Da quando la sottosegretaria Eugenia Roccella scriveva saggi dal titolo “l'aborto le donne lo fanno da sole”, è passato molto tempo; ma è anche legittimo e umano cambiare idea e scrivere saggi sui rischi e i pericoli della Ru486. Delle evoluzioni private e personali poco ci dovrebbe interessare, se non quando la protagonista, attualmente sottosegretario alla Salute con delega sui temi etici (?!) minaccia ostruzionismi e battaglie che non spettano al suo ruolo istituzionale il cui compito è quello di garantire la salute delle donne, anche quelle che decidono in base ad una legge in vigore dal 1978 di abortire.
La procedura che finalmente permette anche all'Italia di poter utilizzare un farmaco che solo in Europa è già disponibile in 21 Paesi, in uso e testato da oltre 20 anni, si è oramai conclusa. Se il dibattito di questi giorni dovesse nascondere pressioni politiche su un organismo tecnico che oramai si sta occupando della questione da oltre un anno, dopo avere acquisito tutti i pareri tecnici scientifici, sarebbe un fatto gravissimo, ma purtroppo non ci meraviglieremo. Siamo purtroppo abituati a vedere dibattiti scientifici trasformati in scontri ideologici con protagonisti coloro che dovrebbero garantire l'applicazione delle leggi e delle norme, con queste ultime che vengono messe al servizio dell'ideologia.
Donatella Poretti