L’8 aprile scorso nella sala del Credito Valtellinese è stata presentata a Tirano la guida Tirano il centro storico. Storia arte architettura di Gianluigi Garbellini, edita dalla Cooperativa Editoriale Quaderni Valtellinesi, presso la Tipografia Polaris di Sondrio.
Presenti, con l’assessore alla cultura Bruno Ciapponi Landi, il presidente della Cooperativa Dario Benetti, che ha scritto la postfazione e ha curato l’apparato iconografico dell’opera, e Gianluigi Garbellini, autore del testo.
La pubblicazione ha visto la luce grazie al contributo del Comune di Tirano, che ha acquistato un buon numero di copie, e alle prestazioni gratuite di Garbellini e Benetti, i quali in generoso slancio hanno dedicato alla realizzazione del libro parecchio del loro tempo.
Parole di soddisfazione e di apprezzamento per la guida, di cui si sentiva forte necessità in Tirano, città a vocazione turistica, ha espresso per bocca dell’assessore il sindaco Pietro Del Simone, mentre l’arch. Dario Benetti ha sottolineato l’importanza dell’opera che nasce dal desiderio della Cooperativa Editoriale Quaderni Valtellinesi di diffondere cultura quale espressione d’identità, in questo caso quella di Tirano, da lui definita «vera città alpina della provincia di Sondrio». Il libro presentato non è una semplice guida per i turisti, ma anche un insostituibile strumento di conoscenza per i residenti, abbordabile a tutti nella sua caratteristica di opera divulgativa.
Gianluigi Garbellini, autore di altre simili pubblicazioni su Teglio, sul Santuario della Madonna di Tirano e sugli xenodochi di San Remigio e Santa Perpetua, nel suo esordio ha voluto ricordare le lusinghiere parole scritte nel 1623 dallo storico Giovanni Tuana, riportate all’inizio della guida, con le quali Tirano viene definito un paese a nessuno secondo in Valtellina per «splendore di edifici, nobiltà d’abitanti, ricchezza di aristocrazia, fertilità della terra» e ha sottolineato al compiaciuto uditorio l’espressione “nobiltà d’abitanti” con la quale il Tuana intende riassumere tutta la comunità nelle sue componenti di semplici contadini, artigiani, piccoli borghesi e signori dell’aristocrazia.
L’autore del libro è poi passato alla presentazione della struttura dell’opera che comprende un dettagliato quadro dell’ambiente fisico e naturale, una sintesi della storia millenaria di Tirano, il passaggio da borgo a città con lo sviluppo urbanistico all’indomani dell’apparizione della Vergine al ponte della Folla il 29 settembre 1504, data fondamentale nei destini di Tirano, e il fervore costruttivo nei primi anni del XX secolo con la nascita della “Tirano Nuova” al di fuori della cerchia muraria voluta da Ludovico il Moro nel 1492.
Ha poi illustrato i quattro itinerari proposti accompagnati da piantine che si prestano a una visita reale, camminando per le strade con guida in mano, o anche solo virtuale sfogliando e leggendo il libro comodamente seduti a casa.
Tre di questi riguardano l’antico borgo all’interno delle mura sforzesche e il quarto, percorrendo il viale – vanto di Tirano –, l’antica Rasica fino al Cantun e alla chiesa di San Rocco. Né si sono scordate le frazioni di Cologna, Baruffini e Roncaiola, parte non secondaria della comunità tiranese.
Un saggio delle belle immagini del libro, proiettate in sala, ha concluso la serata che ha visto un pubblico molto attento e affascinato per quanto Tirano offre a chi ha occhi per vedere e desiderio di conoscere.
All’autore del testo e al curatore dell’apparato iconografico vada quindi un vivo plauso accompagnato da sentimenti di gratitudine da chi ama fortemente il proprio paese.
Ezio Maifré