Dopo una settimana di vignette giocate sul cognome di super Mario e la statura di Brunetta, uno capisce ancora meglio perché gli italiani scelgono sempre le vie di mezzo. Tra il sulfureo humor inglese e lo spregiudicato humour francese noi scegliamo ancora una volta un umorismo da avanspettacolo. Siamo già andati oltre il politically correct siamo ormai al politically banal.
Eppure le suggestioni non mancherebbero e parafrasando John Fitzgerald Kennedy (il più sopravvalutato presidente degli USA secondo lo storico Eric Hobsbawn) bisognerebbe domandarsi: “Non chiederti cosa fa il tuo paese per farti ridere, chiediti cosa fai tu per farlo ridere”.