Venerdì , 01 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Rimeditazioni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Sono un ammiratore del Presidente Ciampi, ma sull’inno non sono d’accordo  
Del povero Giovanni Paolo ci sarà tempo di parlare con maggiore pacatezza quando cominceranno a ritirarsi le acque del maremoto mediatico
03 Marzo 2006
 
Anch’io “voglio bene al Papa” vorrei dire con il grande don Primo Mazzolari, dopo aver sopportato con crescente fastidio la grancassa mediatica che ha accompagnato – e direi sopraffatto - l’agonia e poi la morte di Giovanni Paolo II. Fastidio è dir poco. Si è superato ogni limite. Un quotidiano, quello fondato, ma poi rinnegato da Montanelli, è arrivato a scrivere, in morte di Giovanni Paolo II: «Papa nostro che sei nel cieli» così parafrasando la più bella e più cara delle preghiere, uscita dalla bocca stessa di Gesù e tramandataci dal Vangelo. Quasi come a dire al Padre eterno, titolare del posto: “fatti in là, perché arriva uno più importante”.
Si è distinto sopra tutti quel ciambellano di corte che risponde al nome di Bruno Vespa. Se fosse possibile inviterei innanzitutto gli oppositori, ma anche i suoi, a non cadere nelle sue panie. È toccato agli organi più direttamente e intimamente interessati, quali L’Avvenire e, niente meno, L’Osservatore Romano, di fornire un esempio di moderazione che si traduce anche in un invito al senso della misura.
Di lui, del povero Giovanni Paolo, ci sarà tempo di parlare con maggiore pacatezza quando cominceranno a ritirarsi le acque del maremoto mediatico momentaneo.
* * *
Sono un ammiratore del nostro Presidente della Repubblica, il toscano Carlo Azeglio Ciampi. Lo ammiro anche per le difficoltà crescenti in cui si trova a svolgere il suo alto compito. Apparteniamo oltretutto alla stessa trafila generazionale. Su un punto tuttavia non mi trovo d’accordo: la sua passione per l’inno nazionale, quel “Fratelli d’Italia” di Goffredo Mameli. Ne capisco le ragioni: far vibrare le corde di un maggiore sentimento patriottico e di unità, ora a rischio, fra gli italiani. Un’impresa generosa ma improba. A parte il fatto che le diversità possono costituire una ricchezza se prese nel giusto modo (le disuguaglianze se mai sono da combattere), il guaio è che l’inno è brutto, così saltabeccante e privo di solennità, soprattutto se paragonato agli altri inni nazionali, almeno a quelli del mondo occidentale (degli altri non posso dire niente perché non li conosco).
Io mi ricordo bene di quando, caduta con il re di maggio Umberto II la monarchia, e divenuta improponibile la Marcia Reale, ci trovammo senza inno nazionale e si ripiegò provvisoriamente sul Mameli, in attesa di porre mano a un inno degno del nome e della storia anche musicale di un paese come il nostro, che, dopo tutto, non comincia e non finisce col Risorgimento.
Se poi andiamo a vedere il testo, poveri noi: quel “elmo di Scipio” di cui la povera Italia eroicomicamente “si cinge la testa”, quel “dov’è la vittoria, le porga la chioma” quel “schiava di Roma”.
A queste critiche è opportuno far seguire una considerazione di carattere più generale: noi italiani siamo incapaci di nutrire per il nostro paese un amore, per così dire, normale, naturale. Siamo continuamente o alternativamente sballottati tra lo sprezzo (porca Italia era un’interiezione frequente sulle labbra dei nostri nonni) e l’esaltazione nazionalistica.
* * *
Queste note vedono la luce a celebrazione ormai trascorsa del 25 aprile. Una data a me, e a padre David Maria Turoldo, molto cara avendo vissuto dall’interno e giocato una certa parte nelle vicende che l’hanno preparata. Vicende durante le quali il convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo a Milano, dove eravamo approdati nel 1941, aveva finito per diventare un centro di attività legate alla Resistenza. La fuga, dopo i grandi bombardamenti dell’estate del ’43, dei nostri confratelli più anziani, ci aveva lasciati liberi di decidere a nostro piacimento.
Il ricordo è reso amaro da ciò che l’ha di poco preceduta: il voto al Senato che ha maciullato la nostra Costituzione. Anche di questo si dovrà riparlare. Per intanto ho aderito al movimento per la difesa della Costituzione. Con una precisazione: difesa non vuol dire irriformabilità delle parti rese caduche dal trascorrere degli anni e dalle grandi trasformazioni intervenute nella nostra società.
* * *
In queste ultime settimane è venuto in primo piano il tema dell’accanimento terapeutico: staccare o no la spina e, di conseguenza, a chi tocca deciderlo. Sembrerebbe a prima vista ragionevole l’affermazione di chi dice che in questo campo non dovrebbero metter mano gli organi del potere pubblico: parlamento, governo, ma il fatto è che in questo genere di cose non possono non entrare in gioco le fedi, le appartenenze ideologiche, le visioni del mondo, i modi di concepire la vita e la morte. Mi piace ricordare, a questo proposito, il caso di un eminente sacerdote della nostra diocesi che chiese e ottenne la fine dell’accanimento terapeutico sulla propria persona e poco dopo si spense in pace.
* * *
Nella prima puntata, in gennaio, di queste rimeditazioni, riferendomi ad uno scritto dove Aldo Bonomi, al rientro dalla sua trasvolata sulla Città infinità, scopriva, o riscopriva, il quartiere, il tutto all’insegna del “bisogno di comunità”, gli indicavo la realtà molteplice delle parrocchie, quelle milanesi innanzitutto, tornate a una nuova vitalità dopo il relativo oscuramento dovuto agli anni da una parte della contestazione e dall’altra dello sviluppo abnorme della città (infinita appunto).
Quale realtà più rispondente al concetto di comunità di una parrocchia, forse il comune, forse i partiti, forse le corporazioni, forse i sindacati?
Da una di queste parrocchie, quella di S. Giovanni in Laterano, una parrocchia a me cara per ragioni familiari, ci viene ora per i tipi delle edizioni Servitium, una Via Crucis di straordinaria originalità e bellezza (quante riscoperte ci riserva il mondo religioso): testo di uno dei protagonisti della vita pastorale milanese, grande allievo di Martini e notevole poeta, don Angelo Casati e immagini del nostro Valerio Righini. Ci tenevo a segnalarla.
 
Camillo de Piaz
(da Tirano & dintorni, maggio 2005)

Articoli correlati

  Vetrina/ Paola Mara De Maestri. Santo Padre
  Mellana. Due papi
  Attilio Doni. I morti vanno lasciati in pace
  Elisa Merlo. Come mai, Vespa? Come mai?
  Lettera di Emma Bonino al conduttore di “Porta a Porta” Bruno Vespa
  Carlo Forin: Carlo Azeglio Ciampi
  Premi e concorsi/ Associazione Poièin in Piateda (So). I premiati 2009 e la nuova edizione del “Premio Turoldo”
  Carlo Forin. Massa e Meriba: che cosa significano?
  Tirano. In Basilica “La Parola si è fatta Canto”
  Carlo Forin. Le lodi = Salmi
  Piccole librerie mon amour
  Carlo Forin. Due alleluja nel salmo 148
  Carlo Forin. David Maria Turoldo, profeta moderno
  Carlo Forin. Pasture
  Andrea Ermano. Chi dice instabile a chi?
  Referendum ‘costituzionale’. Manifestazioni del Partito Radicale davanti alle sedi RAI
  Cappato (Ass. Coscioni): “Bloccato servizio Iene su disabili con Renzi”
  Mellana. Il PD è per un bel NI
  Costituzione. Campagna per la modifica dell'articolo primo. Presentata proposta di modifica costituzionale
  A Morbegno e a Tirano incontri pubblici del M5S sul referendum costituzionale
  “Nexus causalis”. Io voto NO perché...
  “Salviamo la Costituzione, aggiornarla non demolirla”
  Carlo Forin. L’inferno dei viventi
  Lettera VII. “Elezioni” pro­vin­cia­li: prove tec­ni­che di nuovo Senato
  Lidia Menapace. Esercitare la sovranità popolare: e uno, e due, ecc.
  La Costituzione italiana: bella, da amare e rispettare. In parte ancora da realizzare
  Andrea Ermano. Se voto “No” casca il mondo?
  Giannelli. Prognosi riservata
  “Re-nzi-ferendum”. Io voto NO perché...
  Vuoi votare per il referendum? Io voto SÌ perché...
  Referendum: “La par condicio non c'entra nulla”
  Lidia Menapace. Le priorità
  Cittadinanza e Costituzione insegnate a scuola? Ottimo... ma quale Costituzione?
  Mario Lucchini. L’inghippo
  Francesco Cecchini. Lorenzoni Anpi e Puppato Partito democratico
  Intervallo/ Sillogismi e Casa Pound
  Carlo Forin. Italia 2016-Italia 1948
  Carlo Forin. È sbagliato il quesito costituzionale
  Enea Sansi. Della tesaurizzazione dei risultati del Refe­ren­dum del 4 dicembre
  Le menzogne della Ministra Boschi e del Sen. Mauro Del Barba
  Giuseppe Civati. Il nostro impegno per il no alla riforma costituzionale, e non solo
  Paolo Diodati. Renzi all’ultima spiaggia: “Senza di Me… il diluvio!”
  Referendum costituzionale del 25 e 26 giugno 2006
  Roberta De Monticelli. Ma perché dici sì a una riforma costituzionale sulla quale sputi?
  “Non lasceremo sopravvivere questa indegna legge”
  Enea Sansi. Referendari e referendum
  Enea Sansi. Combinato (in)disposto
  Giuseppe Civati. Decisamente no, contro le leggende metro­po­li­ta­ne, da qualsiasi parte esse provengano
  Il Presidente incarichi Enrico Letta
  Autonomia di Valtellina e Valchiavenna: Vittoria del NO. La parola ora ai cittadini
  Felice Besostri. Verso il Referendum: Perché No
  Cesare Salvi. Berlinguer e la riforma costituzionale
  I-Lab. Chiavenna: Evento in-formativo sul Referendum costituzionale
  Lidia Menapace. Referendum
  REFERENDUM. Maria G. di Rienzo: una riflessione sulla Costituzione
  Renato Pasqualetti. Il dato che emerge è la confusione
  Lidia Menapace. Periodo sismico
  Carlo Forin. Come votano i 'veri' partigiani?
  Bene Marino: non si può definire per legge l'accanimento terapeutico
  “Come uscire dalla crisi”
  Milano. Il centenario della nascita di padre Camillo De Piaz
  'l Gazetin con l'elmo di Righini
  “Di snodi e di meandri”. Mostra personale di Valerio Righini
  INTERDIPENDENZA, rivista per il dialogo tra le religioni.
  Valerio Righini nelle corti di Tirano
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.5%
NO
 29.5%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy