Premessa
La pittura di storia è una delle espressioni più importanti della cultura romantica italiana che si ispira al Medioevo. Molti pittori, nell’Ottocento, rappresentarono nelle loro opere episodi di storia in cui i liberi Comuni, le Città marinare e popoli oppressi combatterono con coraggio ed eroismo contro lo straniero per la libertà e l’indipendenza.
Spinti dalla curiosità di studiare la storia con altri strumenti, abbiamo scelto di analizzare in pittura alcuni episodi storici strettamente correlati al programma svolto.
F. Hayez e la pittura di storia:
Gli episodi da noi scelti sono: I vespri siciliani, Pietro l’eremita e Pietro Rossi e l’inviato dei veneziani, dipinti da Francesco Hayez (Venezia 1791- Milano 1882).
Nel 1820 Hayez divenne il rappresentante dei romantici milanesi con il dipinto Pietro Rossi, prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli.
Egli riportò nelle sue opere molti episodi di storia, tanto da essere definito pittore ufficiale della pittura storica e affidò ai suoi quadri la stessa funzione che in letteratura era stata affidata al romanzo, quella di istruire il popolo e di sensibilizzarlo alla causa politica.
Analizzando i suoi dipinti e ascoltando le musiche di Giuseppe Verdi, tratte dalle opere I Vespri siciliani e I Lombardi alla I crociata abbiamo notato che esistono tra loro elementi comuni, infatti entrambi, tramite la forte teatralità, fanno partecipare attivamente il popolo, coinvolgendolo nelle vicende storiche e suscitando nello spettatore forti emozioni. Hayez infatti oltre ad essere pittore era anche scenografo e nei suoi dipinti sono presenti scene simili al melodramma.
L’episodio dei Vespri (1282) ricorda la rivolta siciliana contro i francesi, a seguito dell’oltraggio subito da una donna siciliana da parte di un soldato francese.
Nell’Ottocento l’episodio assunse un significato politico-patriottico e fu rappresentato in letteratura, in musica e in pittura.
Michele Amari e Il Vespro Siciliano
In letteratura, l’episodio del Vespro che si verificò a Palermo, il 31 marzo 1282 , fu ripreso da Michele Amari (Palermo 1806-Firenze 1889) uno dei personaggi più importanti della nostra storia politico- culturale, patriota e storico siciliano, che nel 1842 scrisse Il Vespro siciliano.
Egli studiò approfonditamente la civiltà della Sicilia musulmana, la storia dell’Italia meridionale durante l’alto Medioevo, i rapporti tra le repubbliche marinare italiane e gli stati arabi del Mediterraneo; momenti di storia che noi abbiamo studiato e che, essendo stati ripresi nell’Ottocento, ci hanno consentito di capire come la storia guardi al passato e come attinga da esso esperienze e modelli di vita per educare individui, popoli e generazioni.
Michele Amari infatti scrisse Il racconto popolare del Vespro siciliano, nel sesto centenario della ricorrenza, per far rivivere agli italiani il sentimento della lotta combattuta dai siciliani contro Carlo D’Angiò, simbolo di tutte le lotte combattute contro le tirannidi e contro le dominazioni straniere.
Amari definì il movimento meramente popolare e repubblicano e infatti, nella chiusa della prefazione, dettata per l’edizione ridotta del I gennaio 1882, dice: “la riscossa dei nostri tempi, coordinata al movimento di tutta la nazione, ci ha dato l’Italia libera e una, la civiltà in progresso, i commerci ravvivati, le industrie rinascenti e il papato nei confini della autorità spirituale, i quali esso aveva rotti da più di mille anni…”.
Confronto fra letteratura e pittura
Confrontando il racconto di Michele Amari con il dipinto di Francesco Hayez, abbiamo notato una differenza sostanziale, poiché nel quadro viene rappresentato soltanto il punto più importante del racconto, con la presenza della donna che subisce molestie da parte di un soldato francese, il quale pensa che lei nasconda le armi del marito sotto le vesti.
Michele Amari invece racconta l’episodio nei particolari:
-Andava in chiesa una giovane avvenente e di aspetto signorile coi parenti e col marito. Droetto, familiare del giustiziere, le si fa incontro per cercare armi, le caccia la mano in petto-; secondo Niccolò Speciale l’insulto fu più grave.
A tanto oltraggio la donna stava per svenire e la sostenne il marito, mentre in un baleno un giovanotto, strappata dal fianco di Droetto la spada gliela immerse nel ventre. I presenti urlarono: ”Muoiano i francesi” e il grido, come voce di Dio, dice uno scritto di allora, tuonò per tutta la campagna.
Nel quadro vengono usati sia colori cupi che colori molto vivaci, fra cui prevalgono il rosso, il bianco e il giallo. Il quadro fa parte della corrente storico-patriottica e le parole utilizzate nel racconto, di tono romantico, esprimono l'amore per la patria; il tema principale su cui si basa il racconto è infatti l'amore per la patria e il senso di libertà ritrovato dal popolo dopo la sconfitta dei francesi, tema ricorrente nel nostro Ottocento patriottico.
I momenti di storia che abbiamo posto in relazione a questo dipinto sono:
Il giuramento dei Sassoni a Napoleone di Pietro Benvenuti e L’entrata di Carlo VIII a Firenze, di Giuseppe Bezzuoli, poiché ambedue le opere parlano della perdita di libertà.
La crociata condotta da Pietro d’Amiens, detto l’eremita e dal cavaliere, Gualtieri Senz’Averi, detto l’eloquente, fu rappresentata da Francesco Hayez nel 1829 nel dipinto Pietro l’eremita. Questa crociata (1096–1099) è definita dei pezzenti, perché era formata da una massa di gente povera e priva di ogni organizzazione militare. Al centro del dipinto è rappresentato Pietro l’eremita sopra una mula bianca, che regge una bandiera bianca con una croce rossa ed incoraggia il popolo ad andare con lui, per combattere e liberare Gerusalemme dagli infedeli. Tra le persone riunite intorno al frate si trovano uomini nobili, soldati, popolani e altri che prima di partire salutano i loro cari, abbracciandoli. A sinistra del quadro è rappresentato un uomo seminudo in ginocchio, che bacia una croce fatta di fuscelli. I movimenti e i gesti dei personaggi esprimono le emozioni e i sentimenti più personali proprio come accade nel melodramma; i lineamenti del viso, molto tesi, in alcuni di essi manifestano tristezza, malinconia e paura ma in altri, come nel frate, esprimono eroismo e coraggio. Il paesaggio dove è rappresentata la scena è in campagna e in lontananza s’intravede un castello. La prospettiva utilizzata è molto ampia e riesce a comprendere gran parte del paesaggio.
Confronto tra Pietro Rossi e l’inviato dei veneziani e I Vespri siciliani:
La storia racconta che Pietro Rossi, signore di Parma, era stato scelto come comandante dell’esercito veneto per combattere contro gli scaligeri (eventi che risalgono al quarto decennio del XIV secolo).
Hayez rappresenta il momento più drammatico: Pietro Rossi pronto per partire, circondato dai familiari che lo implorano di rimanere e dal messaggero che lo incita a partire, per dare inizio alla battaglia e salvare la patria.
Nei due dipinti I Vespri Siciliani e Pietro Rossi il tema comune è la rivolta per la libertà.
Leggendo attentamente questi due quadri abbiamo capito che in entrambi è rappresentato il momento che precede l’inizio della battaglia in modo diverso, ma molto drammatico. I personaggi sono disposti come in una scena teatrale e l’aspetto fisionomico ne caratterizza sentimenti e stati d’animo. Nel dipinto I Vespri siciliani, i personaggi sono molto imbronciati e pronti a combattere dopo l’accaduto come possiamo notare dall’espressione del ragazzo siciliano ben diversa da quella della donna che ha appena ricevuto la molestia. I personaggi in Pietro Rossi esprimono dolore proprio come in una tragedia. Riprendendo la scenografia di Hayez, possiamo dire che in questi due quadri si nota una divisione tra i personaggi come nel melodramma: quelli secondari sono posti in fondo e come sul palcoscenico rappresentano il coro mentre i personaggi principali sono situati al centro del palco e in relazione all’opera rappresentano colui che nel melodramma svolge il ruolo di protagonista.
Nel primo dipinto, secondo il nostro punto di vista, la funzione del coro viene assegnata al popolo, rappresentato in lontananza e la parte del protagonista è affidata al ragazzo siciliano e al soldato, che è stato appena ferito. Nel secondo quadro invece la funzione del coro è assegnata ai soldati che rimangono nell’ombra, dietro Pietro Rossi, mentre la parte principale è affidata a Pietro Rossi, ai familiari e al messaggero. L’aspetto fisionomico dei personaggi del quadro Pietro Rossi ne esprime chiaramente i sentimenti; si nota infatti un senso di disperazione nei familiari, di persuasione nel messaggero e di indecisione in Pietro Rossi. L’ambiente di questi due dipinti è diverso: nel primo viene rappresentato il paesaggio marittimo della Sicilia in modo molto ampio mentre nel secondo è rappresenta soltanto la stanza dove vengono inseriti i singoli personaggi. Il paesaggio del primo quadro è ampio: rappresenta una campagna, con in lontananza il paese, gli scogli, una chiesa e al centro un tabernacolo con in cima una croce che esprime il rapporto Dio-popolo. L’ambiente del secondo quadro è invece molto ristretto e l’unica cosa che ci permette di riconoscere che è la stanza di un castello sono i muri e gli abbigliamenti casalinghi delle donne. In entrambi i quadri l’abbigliamento è lo stesso, infatti sia nel primo che nel secondo i personaggi maschili sono vestiti con delle calzamaglie e delle camicie abbondanti e le donne con delle lunghe vesti e con il capo coperto da lunghi veli bianchi. L’assenza di luce nel quadro Pietro Rossi non ci permette di individuare gli abbigliamenti dei soldati e la stanza dove si svolge l’avvenimento, mentre nel dipinto i Vespri Siciliani, l’abbondanza di luce ci permette di studiare e vedere i vestiti e l’ambiente dove è avvenuto il fatto storico.
Conclusione
Questo lavoro è stato molto utile, perché ci ha fatto capire che il nostro apprendimento può essere ampliato utilizzando altri linguaggi espressivi come la pittura e la musica.
Ponendo quindi in sinergia questi linguaggi con la letteratura e la storia, abbiamo letto e analizzato con una prospettiva più ampia alcuni avvenimenti storici: in pittura Pietro Rossi, in pittura e in musica Pietro l’eremita; in musica, in pittura ed in letteratura I Vespri siciliani.
Per la lettura di questi quadri abbiamo imparato prima a riconoscere gli elementi essenziali di un dipinto: l’aspetto fisionomico, la prospettiva, il colore, l’ambiente e le tecniche usate dal pittore e dopo li abbiamo individuati nei quadri analizzati, cercando di capirne il significato.
Il collegamento del melodramma di G. Verdi con la scenografia di F. Hayez, ci ha aiutato a interpretare con più facilità questi dipinti, perché abbiamo capito che, nella maggior parte dei casi, il personaggio posto al centro del quadro è il personaggio principale e che ha la stessa funzione del cantante nel melodramma, mentre i personaggi che si trovano dietro il protagonista sono quelli secondari e rappresentano il coro.
Questo lavoro ci è servito per uscire dall’ambito tecnologico dove ci troviamo attualmente ed inserirci nel campo artistico - musicale, ampliando il nostro panorama culturale, visto che nella scuola che stiamo frequentando non sono presenti questi tipi di linguaggi.
Studenti del biennio ITIS “A. Meucci” Firenze
Francesco Hayez:
“I vespri siciliani” 1846, cm 225x300, Galleria d’arte moderna, Roma
“Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli, 1818
“Pietro l’Eremita predica la crociata, 1828 circa