Quota periscopio…
Forzati ad emergere…
Infuria la tempesta in superficie,
l’orribile schiusa è avvenuta!
Ci siamo, i giochi cominciano a farsi chiari!
Poco meno di un anno fa lo Stivalone è tornato nelle mani di chi sappiamo, a furor di popolo strappato dalle mani tremebonde, estenuate ed impotenti del miscuglio prodiano.
E piano piano il vento è girato: i nuovi, si fa per dire, signori dello Stivalone hanno ricominciato da dove avevano lasciato…
Ed in un crescendo di dichiarazioni ed atteggiamenti, purtroppo poco contrastati, siamo giunti ad oggi…
Cominciarono col dire che tutto sommato Italo Balbo aveva fatto anche delle cose buone in Libia, dissero poi che tutto sommato il fascismo aveva fatto cose buone fino alla seconda metà degli anni ’30, la piaggeria dei quaquaraquà1 di cui è ricco lo Stivalone realizzò, vista la crisi economica, sfilate di moda di abiti realizzati in tessuti AUTARCHICI (orbace, lana cotta, ecc.)…, ne dettero informazione le altrettanto servili lavatrici mentali televisive di stato e di quasi stato, senza grande successo visto che non se n’è saputo più nulla (d’altra parte l’orbace, tessuto dei rudi pastori sardi, poco si confà alla delicata epidermide dell’esercito di veline e velini nostrani…).
Poi si è potuto assistere agli inni e slogan fascisti durante le partite di calcio, soprattutto in quella in Bulgaria, cantati ed urlati da baldi giovanotti italioti, fallimento totale del melenso tentativo di far imparare ai giovani tifosi ‘sto benedetto Fratelli d’Italia (Raglia, raglia giovane Itaglia! Come diceva nelle sue vignette il buon Jacovitti un tempo).
Dagli inni e dagli slogan si è passati poi ai pugni ed ai calci che una notte a Verona massacrarono un giovane che non seguiva la moda preferita dai baldi giovanotti italioti, aveva un codino, vi ricordate?
Di pestaggi ve ne furono altri, di inni e slogan pure, il tutto condito con esternazioni dei vari neogerarchi che man mano cominciavano a fare la ruota come tacchini lasciandosi andare, a volte in modo improvvido, nel mostrare il contenuto del loro cuore non proprio illuminato.
In questa frenesia ancien régime non poteva mancare l’attacco alla scuola pubblica e così avanti con la retorica insulsa e sdolcinata sui grembiulini, gente di poco più di 30 anni che parlava con nostalgia dei grembiulini come se li avesse indossati ai tempi di De Amicis.
A proposito qualcuno sa che fine hanno fatto i famosi grembiulini alla moda ideati dal ministero dell’istruzione (pubblica l’hanno tolta, in questo almeno sono chiari) con i quali avevano rivestito alcuni bambini per l’inaugurazione del primo giorno di scuola alla presenza della trentacinquenne ministra Gelmini?
Poi avanti ancora con la retorica altrettanto nostalgica ed insulsa sul maestro unico visto come un perfetto educatore, ottimo gestore del rapporto scuola-famiglia e soprattutto perfetto tuttologo… speriamo che tutti i bambini dello Stivalone possano godere di siffatta meraviglia dell’animo e dello scibile umano! E intanto la scuola elementare che ben funzionava la stanno facendo a pezzi…
In questo ritorno alle origini, le loro, non poteva mancare, come zucchero sulla torta, un po’ di sano razzismo ed anche a questo abbiamo assistito ed assistiamo: dallo Stivalone in allarme sicurezza per colpa degli immigrati clandestini con i soldati nelle strade (ah già ma questa è un’altra delle loro passioni… eh!) alla tassa imposta per il permesso di soggiorno ma, soprattutto, all’orribile richiesta di delazione fatta ai medici nel caso si trovassero di fronte un clandestino ammalato o ferito (e il giuramento d’Ippocrate?! Pure i medici infami vogliono?!).
Ma si sa ai loro tempi, che purtroppo stanno diventando anche i nostri tempi, non è che amassero molto le regole ed il loro rispetto…
Tutto questo progressivo ritorno alle origini, le loro, è stato oggettivamente sostenuto anche dalla gerarchia cattolica che sempre più ha assunto tratti molto simili a quelli dei “bei” tempi andati e spesso, per non dire sempre, ha cercato di condizionare pesantemente la laicità dello Stato in questo supportata, con atteggiamento subordinato ma molto più probabilmente solo strumentale, dai nuovi signori dello Stivalone che a ben guardare non sembrano proprio degli “stinchi di santo”, o no?
In questi giorni il Concilio Vaticano II e papa Roncalli sembrano proprio eventi che accadranno nel futuro (per chi crede ancora nel positivismo, certo!).
Tanto per esagerare il papa ha riaccolto nel seno della Chiesa i vescovi lefebvriani, pure quelli un po’ nazisti (ma d’altra parte non si può ritornare ai “bei” tempi senza uno spruzzetto di zio Adolf, che gusto ci sarebbe altrimenti?), ma la chiesa cattolica non agisce solo nello Stivalone così qualcuno ha cominciato a protestare sul serio (la signora Angela Dorothea Merkel non è mica un “ma anche” come Veltroni!).
Ed in questa atmosfera un po’, perdonatemelo, sulfurea giungiamo ad oggi dove, come una sintesi di quanto detto finora, ascoltiamo dire, da persone che hanno assunto l’incarico di governo giurando su di essa, che la Costituzione va aggiornata perché scritta da filosovietici (sic!), che è ora di finirla che ogni decisione del consiglio dei ministri debba essere vagliata dal Presidente della Repubblica, insomma più potere al capo del governo, basta con questo Presidente che osa affermare, con puntuali riferimenti costituzionali e legislativi, che a decreti legge estemporanei non metterà la firma, basta con questo Presidente che scrive lettere al governo facendo propaganda all’eutanasia (sic!)…
Fra poco cosa diranno, in quest’ottica di ritorno al futuro, forse… «Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di…»2
E questa chiara esternazione d’intendimenti viene fatta strumentalizzando la storia terrificante di una ragazza e la sofferenza dei suoi genitori!
Ma a loro delle regole, dei sentimenti e della pietà, soprattutto di questa, non è mai importato niente ai loro tempi, ed ora anche ai nostri!
Fra le ipocrite schegge del guscio
si leva il serpente, immondo,
ma è ancora debole,
non tutto è perduto, affrontarlo e renderlo innocuo,
si deve…
Nemo
1 «…l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i piglianculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…» Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta.
2 Benito Mussolini, 16/11/1922.