Grande successo per la Società di Sviluppo Locale. Nel corso del convegno “Quale futuro per il bosco valtellinese? Scenari e proposte di sviluppo della filiera bosco-legno”, organizzato dalla Società di Sviluppo il 16 luglio scorso presso la Camera di Commercio di Sondrio, uno dei relatori, Valerio Prignachi, vicepresidente vicario dell’Unione Nazionale Comunità Enti Montani, ha dato notizia di un accordo con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per avviare a soluzione un problema che riguarda l’intero territorio nazionale, non solo sotto il profilo economico, ma anche per quel che riguarda la sicurezza dei bacini fluviali. Prignachi ha quindi suggerito che la provincia di Sondrio possa diventare un luogo di sperimentazione esemplare, anche sulla base dei risultati della ricerca presentata dalla Società di Sviluppo Locale.
Lo scopo del convegno è stato brevemente illustrato da Sergio Schena, Amministratore Delegato della Società di Sviluppo, mentre le caratteristiche della ricerca sono state presentate da Andrea Martignano, coordinatore scientifico dei progetti della Società, e da Paolo Valsecchi, estensore del progetto.
La filiera del legno è una parte centrale della tradizione e dell’identità valtellinese. Numerosi sono i settori coinvolti: segherie, edilizia, mobilifici, serramenti, trasporti, artigianato, con importanti ricadute anche sul turismo.
Recentemente si è verificata una forte accelerazione del trend di crescita in quanto si sono trovati nuovi utilizzi del legno come materia prima pregiata e biosostenibile e per la produzione di calore ed energia, essendo il legno una fonte di energia rinnovabile.
In provincia di Sondrio sono attualmente operative una quarantina di segherie, che lavorano circa 250.000 metri cubi di tronchi l’anno pari al 13% dell’intera produzione italiana. In provincia di Sondrio sono operative anche 22 imprese boschive con circa 100 addetti.
Negli ultimi anni l’aumento del costo della manodopera ed il calo dei prezzi hanno reso meno conveniente l’approvvigionamento sul mercato locale.
Oggi siamo quindi di fronte ad uno squilibrio all’interno del sistema bosco-legno: la totale dipendenza delle segherie dal mercato estero.
La causa è da ricercare in gran parte in scelte passate della politica in Italia: il patrimonio forestale è stato visto come un elemento statico, da lasciare intonso, come se la salvaguardia dell’assetto idrogeologico potesse conseguirsi solo in un quadro di assoluta staticità. La “politica dell’immobilismo” ha fatto divenire il bosco un bene completamente inutilizzato, in completo abbandono e spesso in condizioni di grave degrado.
L’intervento della Società Sviluppo Locale è stato sollecitato dalla denuncia da parte delle segherie di un grosso pericolo all’orizzonte. Recentemente infatti è entrata in attività la segheria “Stallinger”, nel Cantone Grigioni, con capacità di lavorazione di 800.000 metri cubi contro i 250.000 dell’intera Valtellina. Sembra,inoltre, sempre più probabile l’avvio di iniziative analoghe in altri Cantoni svizzeri.
Queste iniziative potrebbero avere conseguenze assai pesanti sulle forniture sia in termini di quantità disponibili, sia di livello dei prezzi. Non è da sottovalutare l’eventualità di compromissione dell’intero settore produttivo, con gravi ripercussioni sul sistema economico provinciale.
La Società Sviluppo Locale ha visto nell’idea di una ricerca relativa alla filiera del legno la possibilità non solo di contribuire a risolvere una criticità, ma anche di trasformare un evento negativo in opportunità, l’opportunità di tornare finalmente a valorizzare una delle nostre più importanti risorse naturali.
Vi è la convinzione che, seguendo l’esempio di Trento e Bolzano, di Svizzera e Austria, una politica condivisa potrà portare a produrre velocemente almeno 50.000 metri cubi annui di tronchi da segheria contro i 5.000 attuali.
Inoltre ci sono diversi benefici indiretti:
- migliore conoscenza e monitoraggio del territorio;
- migliore manutenzione e quindi fruibilità per residenti e turisti;
- maggiore accessibilità grazie alla manutenzione di strade e sentieri;
- maggiore qualità e vitalità del bosco.
Il progetto della Società Sviluppo Locale, che per prima ha saputo mettere intorno ad un tavolo gli attori della filiera (segherie, imprese boschive, sezione legno di industriali ed artigiani) è nato dalle imprese e vuole rappresentare la sintesi delle esigenze delle imprese stesse. Si è partiti dalla analisi scientifica e di ricerca per arrivare rapidamente alla proposta di soluzioni concrete con relativo progetto di fattibilità. Il progetto è stato condiviso dai Soci, quindi dai principali attori pubblici e privati: questo ha contribuito a dare ulteriore forza e valore alla proposta.
La proposta si basa sulla logica imprenditoriale di investire per creare un nuovo sviluppo, superando la logica dei sussidi.
A seguire, Zeno Bontognali, del Corpo Forestale di Poschiavo, ha portato l’esempio della vicina Svizzera non solo nella coltivazione del bosco, e nella commercializzazione del prodotto, ma anche in un’intensa azione di formazione così dell’attività del boscaiolo come del silvicoltore professionale, che in Svizzera ha già coinvolto migliaia di partecipanti.
Della coltivazione del bosco in Italia ha parlato Valerio Prignachi, il quale, oltre a dare la notizia precedentemente riportata, ha ribadito che si deve evitare di alimentare un sistema basato sulla sussidiarietà. Ha ricordato poi alcuni casi di successo (come quello della foresta del Cadore), che si fondano su un’antica tradizione.
Sono seguiti, in conclusione, gli interventi istituzionali da parte di Paolo Lassini della Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia e di Severino De Stefani, Assessore provinciale all’Agricoltura, che hanno illustrato quanto è stato fatto finora e quello che si farà in futuro su questa materia da parte dei rispettivi enti.
Società di Sviluppo Locale