Un’Europa mai così divisa fra le sue istituzioni e i partiti sovranisti e populisti si avvicina alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in calendario fra il 23 ed il 26 maggio, che potrebbero registrare un vero e proprio terremoto politico. L’euroscetticismo non è un fenomeno nuovo, ma ha assunto indubbiamente una maggiore dimensione nel corso degli ultimi anni. Dal 1998 al 2018 i raggruppamenti antisistema hanno triplicato i loro consensi e sono riusciti ad andare al potere in vari Paesi dell’Ue, fra i quali l’Italia. E circa 1/4 degli elettori europei sceglie un’opzione del genere, con la conseguenza che i cittadini del Vecchio continente che vivono in uno stato governato da avversari dell’unione sono passati dai 12 milioni e mezzo del ‘98 agli oltre 170 milioni attuali. Sono numeri che parlano chiaro in attesa del responso delle urne. Il timore è che nazionalisti e populisti possano svuotare dall’interno i contenuti dell’Ue ed in particolare le garanzie di pace e prosperità assicurate da settant’anni dal processo d’integrazione europea.
Le forze politiche che credono davvero nell’Europa devono saper impedire il risorgere di un disegno nazionalista e dare vita, proprio come avvenne nel corso del secondo conflitto mondiale, ad una rinnovata Resistenza europea. Per riguadagnare il consenso dell’opinione pubblica al progetto europeo, occorre:
- completare l’unione economica dotandola di adeguate risorse finanziarie, incluso un bilancio sostenuto da propri introiti e controllato democraticamente dal Parlamento europeo;
- avere un’unica politica estera, di difesa e di sicurezza in un quadro internazionale caratterizzato da una forte instabilità e sottoposto alla minaccia del terrorismo;
- promuovere politiche sociali comuni per controbilanciare quelle strettamente economiche;
- favorire l'adozione di regole condivise di sostenibilità sociale ed ambientale, tese in particolare al contrasto dei cambiamenti climatici;
- affrontare i flussi migratori con risposte europee, compresi corridoi umanitari, gestione delle frontiere esterne ed una equa ripartizione ed accoglienza dei rifugiati;
- difendere gli accordi di Shengen e tutelare la libera circolazione interna;
- modificare i trattari dell’Ue per riformare le istituzioni europee, con l'incarico di un ruolo esecutivo alla Commissione, l'abolizione del diritto di veto nel Consiglio e l'assegnazione al Parlamento europeo del diritto di codecisione in ogni competenza dell’Ue;
- consentire di avanzare ai Paesi favorevoli, in caso di impossibilità di procedere con l’accordo di tutti gli stati membri, applicando l’istanza della “doppia velocità”.
(Il testo ha ricevuto unanime condivisione al Comitato provinciale per l'Europa riunitosi a Sondrio sabato 9 marzo e sarà ora sottoposto all'attenzione degli interessati per la ratifica definitiva)