L’ennesimo Corso per Assaggiatori di Formaggi (programma e dritte già presentate dal delegato provinciale) organizzato dall’ONAF/SO si terrà a Morbegno presso il Bar “La Tavernetta”. Parentesi: ennesimo, perché a volte ho l’impressione che di Assaggiatori di Formaggi se ne siano “formati” un po’ troppi, ma come al solito la mia è una opinione personalissima… che poi partecipino o meno alla vita dell’Associazione è poi così relativo…
Ho in mente di buttar giù una decina di regole per quanto riguarda le modalità di partecipazione ad una Giuria ONAF per spronare un po’ l’ambiente… Chissà se vi sarà appunto, più partecipazione… dopo le mie solite “cazzate”, come qualcuno le ama simpaticamente definire…
Una bella sorpresa, perché questo locale pubblico è stato il bar della mia lontana gioventù. Correvano gli anni settanta/ottanta e dopo l’oratorio, come seconda casa, venne il Bar “La Tavernetta”. Ci si trovava a vedere le partite di calcio alla televisione, a mettersi d’accordo per le mitiche partite a calcio del lunedì sera al Campo delle Suore; e dopo per rifocillarsi. Per fare le squadre che partecipavano ai vari tornei di calcio estivi sparsi per la Valle. Erano le prime volte che si giovava a carte “per soldi”. In effetti io giocai solo una partita a Scala quaranta o a “Chiusura”(!) e vinsi ben 2.500 lire all’Amedeo, il quale estrasse il portafoglio dalla tasca posteriore, levò i soldi e me li diede dandomi del cülatùn. Rimasi così male non per il “complimento”, ma per i soldi, che decisi che non avrei mai più giocato “a soldi” in vita mia in nessun tipo di gioco: dal totocalcio alle lotterie (che senso ha se è una sola persona a vincere milioni o miliardi? Che la ricchezza sia distribuita fra tutti… Mazzoni il giovane docet).
Ci si trovava alla pausa pranzo e bere il caffè, a organizzare magari qualche gita al Lago, a parlare di politica spicciola… mitiche le discussioni con l’Eliseo riguardanti le retribuzioni dei “lavoratori” che dovevano (per me) essere uguali per tutti: un medico doveva guadagnare come un operaio “del Martinelli”, non di più ne di meno. Arrivare per primi per poter leggere il giornale del giorno con tutta calma. I primi “puntelli” Non mi potrò mai scordare il Mina che una volta si invaghì di una sedicenne e seduto con la testa fra le mani continuava a dire: «madona che tett, madona che tett, madona che tett...» E io tra una stagione d’alpeggio e una per gli alberghi, portavo a spasso la Lorena: appunto solo a spasso. A ciularmela arrivò poi ’l Sachìn…
Ricordo che a Capodanno, l’oste Annibale ci offriva sempre i panettone; sua figlia Fiore ci teneva su il morale; l’Alfio giocava nella “prima” del Morbegno; il Titta faceva il portiere di calcio nella Libertas e per finire l’elenco della famiglia Gianoli c’erano la mamma, un fratellino e una sorella. Sul lato Via Vanoni partivano le corriere per i paesini delle vallate: zeppe di studenti, di casalinghe, di vecchietti… e di belle ragazze… e noi lì a commentare… E alla domenica quando “La Tavernetta” era chiusa per turno si andava tutti allo (bar) “Sportivo”.
Alfredo Mazzoni