Il 25 novembre scorso l’Agenzia delle Entrate ha approvato la modulistica per il CUD 2006 (certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente), inserendovi per la prima volta una chiara avvertenza circa le conseguenze della mancata espressione da parte del contribuente della scelta di destinazione dell’8 per mille. Sino allo scorso anno, al contrario, gli effetti della scelta non espressa erano stati accuratamente nascosti ai contribuenti italiani, il 60% dei quali, tratti in inganno, non firma in nessuno degli spazi previsti, così arricchendo la Conferenza episcopale italiana.
La certificazione dovrà essere consegnata al lavoratore entro il 15 marzo 2006.
Testo dichiarazione dei redditi 2005: «La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta non espresse da parte del contribuente».
Testo CUD 2006: «Avvertenze: La mancanza della firma in uno dei setti riquadri previsti costituisce scelta non espressa da parte del contribuente. In caso di scelta non espressa, la ripartizione della quota di imposta non attribuita si stabilisce in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alle Assemblee di Dio in Italia e alla Unione delle chiese valdesi e metodiste, sono devolute alla gestione statale».
«Si tratta» ha dichiarato Maurizio Turco, segretario dell'associazione radicale Anticlericale.net «di un piccolo ma significativo successo della lotta di anticlericale.net, che il 15 marzo 2004 aveva diffidato la Presidenza del Consiglio e il Ministro dell’economia a “modificare con la massima urgenza la modulistica predisposta per la scelta di destinazione dell’8 per mille, nella parte in cui non informa circa la destinazione dell’otto per mille degli italiani che non esprimono una scelta”.
«Viene così meno una delle tante violazioni della legge sull’8 per mille, attraverso le quali la Conferenza episcopale italiana ogni anno incassa 1 miliardo di euro.
«È il primo passo per far uscire i contribuenti dalla forzata ignoranza. Il Governo informi, ora, anche tramite campagne mediatiche, quel 60% di italiani che non esprime alcuna scelta perché ingannato sulla reale destinazione dei fondi».
«Aspettiamo, intanto, che il Ministro dell’economia risponda alle interrogazioni parlamentari oramai giacenti da mesi», ha aggiunto Mario Staderini, responsabile della campagna “8 per mille” per la medesima associazione. «E che la Presidenza del Consiglio rimuova il segreto di Stato che ha posto alla nostra richiesta di conoscere il perché, nonostante la legge lo imponga (dal 1990 ad oggi i fondi destinati alle confessioni religiose -in particolare alla Chiesa cattolica- sono quintuplicati), non si è ancora provveduto alla modifica dell’aliquota dall’8 al 4 per mille».
«Pur essendo contrari a qualsiasi forma di finanziamento pubblico delle confessioni religiose», hanno concluso i due, «riteniamo che comunque non si possa eludere il rispetto della legge esistente, cancellandone le applicazioni clericali stratificatesi in più di un decennio e che consentono alla CEI (e allo Stato Vaticano tramite essa), di governare autoritariamente la comunità cattolica così come di guidare i clericali di tutte le risme (che la classe dirigente italiana sta esprimendo in abbondanza), oggi all’attacco della libertà di coscienza di ciascun individuo.
«Il rispetto della legge sull’otto per mille, dunque, deve essere obiettivo del prossimo Governo. Per poi abolirlo progressivamente».
anticlericale.net