Argumentos contra gritos
A Gandhi, en el 139 aniversario de su nacimiento
Se preparó. Pulió las explicaciones. Todas las propuestas, que había ido acumulando en años de mirar su realidad y querer cambiar las cosas, las afiló para una contienda verbal. Había calculado que su oponente en el debate le recordaría los beneficios y le advertiría de ciertas manchas en el sol, que sólo ven los inconformes. Para esquivar las comparaciones con otros países –recurso discursivo tan frecuente entre quienes quieren silenciar la crítica– se apertrechó especialmente. Estuvo listo para rebatir el insulto de que sus palabras favorecían al Norte, o que sus zapatos no parecían comprados con el salario de un obrero.
Fanático del beisbol, calentó el brazo de su polémica, como el cuarto bate que espera conectar un jonrón ante un adversario incapaz de lanzar nuevos argumentos. Llevaba años esperando un espacio para la polémica y al fin el contexto para replicar parecía alcanzarse. Sólo que llegó al tablado de la discusión pensando que querían escucharlo. Craso error. En realidad, su rival sólo pretendía amordazarlo. De ahí que el logrado edificio de explicaciones que había construido, no soportó el grito y la agresión del otro. Para cada opinión encontró venas de la frente hinchadas, puños cerrados y ofensas a raudales. Intentó explicar que sólo pensaba en el bien de su país, pero el insulto de “mercenario” no le dejó terminar la frase.
Como no sabía responder a los golpes con trompadas, prefirió callar y su rival pensó que lo había exterminado. Pero allí estaba, un hombre armado para el debate, reducido a protegerse de las pedradas. Regresó a su casa y descartó uno a uno los análisis, desechó las explicaciones sobre la inviabilidad económica del sistema y condenó -al peor lugar- su extensa diatriba contra una Revolución donde no ocurren cambios. Fue a la cocina y buscó la gruesa tranca con la que se protegía de los ladrones. El oponente logró su propósito: lo había convertido en alguien que necesita la violencia para hacerse oír.
Yoani Sánchez
Argomenti contro le grida
A Gandhi nel 139° anniversario della sua nascita
Si preparò. Rifinì le spiegazioni. Tutte le proposte, che era andato accumulando durante anni di osservazione della sua realtà per cercare di cambiare le cose, le affinò per una contesa verbale. Mise in conto che durante il dibattito il suo oppositore gli avrebbe ricordato i benefici e l’avrebbe avvertito di certe macchie nel sole, che vedono soltanto gli anticonformisti. Per evitare le comparazioni con gli altri paesi - ricorso dialettico così frequente tra coloro che vogliono zittire la critica - si preparò in modo particolare. Era pronto a ribattere all’insulto che le sue parole favorivano il Nord, o che le sue scarpe non sembravano comprate con il salario di un operaio.
Fanatico del baseball, riscaldò il braccio della sua polemica, come il quarto battitore che aspetta di realizzare un fuoricampo davanti a un avversario incapace di lanciare nuovi argomenti.
Erano anni che attendeva uno spazio per la polemica e finalmente il contesto per replicare sembrava avvicinarsi. Solo che arrivò sul palcoscenico della discussione pensando che volessero ascoltarlo. Errore grossolano. In realtà il suo rivale pretendeva soltanto imbavagliarlo. Per questo motivo il complesso castello di spiegazioni che aveva costruito, non sopportò le grida e l’aggressione dell’altro. Per ogni opinione incontrò vene della fronte corrugate, pugni serrati e offese a iosa. Cercò di spiegare che pensava soltanto al bene del suo paese, ma l’insulto di “mercenario” non gli fece finire la frase.
Visto che non era capace di rispondere alle botte con i cazzotti, preferì tacere e il suo rivale pensò di averlo annientato. Ma lì c’era un uomo preparato per il dibattito, ridotto a proteggersi dalle sassate. Ritornò alla sua casa e scartò una dopo l’altra le analisi, eliminò le spiegazioni sulla non praticabilità economica del sistema e condannò - al posto peggiore - la sua ampia diatriba contro una Rivoluzione che non ha bisogno di cambiamenti. Andò in cucina e prese la grossa spranga con la quale si proteggeva dai ladri. L’oppositore era riuscito nel suo proposito: lo aveva trasformato in un uomo che deve ricorrere alla violenza per farsi ascoltare.
Traduzione di Gordiano Lupi