Ministra degna di tanto Cavaliere, la Gelmini taglia 87.000 posti di lavoro usando i bambini come lancia e scudo. Va predicando la fedele vessillifera di un’armata con a capo il re degli imprenditori nonché curatore del mercato delle pulci Italia, che ai ragazzini d’oggi un maestro solo basta e avanza. Dopo che per anni gli scolari sono passati da un insegnante all’altro, che hanno dovuto imparare a non avere un punto unico di riferimento e a barcamenarsi tra insegnanti e supplenti di insegnanti fra una marea di gente, adesso tutto a un botto viene detto loro che si cambia gioco. Giochiamo al bambino e alla maestra divisi da una cattedra che s’intendono con uno sguardo e si amano come madre e figlio. Roba da libro Cuore.
Ma cosa pensano i signori del Palazzo così abili nel gioco delle tre carte, che siamo una massa di minchioni? Oddio, da come ci lasciamo raggirare potrebbero pure sentirsi autorizzati a farlo, ma c’è un limite a tutto. C’è un limite soprattutto quando si tratta di bambini. I nostri scolaretti che dalla scuola dovrebbero apprendere il mestiere di vivere e non quello di vivacchiare alla meno peggio, secondo l’estro del momento e i calcoli di un programmista senza scrupoli. Scelto voluto e rivoluto dagli italiani. Ebbene sì, siamo un popolo di minchioni, ma non si può permettere che a pagare per il madornale abbaglio siano i bambini.
Diamoci una scossa, di questo passo ci toglieranno pure le mutande.
Maria Lanciotti