamo strumentale e pretestuosa la categoria della clandestinità loro applicata. È lo Stato che rifiuta il riconoscimento. Per chi perde il lavoro a causa della crisi, è' lo Stato che induce alla clandestinità, decidendo arbitrariamente l'interruzione della regolarizzazione. Di null'altro sono colpevoli queste persone se non di essere troppo bisognose. Per lo Stato italiano oggi è questo che costituisce reato.
Molti di noi provengono da una situazione di indigenza.
Con i fatti e non solo a parole ci riconosciamo nella umanità e nella dignità di tutte le persone che vengono colpite da questa legge iniqua; intendiamo onorare i poveri. Se non lo facessimo negheremmo le nostre persone e la nostra missione e tradiremmo le nostre comunità. Perciò dichiariamo in coscienza la nostra obiezione pubblica. Vale anche per noi “bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini” (Atti 5, 29).
Siamo incoraggiati in questa decisione, non solo in riferimento alla fede, ma anche come comuni cittadini, in ottemperanza alle leggi sottoscritte e vincolanti per lo Stato italiano: dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, alla Convenzione sullo stato dei rifugiati, alla Convenzione sui diritti dell'infanzia e alla nostra stessa Costituzione, che questa legge-sicurezza non ha tenuto in considerazione.
Perciò la nostra disobbedienza non riguarda soltanto il nostro comportamento individuale, ma faremo quanto è in nostro potere perché un numero sempre crescente di cittadini metta in atto pratiche di accoglienza, di solidarietà e anche di disobbedienza pubblica, perché nel tempo piùbreve possibile questa legge venga radicalmente cambiata.
Prime adesioni: don Albino Bizzotto, mons. Giovanni Nervo, don Gianfranco Zenatto, don Romano Frigo, don Maurizio Mazzetto, don Giuliano Giacon, suor Lucia Bizzotto, don Tiziano Dal Soglio, don Umberto Sordo, don Fernando Comi, don Agostino Rota Martir, fra Ettore Marangi, fra Francesco Zecca, padre Fabrizio Valletti, don Pierpaolo Peron, fra Salvatore Mancino, don Giordano Remondi, don Romeo Penon, don Franco Scarmoncin, fra Antonino M. Clemenza, fra Jacopo Pozzerle, don Adriano Peracchi, don Fulvio Falleni, don Fernando Fiscon, padre Gabriele Ferrari, don Giorgio De Checchi, padre Filippo Rota Martir, don Giovanni Cecchetto, don Giacomo Tolot, padre Adriano Sella, padre Diego Pelizzari, suor Donatella Lessio, padre Giovanni Piumatti, padre Giorgio Antonino Butterini, don Severino Alessio, fra Simone Bauce, don Lorenzo Baccin, padre Giorgio Padovan, padre Filippo Ivardi, padre Rosario Giannattasio, padre Antonio Germano Das, padre Nicola Colasuonno, padre Alberto Lanaro, padre Piergiorgio Lanaro, padre Giuseppe Veniero, padre Luigi Zucchinelli, don Antonio Pizzuti, padre Antonio Trettel, don Luca Facco, don Gianfranco Formenton, padre Gianalfonso Oprandi, don Giuseppe Zanon, padre Giovanni Gargano, padre Francesco Lenzi, padre Primo Silvestri, padre Loris Cattani, padre Gino Foschi, padre Franco Bordignon, padre Luigi Lo Stocco, don Gianni Gambin, fra Alberto Maggi, don Matteo Menini, padre Antonio Santini, padre Giampietro Baresi, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani del Brasile Sud, don Luigi Tellatin, padre Rino Benzoni, Direzione Generale dei Missionari Saveriani, padre Valentino Benigna, Comunità delle Suore delle Poverelle di S. Chiara a Vicenza, padre Livio Passalacqua, don Biagio Podano, suor Debora Contessi, don Mario Costalunga, don Rocco D'Ambrosio, don Daniele Vencato, suor Gigliola Tuggia, suor Ornella Ciccone, suor Giordana Bertoldi, don Emanuele Benatti, suor Maria Teresa Ricci, suor Liliana Aquilina, suor Giuliana Tosetto, fratel Arturo Paoli, padre Angelo Cupini, suor Maria Pia Bizzotto, suor Tina Primon, don Fabio Ferrari, padre Alex Zanotelli, don Felice Tenero, don Andrea Turchini, don Gianmario Baldassarri, don Cristian Squadrani, suor Graziella Grazian, suor Maria Regina Ranzato, don Erminio Pozzi, padre Paolo Costantini, don Paolo Farinella, don Antonio Ruccia, don Tarcisio Giungi, don Alessandro Crescentini...
Per adesioni e comunicazioni:
e-mail: beati@libero.it
fax: 0498070699
tel.: 0498070522
Beati i costruttori di pace
(da La domenica della nonviolenza, 26 luglio 2009)