La solerte e sbrigativa risposta negativa alla candidatura di Marco Pannella da parte del comitato costituente del Partito Democratico è sintomatica della chiusura politica ai temi che Pannella e la storia radicale incarnano.
Invece che raccoglierla come una sfida interessante dando un segnale di apertura a chi ha deciso di prendere sul serio la corsa alle primarie, e perciò anche alla leadership del Partito Democratico, la risposta data in queste ore è sintomo di un vecchio riflesso partitocratico e di chiusura a riccio nelle gabbie delle segreterie.
A cosa servono delle primarie se non sono aperte a tutti, ma solo a chi si presenta con la tessera giusta?
La storia radicale della doppia tessera, del fare un tratto di strada insieme su obbiettivi comuni, è la motivazione che mi spinge a chiedere di sostenere la candidatura di Pannella con l’invito a firmare per non lasciare intentata questa oppurtunità.
A cosa serve un partito democratico che decide in stanze chiuse chi può entrare e chi no? Quale presenza è considerata opportuna e quale no? È davvero questo il partito nuovo di cui l’Italia ha bisogno?
Compagni democratici, avete una buona occasione per smentire le cassandre che vedono già morto il Partito Democratico prima ancora della sua ufficiale nascita, avete l’occasione per smentire come il Partito Democratico non sia solo l’unione fredda di alcune segreterie di vecchi partiti, ed è quella che generosamente vi offre Pannella.
La chiusura solitamente è sintomo di paura, spero che non siamo i temi della laicità e della libertà a farvela.
Donatella Poretti