Firenze – Tra i diversi errori nella campagna vaccinale ce n’è uno che griderebbe vendetta, ma speriamo sia solo riconosciuto e si proceda altrimenti: i vaccini somministrati con priorità per categoria e non età dei malati/morti, visto che l'età media dei morti per Covid è 81 anni e solo l'1% ha meno di 50 anni, e la morte non ha guardato in faccia le categorie.*
Io sono avvocato, 44 anni, e avrei potuto vaccinarmi con priorità. Non sono no-vax. Anzi!! Ero imbarazzata e continuo ad esserlo, per gli altri avvocati e per la comunità. Tutti i miei colleghi, alcuni anche perplessi come me, non si sono tirati indietro… la salute è salute. “E poi – mi è stato anche detto – non è che la tua dose la danno ad un’ottantenne...”. La vita – hanno cercato di farmi capire - è “real” come la “politik”. E come per gli avvocati: i giudici, i giornalisti, i taxisti, i commercianti, gli insegnanti, le forze dell’ordine, i militari, etc. Tutti con ottime ragioni ma “distratti” rispetto al numero “80”.
La mia realtà, però, è altra. La serenità con me stessa, in un mondo di altri a cui appartengo e da cui la mia vita dipende. Attingo e dò. Interscambio. In questo caso posso dare di più, la mia vita è meno in pericolo.
Dovevo prestarmi anche io? Una sola “categoria” aveva ed ha senso di priorità: il personale sanitario; tutto il resto è una drammatica fakenews che ognuno racconta a se stesso.
Ecco perché ho deciso ché la mia serena scelta divenga testimonianza, strumento di lotta e di riflessione per chi oggi ha il potere di invertire questa tragedia, anche se la scia di morti che non avrebbero potuto esserci griderebbe vendetta. Parlo e testimonio solo per costruire.
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Emmanuela Bertucci
legale, consulente Aduc
* Cfr. Primo Mastrantoni, “Covid e morti 80enni. Che tragedia!” (Aduc, 23/03/2021).