È ormai illusoria qualsiasi alternativa al degrado territoriale e popolare, economico e sociale, morale e civile del nostro paese che non sia anche – come ad esempio “il Manifesto di Ventotene” – alternativa al processo di declino e di corruzione della realtà europea, alla esplosività della situazione medio-orientale e Mediterranea, alla politica di vero e proprio tradimento ideale, istituzionale, morale contro la vita del Diritto e il Diritto alla vita ormai indubbiamente perpetrato e rappresentato dalla “politica” del Presidente Bush. Tradimento del suo giuramento di fedeltà alla sua Patria e i suoi valori.
Se non bastano gli americani per cittadinanza a difendere la verità, la democrazia, la legge, noi americani da sempre, da mezzo secolo almeno, e sempre più decisi ad esserlo, dobbiamo impegnarci per accorrere in loro aiuto, come essi hanno fatto a due riprese, salvando l’Europa con la loro forza, il loro sangue.
Dopo le conclusioni del Comitato Rockefeller del Senato, martedì prossimo, con la Commissione Giustizia del Congresso, si affrontano le documentate menzogne e irresponsabilità del Presidente per poter imporre non già la caduta di Saddam e la democrazia per l’Iraq, ma la “sua” guerra contro la verità e le leggi del proprio Paese degli Usa.
Marco Pannella
(da Notizie radicali, 23 giugno 2008)
Iraq. Il congresso Usa attesterà le non verità di Bush
Chiediamo di essere ascoltati, l’esilio di Saddam avrebbe evitato la guerra
Roma, 23 giugno 2008 – L'esilio di Saddam Hussein fu davvero un'alternativa credibile e realizzabile per evitare la guerra in Iraq. L'opportunità, tuttavia, malgrado raccolse per iniziativa dei Radicali Italiani un vasto consenso internazionale, venne ignorata dall'amministrazione statunitense che già era pronta per il conflitto.
Lo ha ricordato oggi in una conferenza stampa alla Camera Marco Pannella, alla vigilia dell'inizio dei lavori della commissione Giustizia del Congresso degli Stati Uniti. «A meno di inattese sorprese», ha dichiarato Pannella, rimarcando che della vicenda si è già occupato il Comitato Rockfeller del Senato americano, «è facile prevedere che verrà confermato in modo inequivoco che il presidente George Bush e la sua amministrazione non hanno detto tutta le verità sulle cause della guerra in Iraq».
«Nulla si sa di concreto né mai sono state fornite prove attendibili» ha aggiunto Pannella «sulle armi di distruzione di massa o del complice legame tra Saddam Hussein e Bin Laden».
Oggi come cinque anni fa, quando Pannella e i radicali per primi si mossero per ricercare una via d'uscita al dittatore iracheno, viene confermato che «non si è cercato di convincere Saddam della convenienza dell'esilio. Per questo chiediamo di essere ascoltati dal Congresso Usa per rendere pubblico ciò che avevamo denunciato». Proprio in una nota trasmessa ieri, Pannella aveva ricordato che dopo le conclusioni del Comitato Rockefeller del Senato la Commissione Giustizia del Congresso avrà modo di affrontare «le documentate menzogne e irresponsabilità del presidente per poter imporre non già la caduta di Saddam e la democrazia per l'Iraq, ma la 'sua' guerra contro la verità e le leggi del proprio Paese».
(da una nota di agenzia letta a Radio Radicale)