Pasquino è proprio un tipo stravagante: non si fa vedere per un mese e poi in due giorni t’apparisce due volte.
Oggi è arrivato con un manifestino di due che si sposano. Me l’ha sventolato rabbiosamente davanti al naso e mi ha detto:
– Lo vedi questo? Questo è uno dei mille che sono attaccati agli alberi dalla salita di Pontasserchio fino a Migliarino. E forse anche più in là. Agli alberi, ai cartelli stradali, ai pali dell’illuminazione, insomma in tutti i posti dove si può attaccare un manifesto lungo le strade. Che poi quando la festa è finita, questi brencioli restano lì a sventolare per mesi. Come se non ce ne fossero già anche troppi di cartelli segnaletici a impestare le strade italiane. Lo sai che in Italia c’è un cartello stradale ogni ottantacinque metri? Almeno la metà non servono a niente. Qui nella nostra zona pare che ce ne sia addirittura uno ogni trentacinque metri. E poi come sono? Uno torto di qua, uno che pende di là; i più con le scritte Pisa olé, Lucca bastardi lebbrosi, Livorno merda, Miki ti amo, Ale 6 mia, Comune denuclearizzato, forza Milan, forza Silvio… Forza buo! Oltre, naturalmente ai cartelloni delle reclami, che quelli sì che devono essere una bella entrata, per un “Comune che ripudia ogni forma di guerra”.
Comunque anche questi due si sono sposati. E si devono essere sposati proprio sodo se hanno impestato di manifestini tutta la provincia. Tanti così non l’avevo mai visti.
Allo sposarizio ci sarà stato un cencinquanta persone. Tutti vestiti come quei divi che fanno la passerella al festival di Venezia. E li sposi avranno avuto addosso qualcosa come 15mila euri di vestiti. 15mila sono andati per bomboniere e partecipazioni; 15mila per fotografi, telecamere per il filmino, registi e sceneggiatori; 15mila per la carrozza a due pariglie con bussoli attaccati dietro e con la scritta just married; 15mila per party e pranzo; 15mila per l’affitto di una notte in discoteca; 20mila per la luna di miele alle Maldive; 5mila per i laceri. (I laceri, come si dice a Vecchiano, sono le spese accessorie non previste). E poi si dice che in Italia c’è la miseria. La miseria c’è eccome, ma quel che è peggio è che i più oltre ad averla nelle tasche l’hanno anche nella testa. E i laceri ci arrivano ogni giorno fra capo e collo.
Ora si vuole tutto tanto, il normale non basta più. A Natale i panettoni devono essere grandi come pagliai, a Pasqua l’ovo dev’essere per lo meno di venti chili, grosso come una botte da bottino e che dentro ci sia una sorpresa sorpresa. Orellanno da uno di quell’ovi lì c’è sortito la statua a grandezza naturale di un certo Escrivá De Balaguer, quello dell’Opusdei, che l’hanno fatto santo perché, è stato detto, era uno senza troppi scrupoli religiosi. Più sorpresa di così!
Insomma questo sposarizio di ieri era uno spettacolo. Lo sposo era sì un po’ bassotto, ma aveva un vestito con le code che era la fine del mondo. La sposa, secca come un salacchino di tre anni, pareva una sifilide… – Una silfide, ho precisato io.
– Va bene, è lo stesso, scrivi e un interompe. La sposa fra tutti que’ veli pareva una biattola a galla nella schiuma di un depuratore.
Io questi due li voglio vedere fra tre o quattro estate. Lui zeppo come un caratello, seduto a capotavola a torso nudo e in mutande; che va spesso a puttane e al night con gli amici. Lei più larga che lunga, grassa e setolosa come una scrofa. Con un paio di bimbetti obesi, gonfiati a patatine e merendini. E magari una notte quando il caratello rientra ubriaco fradicio e va a letto, scoppia la rissa per via d’un guanciale, si pigliano a coltellate e ci scappa il morto: moglie e figli.
Però il giorno dello sposarizio deve essere il giorno più bello della vita. Un giorno come quelli della televisione. Quel giorno lì bisogna farlo sapere a tutti, anche a quelli che non gli interessa niente, che questi due si sono immascherati e si sono promessi davanti a Dio in una chiesa trasformata, per l’occasione, in un salone da veglione di carnevale.
È per questo che si spregiano gli alberi e si deturpa il paesaggio con i manifestini con la scritta forever e la foto di questi due che si baciano dentro un cuore.
E sì che gli amici e le amiche glie lo hanno scritto anche nella strada di ripensarci. Ma ché, i due contenti matti non ci hanno voluto credere.
– Bravo Pasquino! Sono d’accordo con te.
– Non fare tanto lo gnèci; non voglio la tua approvazione, te mi servi solo perché hai lo strumento. Se poi impari qualcosa meglio per te.
Piero Chicca