Cià che vi faccio ridere...
Quando a un personaggio in tv ghe fan la caricatura, si dice che sia indice di successo...
E allora, fatte e debite proporzioni, se il giornale locale mi riserva un paginone centrale e la “Vignetta dedicata” in home page io che diavolo son diventato???
Quello, di solito, è il posto di qualche politico che ha rubato, di Clooney che difende la sua villa a lago o pochi altri...!
Vabbe', dai... abbasso la cresta e me la tiro di meno.... ammetto: HO PAGATO!!!
(Mica vero e difatti il titolo è sbagliato: “Nepal” al posto della “Thailandia”).
Mauro Vanoli (Selvatiko)
Mauro Vanoli è tornato!
Così si è rifatto sentire, l'altro giorno, Mauro Vanoli dopo l'ultima sua avventura del viaggio tailandese, di cui ci aveva parlato nell'intervista rilasciataci in prossimità della partenza (metà febbraio). Poiché da allora non avevamo più avuto sue notizie, ne approfitto subito per porgli alcune domande e soddisfare così alcune curiosità relative alla sua originale impresa.
– Abbiamo tanto atteso tue notizie e finalmente sei tornato. Quando sei rientrato in Italia?
Sono rientrato il giorno di Pasqua, dopo 45 giorni “a spasso”.
Approfitto per domandare scusa, avendo promesso “più aggiornamenti”, durante il mio viaggio. Ho trovato delle difficoltà oggettive nel reperire postazioni internet decenti dalla quali informare coloro che mi seguivano come partenti, amici, media e aggiornare il mio sito (dove tenevo un diario). Una volta il problema era internet, un’altra il vetusto pc senza possibilità di caricarvici immagini. Insomma, la prossima volta porto con me “Lap top”.
In tanto “silenzio”, però, era possibile individuare un puntino GPS sulla mappa preparata appositamente da Futura Elettronica di Varese, la ditta che ha curato il mio software.
– Com’è andata?
“A giochi fatti”, direi bene. Non sono comunque mancate le “giornate no”, gli imprevisti, le seccature e qualche intoppo tecnico e non. Ma come sempre, una volta a casa, tutto arricchimento, tante cose da raccontare.
– Quali sono stati i momenti salienti del viaggio?
Uno su tutti, il passaggio dalla fase pedalata a quella in acqua. Dopo cinque-sei giorni di strade asfaltate più o meno decentemente, il Mekong e il debutto con la canoa (e ovviamente la bicicletta sopra). Un varo tribolato… con un classico “cappottane” dopo poche pagaiate, complice un’onda strana e forse una mia leggerezza nel valutarla. Una ventina di minuti sottosopra, una canoa afferrata con la mano e materiale vario che se ne andava nella corrente (perché puoi legare anche bene il tutto ma l’acqua non perdona!!!) e tra queste la pagaia…indispensabile!!! E quindi, “tutto da rifare” e un paio di giorni successivi con il timore che si potesse “rituffare” …una sensazione poco piacevole. Passata quella, solo un grande divertimento, oddio… divertimento, fiacche e fatica.
– Rifaresti questa esperienza?
Assolutamente sì, per la destinazione, per la gente della Thailandia, e dell’Asia in generale, che è fantastica e per i miei mezzi utilizzati. Sto già preparando una cosa simile per il Laos, passando proprio per la Thailandia con, oltre all’immancabile bicicletta, un altro “affare” galleggiante (vi dice niente la parola Hydrospeed?).
Paola Mara De Maestri
Chi volesse saperne di più,
può visitare il sito di Mauro:
www.selvatiko.com