Il 7 ottobre il Civico Polo Scolastico “A. Manzoni” di Milano ha ospitato un intervento del prof. Marco Rossi-Doria, uno dei massimi esperti sul tema della dispersione scolastica in Italia.
L’incontro è stato introdotto dalla dott.ssa Sabina Banfi, Direttore di Area dei Servizi Scolastici ed Educativi del Comune di Milano, dalla prof.ssa Maria Rossi, preside del Liceo Linguistico “A. Manzoni” e dalla prof.ssa Giulia Tosoni, preside del Civico Centro di Istruzione per l’Adulto e l’Adolescente “A. Manzoni” (CIA), da cui è scaturito l’invito al prof. Rossi-Doria.
Questa scuola del Comune di Milano, infatti, da anni affronta la questione della dispersione attivando bienni di recupero diurni e serali che accolgono sia studenti adolescenti che sono usciti dal circuito scolastico sia adulti desiderosi di rientrarvi per conseguire il diploma. Per entrambi, il CIA adotta una struttura didattica flessibile che si avvale di una rete di supporto (sportelli di studio assistito individuale, piani personalizzati, piattaforma e-learning per la didattica a distanza…) e della presenza di particolari figure che accompagnano gli studenti nel loro percorso (counselor, educatori scolastici)
Proprio per avere un confronto sull’utilità di tutte queste iniziative, il CIA ha ritenuto opportuno chiedere un incontro al prof. Rossi-Doria e la “lezione” che ne è seguita è stata sicuramente ricca di spunti.
Il professore è partito dall’analisi di alcuni aspetti generali che stanno influenzando tutta la società in genere e di conseguenza anche la scuola. Ad esempio, la crisi demografica (nel 1963 nascevano un milione di bambini, adesso 410.000), che sta provocando delle conseguenze antropologiche tali da fare notevolmente mutare il tradizionale sistema di relazioni con bambini e ragazzi. La protezione eccessiva che adesso viene adottata provoca, ad esempio, una pericolosa fragilità negli adolescenti. La stessa crisi economica, poi, sta causando una sorta di “ghettizzazione”: gli italiani preferiscono stare con gli italiani, i ricchi con i ricchi e via dicendo. E questo fenomeno è fortemente negativo, in quanto non insegna ai ragazzi la necessaria convivenza con chi è “diverso”, la gestione dei conflitti.
Un’altra osservazione è che lo stesso sapere è cambiato in modo molto veloce: “Noi siamo come quello che cantava e poi si è trovato le sue canzoni scritte”, ha detto il prof. Rossi-Doria, sintetizzando così un concetto molto importante. Del resto, il monopolio culturale dell’insegnante non esiste più, e le informazioni che trasmette sono solo una delle tanti fonti (non sempre qualificate) a cui gli studenti possono attingere.
Parlando del rapporto con gli allievi, il prof. Rossi-Doria ha insistito sulla necessità di un approccio anche affettivo, un aspetto sottovalutato (o considerato secondario) fino a qualche anno fa. I ragazzi devono “sentire che gli si vuole bene”, che gli si dà attenzione, anche perché loro “ricadono” moltissimo sugli insegnanti come principale figura adulta extra familiare.
Quello che bisogna proporre è soprattutto l’esperienza diretta, l’uscita più che la semplice lezione in classe. In questo senso diventa fondamentale fare sentire gli studenti parte di una comunità, protagonisti di avventure civili (come, ad esempio, la partecipazione all’iniziativa “Puliamo il mondo” promossa da Legambiente).
Sottolineato come la dispersione avvenga ovunque e che la singola scuola non debba sentirsi, a riguardo, né indifferente né onnipotente in quanto il fenomeno testimonia il fallimento di un sistema in generale, il prof. Rossi-Doria ha evidenziato inoltre l’importanza dei piccoli interventi.
A questo proposito, entrando nello specifico del CIA, ha giudicato positivamente alcune strategie adottate dalla scuola, come la divisione dello studio in gruppi composti da pochi studenti, che ha riverberi positivi sull’apprendimento, sulla rimotivazione e sulla fiducia in se stessi. Anche il ruolo dell’educatore, una figura presente e molto attiva nei Corsi Diurni, è stata valutata come un importante valore aggiunto, in quanto può offrire un punto di vista del ragazzo differente da quello dell’insegnante, gestisce complessità e conflitti, favorisce l’interprofessionalità. Infine, l’utilizzo della aule tematiche, recentemente introdotto dal CIA, ha riscontrato un parere sicuramente favorevole perché è ormai provato quanto la contestualizzazione stimoli l’apprendimento.
Infine, il prof. Rossi-Doria ha auspicato che le strategie didattiche attuate dal CIA entrino a far parte di una rete, considerato che esperienze analoghe sono presenti anche a Padova, Verona, Napoli, Lecce.
Nel concludere l’incontro, la preside del CIA, dott.ssa Tosoni, oltre a ringraziare il prof. Rossi-Doria, ha evidenziato come, attraverso queste innovazioni, il CIA stia proseguendo in quel ruolo che da sempre è stato caratteristico dal Comune di Milano, costantemente all’avanguardia nella spostare in avanti i confini di una sperimentazione didattica più difficile da realizzare da parte di altri soggetti.
Mauro Raimondi