Nella antica tragedia di Euripide, Alcesti dà la sua vita in cambio della vita del marito, re Admeto, condannato a morire dagli dei. L’Alcesti è considerata una tragedia, ma non è vera tragedia: Alcesti muore, sì, ma torna presto viva dal regno dei morti. Si tratta infatti di una tragedia sfiorata, una resurrezione. In questa raccolta di poesie per la musica di Ida Travi, dell’antica Alcesti non resta che l’ombra, si incontra piuttosto una sua sembianza. Una qualunque. Una che si spaccia per parente. Una che entra in casa sbattendo la porta e lancia sulla sedia il suo paltò. Un’antica casa greca e una novecentesca casa contadina si confondono qui, in queste poesie, tra queste mura. Neo è lo scorrere del fiume. Neo è il vagito che ritorna.
Qualcuno sta sempre per andarsene, qualcuno sta sempre per tornare.
‘O ti adatti o sogni…’ dice un verso. Intanto sbattono le porte, volano le tende alle finestre…
MANIFESTO PER UN TEATRO POETICO
(Teoria e forma d'un teatro trasparente)
FARE POESIA La poesia si fa camminando, lavorando, mangiando, dormendo, sognando. Solo alla fine si può scrivere. La poesia di parola si fa vivendo in quel teatro naturale e trasparente ch’è il mondo visto dall’interno.
IL TEATRO TRASPARENTE è dunque l’immensa scena naturale in cui ci si ritrova a leggere, comprendere e restituire poesia. Nel TEATRO POETICO la recita non è la finzione teatrale, ma il solo re-citare, il dire nuovamente, in attenta posizione di corpo, di spirito e di mente.
LA PAROLA, IL GESTO Il teatro trasparente è un teatro di parola e azione poetica.
Al teatro poetico non serve altro che la grande forza evocatrice della voce e del gesto: si tratta di qualcosa che è sempre sul nascere.
IL LUOGO del teatro poetico è un luogo comune. È un luogo ricreato dalla sola voce, dalla presenza del corpo nello spazio. Il luogo del teatro poetico è un luogo qualsiasi, è là dove si porta poesia. Il luogo poetico è dappertutto, fuori dal teatro ma anche nel teatro.
IL POCO O NIENTE Di fronte al ‘troppo’ mondo che capovolge in miseria a questo teatro di poesia serve poco: poche luci, pochi oggetti, poca scena se non quella che già c’è.
LE PERSONE che aprono un libro la sera e si mettono a mormorare le stesse parole nel buio sono persone che hanno già alzato il sipario trasparente dietro il quale la parola poetica aspetta d’essere pronunciata. Le persone che non aprono un libro la sera perché non ce la fanno, quelle che si addormentano sulla pagina, le persone che cercano qualcosa e non si ricordano cosa, quelle che guardano un vecchio film con la bocca aperta, quelle che guardano le figure che si muovono: a quelle persone pensa il teatro poetico nel suo farsi.
LA LETTERATURA è un immenso copione in fieri. Su quel copione in fieri si impara ad avere a che fare con la storia e col ‘poco’ che ci resta, si diffida della parola incorniciata. Si impara a togliere tutto quello che non serve e a tenere solo il necessario.
L’ABITO Forse a un certo punto servirà un abito. Forse. Una cosa che cambia, qualcosa che ci rappresenta.
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NOTA DI IDA TRAVI
Il Manifesto per un Teatro Poetico è frutto della riflessione che ho portato avanti negli anni a partire dal saggio L’aspetto orale della poesia, Anterem 2000 e rieditato nel 2007 da Moretti&Vitali. Si tratta di linee teoriche che si ricollegano direttamente al mio modo di intendere la poesia stessa.
Nel 2007 il Manifesto Teorico è stato condiviso da Daria Anfelli, attrice, e Giuliana Urciuoli, coreografa, per avviare in pratica un progetto artistico teatrale in forma di teatro di poesia. Il Manifesto teorico ne traccia un primitivo profilo.
La corsa dei fuochi, opera senza cornice (tratto dalla omonima raccolta poetica edita da Moretti&Vitali nel 2007) è stato rappresentato all’interno di questo progetto di teatropoesia (Teatro Camploy, Verona 26 / 27 febbraio 2008.)
Ida Travi, poetessa. Ha scritto anche per il cinema, la musica e il teatro.
Tra le raccolte poetiche, L’abitazione del secolo (1990), Regni (1991), Il distacco (1994), La corsa dei fuochi, libro + CD (Moretti&Vitali, 2007).
Tra le prose, Diotima e la suonatrice di flauto (La Tartaruga-Baldini Castoldi Dalai, 2004), L’aspetto orale della poesia (Anterem Edizioni, 2000, Moretti&Vitali, 2007), Selezione Premio Viareggio 2001.
per ordinare il libro in esergo, Neo/Alcesti: ordini@morettievitali.it