(Il documento è stato recapitato ieri, 25 marzo 2008, ai destinatari indicati)
Signor Presidente,
quando la corporazione degli autotrasportatori organizzò il blocco natalizio dell'Italia, il Suo Governo impiegò poche ore a trovare le ingenti risorse per saziare i rivoltosi. Non sono invece bastati sette anni per un atto dovuto di rispetto per le persone disabili: il rinnovo del “nomenclatore”, cioè l'elenco delle strumentazioni che lo Stato fornisce per il superamento di disabilità. Evidentemente la “colpa” di questi cittadini è quella di non essere fisicamente in grado di riunirsi in corporazione per bloccare strade e aeroporti, o ricattare entrambi gli schieramenti.
Il “nomenclatore” è fermo dal 1999, nonostante la legge preveda sia rinnovato al massimo ogni tre anni. Durante il decennio trascorso, il progresso ha fatto passi da gigante nelle strumentazioni per la comunicazione, come quelle che consentirono a Luca Coscioni e Piero Welby fare lotta politica nonostante la prigione di un corpo muto e immobile. Sarebbe stato sufficiente rispettare la legge e aggiornare gli elenchi, ma in Italia i termini di legge sono davvero obbligatori solo per i cittadini, mentre per lo Stato sono facoltativi. E così, dopo cinque anni di inerzia del Governo Berlusconi, il Ministro della Salute Livia Turco ha messo in piedi una Commissione governativa, che ha lavorato per due anni. Il risultato è stato consegnato alla Conferenza Stato-regioni, con un pubblico impegno da parte del Ministro di arrivare a una decisione il 6 marzo scorso, rinviata poi al 20 marzo. In quella data, con un capolavoro di impreparazione, la decisione è stata rinviata ancora.
Pare il Governo abbia scoperto, dopo sette anni, un problema di copertura finanziaria, relativo a cifre ridicole se comparate a quelle elargite agli autotrasportatori. Domani, mercoledì 26, c'è l'occasione, forse l'ultima della legislatura, di una riunione della Conferenza Stato-Regioni per prendere questa decisione. Se andasse sprecata, si dovrà attendere altri mesi, forse anni.
Come i cittadini disabili, anche i portatori di malattie geneticamente trasmissibili non sono organizzati per la rivolta di piazza e le clientele. Sarà per questo che da otto mesi le linee guida della legge sulla fecondazione assistita sono scadute – e le precedenti non sono nemmeno più in vigore, perché annullate dalla magistratura – senza che il Ministro della Salute Livia Turco abbia provveduto a rinnovarle. Nel frattempo, i malati sono privati delle garanzie giuridiche sulla fecondazione e l'analisi genetica pre-impianto. Un esempio: Barbara S. – con la quale posso metterLa in contatto – ha un figlio di pochi mesi, affetto da atrofia muscolare spinale, condannato a morire per soffocamento nel giro di poco tempo. Barbara e il marito sono portatori sani. Vorrebbero un altro figlio, e si preparano ad andare all'estero, pronti a pagare di persona l'assoluta incertezza del diritto, nonché la inerzia del Governo da Lei Presieduto.
Invio questa lettera per conoscenza al Presidente della Repubblica, come garante della legalità istituzionale. La invio anche ai candidati premier, sperando non la considerino come un eccesso di concretezza legalitaria rispetto alla grande disfida mediatica che li vede impegnati. Trattandosi di atti dovuti, e quindi realizzabili anche in “disbrigo degli affari correnti”, mi auguro, Signor Presidente del Consiglio, che Lei vorrà intervenire immediatamente, come è nel potere, e quindi nel dovere, del Suo Governo. In alternativa, mi auguro che chi ci legge per conoscenza non vorrà restare inerte di fronte a ferite forse “piccole” (?), ma certamente emblematiche dell'impotenza del potere italiano.
Marco Cappato
Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
(da Notizie radicali, 26 marzo 2008)