“Historia magistra vitae”, si ripeteva un tempo in cui la forza del sapere antico non era corrosa dalla rapidità dei mutamenti e dall’incessante desiderio del “ che altro? “ .
Eppure, nel volgere lo sguardo e l’attenzione un poco più in là del presente , si scoprono fatti e insegnamenti di straordinaria luce sugli stessi avvenimenti attuali . E’ il caso della “parabola delle pernici” che compare in un libro di non recente edizione, Nikita S. Kruscev, Kruscev ricorda, Sugar Milano 1971.
Kruscev ricorda, non senza ironia, le virtù di Stalin fra cui quelle di cacciatore: Stalin amava vantarsi di avere ucciso, in due tempi separati fra loro, ventiquattro pernici, tutte appollaiate su un albero. Appena avvistate , ne uccide dodici, una dopo l’altra. Poi, a corto di cartucce, si allontana dal luogo per procurarsene un numero sufficiente. Tornato in vista delle pernici, uccide le restanti dodici, sempre una dopo l’altra!
Kruscev lascia intendere di non credere ad una parola di quel resoconto, denso com’è d’assurdità: le pernici non stanno sugli alberi, ma ben acquattate fra le erbe; un cacciatore, pur bravo, non avrebbe potuto ucciderle una alla volta, senza veder fuggire tutte le altre!
Stalin era senz’altro un bugiardo e un vanitoso!
Ma in quella storia non vera si celava una bella e profetica parabola : le ventiquattro pernici erano gli avversari , ingenui nell’ uscire dai loro ripari e incauti nel mettersi sotto tiro di un esperto cacciatore , così determinato e astuto nell’andarli a scovare e nell’abbatterli , senza difficoltà , uno per uno….!
La profezia sta nel carattere illuminante della parabola, capace di svelare le verità e di aprire la strada, oltre l’ovvietà e l’abitudine, a conoscenze, scelte e certezze… le più coerenti e chiare possibili.
Tuttavia, nel nostro tempo, mentre prevalente è la tendenza a considerare il momento del profitto, della forza, del potere, come primario nel dialogo fra le parti, mescolato ad una litigiosità senza freno e misura, con conseguente generalizzata disaffezione dei giovani, e non solo, verso i vari interpreti , assai raro è il ricorso alla funzione della parabola e del ruolo che essa può giocare nel quotidiano , con la fecondità dei propri apporti di riflessione, di prudenza , di previsione e di progettualità logica ed etico-storica.
Paolo Brondi