La Giornata Mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale dell’Unesco nel 1999, viene celebrata in tutto il mondo il primo giorno di primavera. Lavinia Dickinson Editore presenta in questa ricorrenza, che evidenzia il ruolo della poesia nel progresso della civiltà, una nuova voce d’Africa: Skylar, poetessa transgender richiedente asilo in Uganda. Ha 24 anni ed è nata in Ruanda, dove si è diplomata. Ha studiato inglese, francese, letteratura e teatro. Oltre che nelle due lingue indoeuropee, scrive in kinyarwanda, lingua rwanda-rundi parlata da sette milioni di persone, prevalentemente in Ruanda. Ama scrivere in versi, in prosa ed è anche autrice di canzoni. La poesia è la sua forma di scrittura preferita. «La poesia rinnova continuamente il mio spirito», dice, «e quando scrivo in versi mi sento bene, perché condivido gli ideali che uniscono tutti gli esseri umani e li spingono a creare un mondo migliore. La mia poesia esprime questo progetto universale, la consapevolezza dei diritti delle persone LGBT e di tutta la comunità umana». Skylar è una poetessa di pace, contro ogni forma di violenza. «È importante che i poeti si schierino in quella parte di umanità che si impegna contro qualsiasi tipo di discriminazione, odio e rabbia». L’autrice, nonostante la sua condizione di precarietà, che l’ha vista fuggire da un paese omofobo verso un altro in cui le persone LGBT non hanno alcun diritto e sono vessate da leggi intolleranti, si dedica come può ad alleviare la condizione di esclusione e sofferenza dei suoi fratelli ed è attiva a difesa dei bambini di strada.
Skylar, conosciuta nei social come Steve G Peter, è una delle voci nuove e coraggiose che ho incontrato nel web, rimanendo affascinato dalla freschezza, dalla forza, dall’originalità dei suoi versi. «La poesia è lo strumento con cui cerco di educare la gente all’amore, al sentimento di umanità», mi ha detto. «Ci sono paesi in cui la gente non ama e non capisce le persone Lgbt. Parlano di noi senza sapere chi siamo. Non siamo mostri, ma ci giudicano tali». L’intensità e la civiltà della poesia di Skylar mi ricordano il lavoro di Paola Astuni, poetessa transessuale e mia grande amica negli anni 1980, autrice della raccolta di poesie Transito d’amore (Edizioni Il Portichetto, Cuneo 1984). Un libro formidabile, pubblicato presso un piccolo editore grazie all’impegno degli amici ed estimatori di Paola, ma ignorato sia dall’editoria che dalla critica letteraria italiane, condizionate allora come oggi da scelte ipocrite e omofobiche. Chi ha detto che non sarai felice? è una raccolta di versi altrettanto significativa, che mette in luce il talento di una poetessa che resiste alla discriminazione per contribuire al progresso civile, accanto ad altre poetesse transgender come la sudafricana Lee Mokobe, le statunitensi Kay Ulanday Barrett e Trace Peterson, l’arabo-canadese Trish Salah, l’italiana Giovanna Cristina Vivinetto. Le ho chiesto perché sia fuggita dal Ruanda per rifugiarsi in Uganda, un’altra nazione in cui le leggi condannano l’omosessualità. Mi ha risposto che il Ruanda, pur essendo considerato un paese sicuro per le persone Lgbt, non garantisce loro alcuna protezione dalle violenze private. «Le istituzioni del Ruanda mostrano un volto tollerante al resto del mondo, ma non offrono alcuna tutela alle persone Lgbt. È uno stato avvelenato dall’omofobia, che ci colpisce fin da ragazzini. Sono stata cacciata di casa, allontanata da parenti e amici, sottoposta ad abusi, torturata».
Nonostante la sua condizione, Skylar continua a impegnarsi per i diritti umani, esprimendo con orgoglio il suo essere transgender e diffondendo attraverso i social le sue poesie, che sono ritmiche, sonore e penetranti come mantra o canzoni blues. Un percorso di letteratura e civiltà che si spinge ben oltre i confini della sua vicenda personale e anche delle istanze che riguardano il gruppo sociale cui, con orgoglio, appartiene. Un canto che ha la voce di una sterminata umanità che soffre e chiede al resto del mondo di rinunciare all’odio, ma non alla speranza. «Dobbiamo vivere senza segreti e lavorare senza scuse. Se la vita ci dà cento motivi per piangere, facciamole vedere che ne abbiamo mille per sorridere». È in pubblicazione proprio in questi giorni, per la collana “Isole del suono” della nostra piccola casa editrice votata al recupero dei valori poetici dimenticati o soffocati dalla cultura di oggi, l’opera prima di Skylar, Chi ha detto che non sarai felice?
Buona Giornata Mondiale della Poesia a chi difende il nostro mondo, la pace e i diritti umani.
Da Chi ha detto che non sarai felice?
Nessuno conosce il suo futuro,
sii schivo e umile con tutti.
Se sei ricco, affascinante e famoso,
non hai il potere di comprare il respiro.
Chi ha detto di avere il potere
di comandare, di dare l’ordine di uccidere?
Chi è costui? Chi è costei?
Di quale metallo sono fatti?
Quali piogge li hanno portati?
Respirano ossigeno come tutti
o preferiscono il diossido?
Calmati, amico mio.
Siete ricchi adesso e non domani,
vi tolleriamo e rispettiamo,
ma non avete il minimo diritto
di manipolarci, per favore!
Se non circola sangue in voi, ma acqua,
Se non respirate ossigeno, ma diossido,
se non morrete domani, buon per voi!
Solo in quei casi non vi servirà l’umiltà.
Chi ha detto che non ne vale la pena?
Chi ha detto che non sarai felice?
A chi l’ha detto, risponderai:
“Potrei piangere adesso, ma sorriderò presto”.