Martedì 14 agosto, le autorità cubane hanno scarcerato il dissidente Lázaro González Adán, secondo oppositore liberato nell'isola in meno di una settimana. Venerdì scorso era stata la volta di Francisco Chaviano.
González Adán, membro della illegale Confederación Obrera Nacional Independiente de Cuba, era ormai giunto al compimento della condanna a tre anni di carcere inflittagli per resistenza e disobbedienza: incarcerato il 14 ottobre 2004 è rimasto detenuto in una prigione di Camagüey, attendendo per due anni la sentenza, come ha dichiarato Elizardo Sánchez, della Comisión Cubana de Derechos Humanos. L'accusa era di aver compiuto resistenza nei confronti di agenti di polizia, dopo che aveva esposto una bandiera cubana con una frase dell'eroe nazionale José Martí sulla facciata della sua casa.
Secondo Sánchez le due scarcerazioni avvenute a distanza di pochi giorni non costituiscono comunque una nuova tendenza del governo provvisorio di Raúl Castro: «Né la scarcerazione di Chaviano né questa di González Adán sono indicative di alcuna tendenza, sono prigionieri che hanno scontato la loro condanna».
Secondo i dati della Comisión Cubana de Derechos Humanos sono 250 i prigionieri politici che stanno scontando delle condanne nelle carceri cubane, 72 dei quali adottati quali “prigionieri di coscienza” da Amnesty International.
Nella foto. Da sinistra: l'attivista sindacale indipendente Lázaro González Adán; i giornalisti Carlos Serpa Maceira e Marilyn Díaz Fernández, moglie di Làzaro; Moisés Leonardo Rodríguez Valdez e la giornalista Fara Armentero, esiliata politica negli Stati Uniti.