Sarà Danilo Manera, docente di Letteratura spagnola contemporanea e Cultura spagnola presso l’Università degli Studi di Milano, a tenere a battesimo la rivista Langhe, cultura e territorio nel salone consiliare di Diano d’Alba, alle ore 17:30 di sabato 4 aprile. Con lui Gianfranco Maggi, Aldo Agnelli e gran parte degli autori dei reportages di storia e memoria pubblicati sul primo numero. La rivista-libro è stata costruita attorno alle indicazioni di metodo che lo stesso Manera aveva suggerito come linea d’indirizzo nella riunione di venerdì 29 agosto 2008 presso la sede della Fondazione Banca d’Alba a Grinzane Cavour, tappa fondamentale del “cammino dei rabdomanti” dal quale è scaturito con forza il progetto editoriale condiviso dalle Associazioni Arvangia di Alba e Crosiera di Cuneo, insieme alla Casa Editrice Araba Fenice di Boves.
In edicola e libreria da sabato28 marzo, la rivista Langhe, cultura e territorio, 132 pagine a colori, tiratura 2.250 copie, per reggere il confronto con le riviste che esaltano memoria e paesaggio del Roero (Bra o della felicità e Roero terra ritrovata) si è subito messa in cammino.
Due presentazioni di collaudo sono avvenute giovedì 26 marzo, al Centro Anziani della Parrocchia Cristo Re di Alba nel pomeriggio e al corso aspiranti guide turistiche a Castagnole Lanze alla sera, propedeutiche al “rivista Langhe tour” che si snoderà attraverso appuntamenti già programmati il 1° aprile ad Asti, sede Utea, ore 17:30, a Diano d’Alba, sabato 4 aprile, ore 17:30 presso il salone consiliare, lunedì 6 a San Donato di Mango, Casa delle Memorie, ore 17:30, a Mondovì presso l’Istituto Alberghiero mercoledì 8, ore 11, a Bra, sede Unitre presso il Liceo Scientifico venerdì 10, ore 15, a San Benedetto Belbo sabato 18, ore 15, a Sinio, domenica 19, ore 17:30, ancora a Mango sabato 25 aprile, ore 16, per concludersi ad inizio maggio a Montà d’Alba, mercoledì 6, a Govone venerdì 8 e a Cuneo sabato 9.
Il cammino delle formiche operaie del territorio per far conoscere la rivista-libro che “salta addosso al lettore” (parola di Romano Salvetti), costruita artigianalmente stando in mezzo alla gente per raccontare “a voce alta” le Langhe di ieri, di oggi e di domani sarà per il futuro del progetto un vero e proprio banco di prova.
La decisione della Casa Editrice di promuovere la distribuzione in tutta la “provincia granda” portando la rivista in libreria e in edicola si trasforma per gli ideatori del progetto in un vero e proprio esame di maturità. Saranno i lettori a decidere se una pubblicazione a colori che racconta di Cravanzana, di Sinio, di Montelupo, di Borgomale, di Bergolo, di Trezzo Tinella, di La Morra, di Alba, di Paroldo, di Dogliani, di Mango, di Cerretto Langhe, di Monesiglio, etc., sconfinando “oltre il Sinai delle colline” nel Roero e nel Monferrato per raggiungere i Piemontesi in Cina, i Polesani in Piemonte, i cileni a Diano e Rivalta Bormida, i Langhetti in Argentina e in Bolivia merita di trovare il semaforo verde.
Avere reso omaggio a personaggi come padre Enzo Bianchi, Angelo Manzone, Giuseppina Cagnasso, Remo Salcio, Angela Cavallotto, Dante Giacosa, Euclide Milano, Maria Tarditi, ad artisti emergenti come Carola Balma, Stefania Careglio, Cristiano Porelli, Emanuele Racca e Paolo Rosaio, dedicando decine di pagine ai libri che camminano in mezzo alla gente, ma soprattutto avere dato spazio alle emozioni che possono scaturire dalle belle ed evocative immagini di chi ha partecipato al concorso fotografico “Le Langhe non si perdono”, è stata per i numerosi collaboratori impresa non da poco. Il responsabile del progetto, Donato Bosca, riassume queste fatiche in una lettera agli organi di informazioni in cui esprime due considerazioni e un auspicio. Ve la proponiamo qui di seguito.
Arvangia
Lettera agli organi di informazione
Caro Direttore,
come ideatore del progetto di valorizzazione del territorio delle Langhe che si è concretizzato nella pubblicazione del primo numero della rivista-libro Langhe cultura e territorio vorrei esprimere due considerazioni e un auspicio. La prima considerazione riguarda l’esperienza di ottimizzazione delle risorse a disposizione che ha visto nascere la rivista grazie al lavoro di un ingegnere italo-cileno in Piemonte con una borsa di studio finanziata in parte dalla Regione Piemonte. Grazie alla collaborazione del Sindaco di Diano e dell’Istituto Comprensivo di cui sono responsabile la presenza di Claudio Curelli si è trasformata in uno strumento di promozione della cultura di territorio e le 132 pagine a colori andate in stampa per i tipi dell’Araba Fenice raggiungeranno tutti i Circoli e le Associazioni dei Piemontesi nel Mondo.
A questo primo numero abbiamo lavorato tutti gratuitamente, animati dalla stessa passione, “far sentire le voci” che solitamente il territorio delle Langhe non riesce ad esprimere, raccontare il passato, memoria e tradizione, proiettandolo verso il futuro con il paesaggio, bene culturale di prima grandezza, a fare da trait d’union.
Attorno a questa nostra volontà dichiarata di lavorare in squadra “nel momento sbagliato, quando è meglio tirare i remi in barca”, per individuare un nuovo modo di far conoscere le Langhe che portiamo nel cuore c’era molto scetticismo. Diverse persone che inizialmente avevano manifestato interesse si sono tirate indietro. Devo ringraziare Aldo Agnelli, Danilo Manera, Oscar Barile, Maurizio Rosso, Romano Salvetti, Armando Gambera, Lorenzo Tablino, Alberto Vissio Scarzello, Bruno Murialdo, Franco Bartocci, Milo Julini, Loredana Dova, Anna Manera e lo splendido gruppo di arvangisti dalle passioni forti (Elidia Ferrero, Giovanna Zanirato, Marinella Castagnotti, Mario Proglio, Carola Balma, Tiziana Servetti, Pier Carlo Morra, Julio Berisso) se questo sogno si sta realizzando. Non posso nascondere che sono stati proprio i più giovani, inizialmente timorosi, a darci la scossa: da Fabio Tarditi a Fabio Adragna, da Serena ed Enrico Bosca a Luca Massolino.
La distribuzione in tutta la provincia granda e la vendita in libreria e in edicola della rivista sarà per tutti noi un vero esame di maturità. Saranno i lettori a decidere se una rivista che racconta di Cravanzana, di Sinio, di Montelupo, di Borgomale, di Bergolo, di Trezzo Tinella, di La Morra, di Alba, di Paroldo, di Dogliani, di Mango, di Cerretto Langhe, di Monesiglio, sconfinando “oltre il Sinai delle colline” nel Roero e nel Monferrato per raggiungere i Piemontesi in Cina, i Polesani in Piemonte, i cileni a Diano e Rivalta Bormida, i Langhetti in Argentina e in Bolivia merita di trovare il semaforo verde.
Avere reso omaggio a personaggi come padre Enzo Bianchi, Angelo Manzone, Giuseppina Cagnasso, Remo Salcio, Angela Cavallotto, Dante Giacosa, Euclide Milano, Maria Tarditi, ad artisti emergenti come Carola Balma, Stefania Careglio, Cristiano Porelli, Emanuele Racca e Paolo Rosaio, dedicando decine di pagine ai libri che camminano in mezzo alla gente, ma soprattutto avere dato spazio alle emozioni che possono scaturire dalle belle ed evocative immagini di chi ha partecipato al concorso fotografico “Le Langhe non si perdono”, credo sia stata impresa non da poco.
L’auspicio è che non solo i soci arvangia, sempre più numerosi, ma anche gli enti locali, gli imprenditori, gli sponsor, possano avere fiducia in un prodotto editoriale costruito col filtro dell’emozione, senza calcolo o strategia commerciale, se non quella che nel volontariato garantisce il reperimento delle risorse strettamente necessarie per realizzare e mantenere vivi i progetti. Se la rivista libro potrà trovare un suo spazio, fuori dai monumenti che in certi momenti sembrano cattedrali e, poi, crollano al suolo miseramente, il lavoro compiuto da tutti noi, andando dietro al cuore, non sarà stato fatica sprecata.
Grazie della solidarietà e dell’attenzione con le quali ci potrà dare il benvenuto.
Donato Bosca