Fino al 19 gennaio al Palazzo Reale di Milano è visitabile la mostra fotografica di Letizia Battaglia, donna che porta nelle sue fotografie il bianco e il nero dell'essere umano, la vita e la morte dell'essere umano. Lei gioiosa e combattente, come da significato del suo nome e cognome ritrae la vita delle persone nella loro realtà.
Conosciuta ai più come fotografa della mafia, della realtà mafiosa di Palermo, non è solo quella e lo ribadisce, e aggiungo è tanto di più, la sua è la storia di uno sguardo d'amore sulle miserie dell'umano, sulle tragedie personali della povertà materiale e dell'anima, come della situazione di degrado sociale in una denuncia aperta.
È attenta osservatrice del volto femminile in uno scambio con il suo vissuto come bambina di dieci anni, come donna sposata a sedici anni, come madre di tre figlie, come donna che si separa da suo marito a trentasei anni e come artista: «Non fotografo quasi mai gli uomini, non mi vengono bene. Fotografo le donne, questo sì, anche perché in loro ritrovo me stessa».
La mostra merita di essere vista a tutti i costi per le fotografie esposte, foto reportage degli assassini di mafia, della morte di Peppino Impastato e del ritratto della madre, delle persone oneste che hanno combattuto contro la collaborazione tra la mafia e lo stato, per le foto delle famiglie con figli nella loro ricchezza e povertà, per gli scorci di case e cucine troppo misere, per gli scatti di Berlinguer, di Leoluca Orlando, di Pier Paolo Pasolini e Sanguinetti, per il processo con Andreotti.
La mostra merita per l'audio guida che con la voce della stessa Battaglia ci spiega il significato del suo andare nello sguardo delle persone e delle realtà che ha incontrato e cercato, sono dichiarazioni poetiche, suonano come lezioni di vita per ognuno di noi, la sua parola ha la stessa importanza e spessore di quello che ci fa vedere. Letizia Battaglia nasceva come giornalista della parola. Nella macchina fotografica successivamente trovava e ha sviluppato la sua intera personalità: «Chi fotografa ha un mezzo meraviglioso in mano per esistere, per essere, per incontrare il mondo, per amarlo, per denigrarlo».
Il video finale la ritrae oggi, ottuagenaria, nelle rivisitazione dei drammi che ha documentato, con lo sfondo di quei fotogrammi congiunge in contrasto corpi di donne nude, a svelare verità da non dimenticare. Letizia ci insegna la lezione di combattere per far emergere dalle onde torbide dell'oblio e dell'omertà l'impulso per il rispetto della vita.
Barbarah Guglielmana