Dice Giuseppe De Rita, sociologo, tra i fondatori del Censis (Centro studi investimenti sociali): quella di oggi è una società a coriandoli, sempre più sparpagliata. Spezzettata. Potremmo così definire la proposta di Finanziaria uscita dal Consiglio dei Ministri: un po' a tutti per non dare a nessuno, con molta furbizia.
Il 43% delle imposte sui redditi più alti non è tale perché il 17% ufficiale di ricchezza sommersa, in realtà, è quasi il doppio, il che significa che l'aliquota del 43% aumenta considerevolmente oltre il 50%, incidendo su una base imponibile minore. I punti in meno di Ires (imposta sul reddito delle società) vengono assorbiti dalla indeducibilità di una serie di voci, il che porta alcune imprese a pagare di più. L'Irap (imposta regionale sulle attività produttive), in attesa che muoia, è stata lasciata alle regioni che avranno i loro problemi nel futuro, lo sconto sull'Ici (imposta sugli immobili) dovrà essere parallelo alla rivalutazione catastale, che è stata affidata ai comuni sempre più affamati di entrate e non si sa quanti proprietari avranno diritto allo sconto. Dopo la stangata della Finanziaria 2007 si aspetta quella furba del 2008. Il contribuente se ne accorgerà a fine mese, nonostante quel che dicono i telegiornali di Stato.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc