Il ministro Turco ha confermato ieri la scelta politica dell’ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilità che strutture private anche accreditate possano farlo; ha confermato altresì che nell’ordinanza si sollecita l’intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l’ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che però decide già la direzione!
Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l’80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe più di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull’utilizzo di quel cordone. Se c’è infatti un dato scientifico acquisito è che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo.
La legge 219/2005 nell’articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Così mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l’ordinanza del ministro chiede al Parlamento di fare una legge che già c’è ma che non ha applicato!
Mentre il ministro ieri ha riferito che di fatto in Italia è impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L’informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi è vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati!
Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell’articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilità di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l’ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre più incomprensibili!
Nell'interrogazione che rivolgo al Ministro Turco chiedo quindi:
- quali siano i tempi previsti dal Governo per l'emanazione del decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005;
- se non si ritenga di intervenire per affrontare le evidenti violazioni della legge 219/2005 da parte dell'ordinanza firmata dal Ministro della Salute il 4 maggio scorso.
Donatella Poretti