Gli ultimi dati sul prezzo del petrolio sono motivo di grave preoccupazione per chiunque, ormai tutti stremati da un aumento senza precedenti dei prezzi, a partire dai generi alimentari di prima necessità, e atterrita dalla prospettiva di una crisi economica globale che può determinare la destabilizzazione degli assetti socio-economici anche del nostro Paese.
Ma chi stabilisce e vigila sul prezzo del petrolio? In Italia dal 1998 non c'è un organismo dello Stato che si occupa di questo aspetto di importanza fondamentale per la vita dei cittadini, prima affidato al CIP, poi al CIPE, ma ora lasciato in mano al mercato governato esclusivamente dagli operatori di settore, di cui lo Stato stesso, attraverso il controllo sull'ENI, è principale rappresentante in Italia con la copertura di oltre il 50% del fabbisogno nazionale, agendo in un regime di monopolio non controllato.
In considerazione di questo, risultano a dir poco offensivi, da parte del Governo nei confronti dei cittadini e dei consumatori, i provvedimenti palliativi che, agendo sulla leva fiscale, fingono ipocritamente di porre riparo all'avanzata dei prezzi dell'energia, visto che il problema, come è sostenuto dagli stessi Paesi produttori, è determinato da una grave bolla speculativa sul greggio gonfiata dal trust delle compagnie petrolifere mondiali, ENI compresa.
Perché l'ENI, e quindi il Governo, pur potendo, non pensa a separasi dalle logiche di cartello del mercato petrolifero, per sostenere davvero lo sviluppo del Paese attraverso una politica più trasparente dei prezzi dell'energia, anziché continuare a sostenere il clima di incertezza finanziaria globale nell'interesse dei potentati dell'economia petrolifera?
Come rilevato dall'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), una corretta valutazione dei costi alla produzione di energia, in presenza di variegate fonti di approvvigionamento (mercato contrattuale OPEC, mercato SPOT, estrazione diretta, ecc.) permetterebbe all'ENI di abbassare notevolmente il costo del petrolio e questo avrebbe un effetto calmieratore e spingerebbe a un adattamento al ribasso dei prezzi praticati dalle altre compagnie.
Tali dati e considerazioni sono alla base di un'interrogazione parlamentare che, insieme al senatore Marco Perduca, abbiamo rivolto ai Ministri dell'Economia e dello Sviluppo Economico.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione