| Pavel Florenskij |
21 Marzo 2009
Fisico, matematico, filosofo, teologo, epistemologo, teorico dell’arte, ingegnere, semiologo, Pavel Florenskij fu tutto questo e, certo, molto altro ancora: russo, prete ortodosso, studioso di misitica. Nel 1933 fu condannato ai lavori forzati, spedito Skovorodino, poi nelle isole Solovki. Nel 1937, in un bosco nei pressi di Leningrado, fucilato e seppellito in una fossa comune. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, in piena euforia post-marxista, apparve in Italia Le porte regali (nell’originale semplicemente Iconostasi), in combinazione alchemica con la circolanti teorie sul simulacro (Deleuze, Baudrillard, Perniola). Oggi, in italiano, abbiamo una decina di titoli. Ultima acquisizione: Il simbolo e la forma (Bollati Boringhieri, novembre 2007). Ecco i temi: transfinito, antropodicea, tipi di crescita, numeri pitagorici, incarnazione della forma, ecc. (Marco Baldino)
ragionpolitica
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