Dopo Il nascosto dell’opera. Frammenti sull’eticità dell’arte, opera in prosa poetica, densa di riflessioni estetico/filosofiche con dilatazioni dell’orizzonte da visivo e descrittivo a meditativo, Angelo Andreotti, nella silloge L’attenzione, sembra ri-percorrerne in versi alcune orme ponendo in risalto, con felicissimo esito, la propria capacità di raffigurazione dell’essere, in bilico tra il proprio io e il mondo, tra sentire e pensare, oscurità e luce.
Significativa la prima parte della raccolta, “Una soglia di senso”, dove il poeta invita il lettore a cercare… la parola che cade, smarrendosi … nell’oscuro, e chiamandola// arriverà portando in sé il profumo/ di un mondo che della cosa fu il senso.
Figure d’ombra ritmano così lo snodarsi delle liriche volte a confessare il te stesso indolente/ o il tuo grido interiore… quell’angoscia/ per la notte o quella luce che scivola in grembo della terra/ in sé si nasconde in sé appare… ossimoro che dà valenza al dramma dell’esistenza umana.
Sono versi, questi di Andreotti, che mostrano l’incessante processo percettivo-riflessivo e il serrato “pensiero poetante” che rincorre se stesso ed una realtà piena di smarrimenti (Perduta l’ombra tutto è lontananza…), dissimulazione, incompiutezza.
Una speculare istanza emozionale s’insinua nel pensiero (La belva) ed è ciò che più ci spaventa …resa in versi secchi e rigorosi,… è la belva impaurita/ che ci urla dagli specchi/ guardandoci con gli occhi in fuga da se stessi.
Ma prima del pensiero agiscono i sensi: senti tacere la morte… Qui il rumore è il tuo rantolo… e… i nostri passi non camminano… diaframma tra il sé e l’universo.
Il fluire della realtà, a livello percettivo, è avvertito come un rebus di difficile comprensione: …Cerca il ventre accogliente dei campi/ che fa della terra una ciottola/ ma non per te, che sottrai la tua mano/ chiudendola a pugno/ verso i passi affamati del vento.
La notte, il buio, la luce (Oltre il buio) sono metafore della coscienza poetica di Angelo Andreotti che, mentre cerca il sé nelle cose (…cammini sul filo del buio/ esitando davanti alle cose…) scopre che il mondo esiste proprio attraverso l’Attenzione per tutto ciò che ci circonda. A supporto di tale convinzione l’autore riporta, nell’ultima pagina del libro, un pensiero di Simone Weil: “L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono…”
Vestita così del proprio demiurgo, la parola ha diritto di essere pronunciata e di varcare la porta, sigillata. È questa la visone del mondo dell’Autore nonché il messaggio veicolato dal libro.
È un riconoscimento della sapienza poetica basata sull’intuizione, ossia quella facoltà che consente agli uomini di scandagliare il cuore segreto delle cose attraverso una luce, certamente più potente della conoscenza razionale. L’immaginazione dilata gli orizzonti, spalanca le porte alla speranza, ai sogni, all’utopia. Utopia intesa come meta che, sia pure irrealizzabile nella sua pienezza, ha la funzione di stimolare gli uomini a muoversi nella sua direzione per individuare i percorsi necessari a varcare quella porta, a prima vista, sigillata.
Giuseppina Rando
Angelo Andreotti, L’attenzione
Prefazione di Antonio Prete
Puntoacapo, 2019, pp. 92, € 12,00