Sempre più spesso subiamo le pressioni di chi non vuol essere oggetto di discussione nelle nostre rubriche dove i consumatori si scambiano informazioni e racconti, per esempio “Cara Aduc” dove sono pubblicate le lettere di chi ci scrive e le nostre risposte, o “Dì la Tua” forum di confronto tra i frequentatori del sito. Questa volta è l'Officina Caravello a chiedere al giudice di Palermo l'oscuramento di una lettera di una consumatrice pubblicata su “Cara Aduc”. Domani si terrà l'udienza per decidere sul ricorso d'urgenza (art. 700 c.p.c.) che i legali di questa autofficina hanno presentato per chiedere l'eliminazione della lettera in questione.
L'Aduc, difesa dai propri avvocati Claudia Moretti, Emmanuela Bertucci e Pietro Milio presenterà una memoria difensiva, già pubblicata nella rubrica “Osservatorio Legale” del 1° luglio, dove si espongono le ragioni per le quali, a prescindere dai contenuti, la censura rischia di costituire il primo passo verso la fine di “Cara Aduc” e, più in generale, della libertà di espressione e di scambio di reciproche esperienze, senza le quali nostre rubriche, e la stessa rete di Internet, perdono il proprio potenziale di strumento di difesa del consumatore.
Ci auguriamo che gli argomenti esposti sappiano aprire gli occhi al di là della mera applicazione di regole codicistiche degli anni '30 (codice penale Rocco) e aiutino la giurisprudenza, in primis il Tribunale di Palermo, ad adeguarle ai nuovi e importanti mezzi di comunicazione di massa che, al contrario di quelli tradizionali, vivono e si caratterizzano grazie al contributo di tutti, ma proprio tutti i suoi fruitori. Con tutto ciò che ne deriva.
ADUC, Associazione per i diritti
degli utenti e consumatori