Il presidente di Fs, Innocenzo Cipolletta (foto), in un incontro oggi 4 aprile a Cernobbio, dove ha presentato uno studio su liberalizzazione e competizione delle ferrovie, ha fatto presente che il servizio ferroviario «non è adeguato» alle esigenze «di passeggeri e pendolari, coi quali ci scusiamo». «La nostra nuova frontiera non è l'alta velocità, che è come l'autostrada e serve a decongestionare le linee minori, ma è una grande stagione di alleanze pluriennali fra ferrovie, passeggeri e regioni per avere contratti lunghi, di almeno sei anni, che diano la sicurezza di un servizio anticipato in termini di qualità».
Siccome il presidente Cipolletta non sta parlando con degli amici a casa sua o al ristorante, ma come massimo responsabile del servizio pubblico monopolista di trasporto su strada ferrata, il rapporto coi propri utenti/sudditi non può espletarlo con queste gentilezze del comportamento umano... che fanno piacere ché mostrano cortesia, ma che non sono sufficienti. In economia le scuse hanno bisogno di gambe, cioè soldi. E siccome attualmente sono ridicoli e limitati i rimborsi che vengono dati a fronte di un disservizio, non riguardando quasi mai il trasporto pendolare regionale (il più penalizzato dall'incapacità gestionale delle Fs), occorre che Cipolletta, se vuole essere credibile, ci dica anche quanti soldi e come ha intenzione di restituirli alle vittime per i danni che l'azienda statale provoca ogni giorno. Se non sarà così, le frasi di Cipolletta sono solo circostanza e inganno, verso gli utenti/sudditi e verso quelle regioni che sono costrette, in assenza di mercato, a usufruire del loro servizio.
Infine invitiamo Cipolletta a mettersi d'accordo col proprio amministratore delegato, Mauro Moretti, che a differenza di quanto lui dice, pare aver puntato tutto su l'alta velocità: anche un po' taroccata come l'operazione “Freccia Rossa” che, rispetto ai vecchi Eurostar, di diverso ha solo il colore dei vagoni, perché alcune percorrenze sono anche con tempi maggiori rispetto al precedente servizio Eurostar sulle medesime linee.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc