Tellusfolio e Tellus “mappano” l’arte contemporanea nei sui diversi esiti, ma fra i collaboratori della rivista vi sono anche autori come il poeta toscano (“Soglie del silenzio” in Poesie in cerca di Dio, Tellus 24-25) che si ancorano ad una altra linea di lettura dell’arte nella modernità e ne ravvisano i cascami di gioco gratuito, la paradossale incongruenza con la bellezza, e il messaggio spesso immorale perché legato più che allo spirito agli esiti del Mercato. Del resto questo è l’orizzonte oggi di ogni arte: tramontata l’utopia comunista, e non mi riferisco a quella znadoviana di triste memoria, ma anche a quella espressa dalla scuola di Francoforte o da molte avanguardie come quella lettrista o situazionista. Allora il grido di Cipollini, oltre a rientrare in quel tendere le vene del collo tipico di chi è nato nella terra di Federigo Tozzi, (e in “La vetrina delle occasioni” il giornale ri-presenta Bestie, 1917, dello scrittore senese) ha la tagliente fermezza di un manifesto di dolore.
DEI NOSTRI TEMPI
Stato dell’arte
Moltissima della produzione artistica (non esiste più l’Arte) di questi cento anni è miserabile, via via più miserabile: metaforicamente, quando non realmente, merda. Ricordo la provocazione di Manzoni. Negli ultimi tempi si è andati oltre la merda: si espongono cadaveri mutilati e plastificati, e di fronte a cadaveri si fanno recite all’obitorio. Quando si è veduto qualcosa di simile nella storia umana? Che altro-oltre ci dobbiamo aspettare? Urgono talebani iconoclasti. La letteratura non è arrivata a tale degrado, ma nella merda ci saltella alquanto. Fa un poco sperare il fatto che essa è costituzionalmente inadatta a ogni forma astrattiva e informale, a ogni eccesso oltre-la-parola, dato che è fatta di parole e le parole si devono pur riferire a qualcosa, sia pure di idiota e riprovevole, ma che resti concreto e condiviso (vedi il vocabolario). Comunque la narrativa è ormai un prodotto godutamente industriale: le rotative devono girare, girare, girare! Copertine come scatole di cioccolatini. Le case editrici non pensano altro che a smerciare carta stampata: a seguire la Moda se sono medio-piccole, a farla se grandi. La Cultura è la Moda (e viceversa). La poesia editorialmente è una cenerentola senza principe azzurro. Va detto che nella quasi totalità essa è uno scarto terapeutico della psicologia, la quale è già un sottoprodotto magico-culturale fatto con gli scarti di filosofia religione e medicina. Un tempo i maudits si drogavano per scrivere versi, oggi il terapeuta fa scrivere versi (chiamiamoli così) per non drogarsi. Del resto il ritenere l’arte e la letteratura una espressione squisita della propria sensibilità ed esperienza psichica — l’idea è una tara ereditata dal Romanticismo — è il pensiero più insulso che si possa cogitare. La grande arte e la grande poesia sono frutto universale di una Civiltà, non una spremuta personale. (Dio ne perdoni anche il grande Giacomo.) Una vera critica letteraria non esiste più. Quella artistica trionfa in quanto mera prostituzione al mercato, è paroliberismo al soldo dell’immondo circo mostraiolo. Se fossi un pornocritico militante, ovvero mercenario, in un lampo di dignità mi butterei nel fiume, incravattato di sassi (cfr. il consiglio di Gesù ai pedofili). Critici di mestiere, per favore, fate come i lemming, suicidatevi in massa! E poi finalmente il Silenzio, un balsamo beato che unga questi nostri poveri orecchi storditi dal vs. rumore roditorio. Il fatto è che non esiste più una Civiltà, ma una massa informe, una poltiglia umana senza coglioni e senza anima. Gli unici Atti Assoluti — di un coraggio inaudito, adamantino — compiuti sul suolo italico negli ultimi secoli sono avvenuti con la proclamazione, l’8 dicembre 1854, del dogma dell’Immacolata Concezione e, il 1° novembre 1950, dell’Assunzione Corporale di Maria in Cielo. Questo, in due soli articoli, doveva proclamare una Costituzione Europea rivoluzionaria! Quale mai Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, o facsimile, può reggere al confronto? E quale mai Teoria Scientifica? Tutto, ma proprio tutto, al confronto, è fogliame secco al vento della Storia. Se la Cultura ha da essere l’Altro, l’unica alternativa al Mercato Onnipervasivo non può essere che un’Alterità Assoluta.
Istruzioni contro la peste
1) Sbriciolare in pezzi minutissimi la tavola dei valori ereditata dallo storicismo, la quale lumacosamente è ancora inculcata dalla scuola; quanto a strutturalismo, decostruzionismo e simili, si sono autodistrutti, e amen.
2) Ripetersi tre volte al dì, prima dei pasti, che viviamo in un’epoca di completo disfacimento dei valori spirituali (se si ricorda che cosa sono), e quindi masticare pensosamente.
3) Essere certissimi che degli “artisti” celebrati oggi dalla critica stercoraria, e dei letterati aureolati dalle grandi case editrici e dalle relative puttane della critica patinata, non resterà né traccia cartacea né memoria orale né residuo organico alcuno.
4) Non cercare alcun compromesso con quelli del punto 3.
5) Per valutare un libro, chiedersi a chi potrà interessare tra non meno di cinquecento anni.
6) O hypocrite lecteur, sàlvati! L’unica libertà, oggi, è nelle catacombe.
7) E l’ultimo chiuda la botolaah!
Dati segnaletici
1) Marco Cipollini, nato nel Natale del 1946 a Fucecchio (Fi), risiede a Empoli, dove è (stato) insegnante di Lettere. È tra i fondatori e redattori di Erba d'Arno, redattore di Il segno di Empoli e collaboratore di varie riviste letterarie, nelle quali pubblica poesie, racconti e interventi critici.
2) Le sue principali opere edite sono: Rose d'eros, Vallecchi, 1981; Emblemi, Quaderni di Erba d'Arno, 1990; La Passione, Pubblinova Edizioni Negri, 1991; Carmi profani, Erba d'Arno, 1993; L'amante fantasma, Jouvence, 1996; Grandi carmi, Edizioni dell'Erba, 1998. L'origine, Edizioni ETS (Pisa), 2002; Trittico, Edizioni La Copia (Siena), 2005. In edizione privata ha pubblicato Ninfale, un poemetto mitologico. Di Jean-Pierre Cascarino ha tradotto la raccolta di poesie Suite toscane, Edizioni ETS, 2005. Presso ETS, 2004, è uscito Sirene, un poema in cinque libri, di 14.400 esametri, nel quale l’autore riconosce l’opera più completa della sua poiesis (vedi il sito personale).
3) Indirizzario:
Piazza Pinturicchio, 4
50053 Empoli (Fi)
tel.: 0571-73349
e-mail: marco.cipollini1@virgilio.it
http://www.webalice.it/marcocipollini