Fuoco, compagno, caro amico dell’ombra,
ardi e ti spegni e grazie a me riprendi,
te disperato che bruceresti il mondo
e qui da solo bruci te stesso, in te
raccolto come la derelitta all’alba
quando accende la pira di ogni giorno
e si dà in pasto sulla brace lenta.
Figlio del lampo ora sei figlio dell’uomo,
bisogna alimentarti, gatto rosso.
Diventa tigre, esci, cresci, divora
tutto se hai tanta voglia, facci ceneri,
che ognuno dal suo fuoco solitario
sia morso e fatto bello, fatto fiamma,
si congiunga all’incendio originale.