Oggi come ieri, da sempre, in mezzo agli uomini e alle donne di questa terra e, quindi anche nella Chiesa, dentro il cuore e la coscienza dei credenti crescono insieme ‘il grano’ e ‘la zizzania’, il Bene e il Male. Coltivare il grano del Bene con gioia, tenacia, coraggio ed umiltà, riuscendo a controllare la mala pianta della zizzania, che prospera nella tristezza di una vita pervasa di egoismo, pusillanimità, arroganza, violenza e presunzione: questa è la possibilità, offerta sempre ad ognuno di noi nella libertà di scelta. Come insegna Gesù nel Vangelo, dobbiamo cercare non di estirpare questo Male, ma di conviverci fino alla fine dei tempi, quando sarà finalmente annullato con l’aiuto della Grazia divina.
A noi oggi, come agli uomini e alle donne di ogni tempo, viene chiesto di accogliere, amandolo indistintamente, il prossimo che ogni giorno la vita ci porta innanzi, perché insieme ci sforziamo di costruire la città degli uomini, rinnovando la faccia della Terra e la Chiesa stessa, sotto il segno dello Spirito, nell’attesa della Città di Dio, la Gerusalemme celeste.
L’Eternità è dentro di noi, è già in mezzo a noi. Sta a noi saperla riconoscere e apprezzare, affinché il domani non ci appaia buio e tormentoso, ma pieno di luce e di speranza senza fine. Veniamo dall’Eterno e ritorniamo all’Eterno: facciamo sì che la nostra sia già un’esperienza di vita eterna nella storia del mondo. (Piero Cappelli)
Per una Chiesa più umana
Piero Cappelli è un laico bene intenzionato che ama la Chiesa: ciò che sogniamo, ciò per cui viviamo e ci battiamo e operiamo è per fare una chiesa più umana e conoscendolo, non si può dubitare delle sue intenzioni. Sono convinto che la chiesa abbia bisogno di questi laici che sentono la chiesa casa loro. Teoricamente la chiesa rifiuta solo quelli cui la chiesa non interessa: ne ignorata damnetur si ripeteva nei tempi della preparazione del Concilio Vaticano II. E Piero ha accolto questo desiderio di fare conoscere la vita della Chiesa, non risparmiando critiche documentate dalla cura di seguire lo svolgimento delle sue iniziative attraverso tutte le informazioni a cui poteva accedere nella sua ricerca. Merita davvero un elogio sincero questa sua paziente curiosità che si può apprezzare nelle note ampie che raccolgono le citazioni delle fonti di informazione. Ad una prima lettura rapida appare evidente che la gerarchia non ha esitato a servirsi spregiudicatamente dei titolari del potere politico ed economico per i suoi fini spirituali che talvolta appaiono piuttosto privilegi che veri valori. Quando questo libro apparirà nelle librerie troverà in atto un'operazione che chiaramente si può definire disonesta: quella di sfruttare la morte di Eluana fino al punto di gettare sulle spalle del padre l'accusa di omicidio - figlicidio -, per aprire la strada a tutto il piano d'assalto contro la libertà di decidere sulla propria persona. Mentre Paolo VI rispondeva ad un quesito del Cardinale Villot nel 1970: Pur escludendosi l'eutanasia ciò non significa, obbligare il medico a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che offre la scienza infaticabilmente creatrice ... il dovere del medico consiste piuttosto nell’adoperarsi a calmare le sofferenze invece di prolungare più a lungo possibile con qualunque mezzo e a qualunque condizione una vita che non è più pienamente umana e va verso la conclusione. L'atmosfera creata intorno a questo fatto certamente non fa sperare cambiamenti nel senso che vorremmo, ma non deve scoraggiare, caro Piero, perché quanto più la Chiesa esagera nelle invasioni di campo esercitando sempre maggiore influenza, tanto più avvengono dei fatti che porteranno a dei cambiamenti nella pratica pastorale. E lo Spirito Santo crea degli spazi particolarmente mistici e appaiono dei santi che come Francesco e Antonio si oppongono ad una religiosità sbiadita e attirano a se dei seguaci mostrando che il Padre dei cieli non vuole una santità di idee, ma una santità incarnata nelle persone. L'intenzione di Dio sta in questa parole attribuite a Sant'Ireneo: “La gloria di Dio è l'uomo vivente”. Occorre solo che quelli che sinceramente amano la Chiesa, contino più nella preghiera che nella polemica. Ma allo stesso tempo bisogna sostenere i credenti a saper distinguere la Chiesa santa istituita da Gesù, dalla Chiesa umana. Come nota Cappelli, Benedetto XVI non dimostra di essere così chiaramente avversario della idolatria di mercato colpita da una condanna inequivocabile nel Vangelo: o Dio o mammona. L'idolatria di mercato non viene attaccata a viso aperto con quella chiara, coraggiosa, assoluta condanna di Gesù: Non potete servire due padroni, o Dio o il denaro. Si preferisce condannare attività di ricerca scientifica che non hanno assolutamente incidenza sulle strutture politiche e soprattutto sulle relazioni di classe, perché? Perché i titolari dei poteri politici e finanziari ottengono l'omertà della chiesa, barattandola con concessioni, privilegi e vantaggi economici. E talvolta restrizioni alla libertà dei cittadini.
Un altro aspetto messo in evidenza nel libro di Cappelli è l'atteggiamento piuttosto ostile verso le altre religioni. La paura che troppa benevolenza faccia sbiadire la dichiarazione fermamente ripetuta che solo la religione cattolica sia la sola vera, frena il dialogo interreligioso che oggi pare necessario per garantire la convivenza pacifica. E questa scarsa benevolenza della Chiesa verso le migrazioni, oggi fatto inevitabile, autorizza leggi e provvedimenti che dividono l'opinione degli italiani portando conseguenze abbastanza gravi di divisioni che dovrebbero non esistere più. Eppure la Bibbia raccomanda una preferenza nell'accoglienza degli stranieri.
Nonostante alcune espressioni taglienti, l'autore non approva posizioni iconoclaste. Evidentemente l'istituzione Chiesa visibile è assolutamente necessaria per continuare a trasmettere la fede a tutte le generazioni umane e trovo questa raccomandazione assolutamente necessaria perché manca evidentemente alla nostra generazione la pazienza e forse l'interesse ed è evidente che la Chiesa costituisce e costituirà sempre la base e il supporto che permette la stessa critica come necessaria. Una istituzione languisce se trascura il tempo: è inevitabile che le leggi invecchino se non rinnovate in armonia con l'evoluzione dei tempi. Tutto ciò che si riferisce ai bisogni dell’uomo, sia materiali che spirituali, deve continuamente essere modificato. Quello che è assolutamente eterno è la liberazione e Dio è l'unico che è il principio e il fine di tutte le cose create, eternamente dura. Certo che è funzione della Chiesa distinguere il relativo dall'assoluto, ma non può evitare di accogliere il relativo. Non si può nascondere che anche la Chiesa sia dentro la pesantezza e le contraddizioni in cui si svolge l'esistenza dell'uomo ed ha il compito di esprimere i suoi giudizi tenendo sempre presente che rappresenta un Dio pieno di tenerezza e di amore per l'uomo. Lo spirito di Dio mi ha ordinato attraverso molti segni e soprattutto la volontà del mio pastore di tornare alla mia chiesa d'origine e ho preso questo un segno dei tempi perché si sente il bisogno di infondere un nuovo vigore nelle chiese locali. Esiste una religiosità diffusa in tutto il mondo cristiano ma lontana e separata dalla responsabilità sociale e politica. Una contraddizione della pastorale della Chiesa è quella di scendere in campo contro la ricerca scientifica che può modificare aspetti secondari dell'esistenza e appare lontana d'interessarsi di quelle scelte che pesano negativamente per non dire tragicamente sul popolo indifeso: la precarietà nel lavoro, la sanità, l'istruzione sempre più ristretta, inaccessibile alla classe di bassa rendita. Non appare sufficientemente chiara e praticamente efficiente la solidarietà di Gesù con gli oppressi e i danneggiati dalle istituzioni politiche e imprenditoriali. Il laicato non viene sollecitato in nome del Vangelo ad aderire al progetto di Gesù chiaramente definito Regno di Dio affidato alla Chiesa come centro dell'evangelizzazione. Voglio sottolineare presentando questo libro che l'obiettivo fondamentale dell'autore è quello di richiamare i seguaci di Cristo a riunirsi per volere una Chiesa più esigente verso i suoi membri perché lottino a viso aperto contro una politica che appare sempre più al servizio del denaro. Il crocifisso è il simbolo dell'uomo sofferente che sarà in agonia fino alla fine del mondo e vuole chiamare tutti i credenti alla difesa e alla protezione di tutti gli umili e gli esclusi dal banchetto della vita. Desidero vivamente che quest' opera a cui Piero Cappelli ha dedicato tempo e fatica possa portare un contributo notevole ad una riflessione sulla giustizia e sulla pace mettendo in evidenza che Dio ha voluto un'istituzione che rappresenti protezione, aiuto, difesa, testimonianza per raggiungere quella pace che Cristo ha testimoniato con il sacrificio totale di te stesso. Mi piace terminare sottolineando questo sogno di Piero a cui mi unisco con piena adesione: La missione dei cristiani in un mondo laico è quella di ricordare che la finalità della storia, la finalità della vita e la finalità della politica è sempre la stessa: operare per la riconciliazione.
Don Arturo Paoli
Maria Cecilia Gabrielli
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