Quello che appare filo conduttore di Mi rotola il vento, ultima silloge di Marisa Cecchetti, è il ruolo del tempo nelle nostre vite. Tempo di esistenza passata e presente, a cui non si soggiace soltanto, ma che può essere riempito e direzionato da noi, certo non sempre, ma più spesso di quanto si pensi.
Nella poetica dell’autrice entrano scene di vita quotidiana, così come riflessioni personali e quadri che incorniciano in versi le immagini di una natura amica e piena di risorse.
Sono tre le sezioni della raccolta; nella prima, “Uguali le genti”, un forte accento viene posto dalla poetessa sulla bellezza dell’incontro con l’altro, che è sempre confronto e condivisione e diventa, soprattutto, uso migliore del tempo che ci è dato, un susseguirsi di attimi e di giorni che non vanno sprecati, ma rispettati e riempiti d’amore.
E questo per l’autrice accade sia nel reale, nelle amicizie - ad esempio - negli affetti, nel momento in cui si porta il proprio libro appena nato, ancora caldo, sotto gli occhi della fioraia, o della parrucchiera del paese, sia grazie allo sguardo poetico che sa posare su chi la circonda: i vicini di casa che ritornano a sera, i vecchi al bar intravisti dal finestrino mentre si guida, l’uomo che spinge il carretto del suo faticoso lavoro, tre donne rom al supermercato… Uomini e donne incontrati ogni giorno, ciascuno col proprio fardello di vita e bagaglio di emozioni, un’umanità che talvolta condivide un approdo negato, proprio come accade per i migranti, i quali spesso trovano voce nelle poesie di Marisa Cecchetti.
E davvero, in questi versi, sono uguali le genti.
Il passato ritrova voce in questa silloge, e così accade nello specifico della sezione centrale “E non solo il vento”, dove il tono dei versi riporta lo straniamento attonito di una profonda mancanza che però tenta di accompagnarsi a un sorriso, a una dedica (ora vado al piccì a scrivere questi versi per te), al ricordo… (come quello del padre, tornato fantasma dalla guerra e visto dalla poetessa, con gli occhi della piccina che era).
Anche la nostalgia e la malinconia che, emozioni inevitabili per l’essere umano, avvolgono i ricordi più lieti del passato, si stemperano nei versi di Marisa Cecchetti grazie alla consapevolezza di un presente sempre ricco, seppur di altre sensazioni, mentre avanza il passo ancora.
Così, quello che dà la vita nell’oggi - e non poco - conforta - il ricordo - la sera che scende più rapida al volger d’ottobre.
Sono questi i temi della terza sezione della raccolta “È andata proprio così”.
Qui la natura pare sempre insegnare il tempo del rifiorire. Mostra una bellezza che fa arrossire anche la luna; sa essere insolito ritorno di vita, ad ogni primavera. È in tal modo che il pizzico del vento sulla faccia e il profumo del pitosforo in fiore sanno essere per la poetessa motivi per sempre validi per sentire che nella vita, anche quando essa non dà, ma lima, tutto debba essere un sì.
Bella e preziosa è, infine, la curiosità dell’autrice, che la spinge verso ogni nuovo giorno, anche quello in cui non basta a parlarle la bellezza di una rosa. Curiosità che diviene cifra vitale per la sua vita e implicito messaggio per chi legge questa delicata raccolta e ne gusta i suoi versi.
Ritmo di vita che cambia
non scelto ti chiede
di estrarre dal fondo
fantasia che germoglia
mentre gira l’andare
uguale dei giorni
il tempo si apre
a nuove partenze
non sai ancora tutto di te
e il ritmo mutato
attende
curioso.
(Marisa Cecchetti)
Annagloria Del Piano
Marisa Cecchetti, Mi rotola il vento
Giovane Holden, 2019, pp. 79, € 12,00