Blu e verde. Acqua e vegetazione. Il logo del parco locale di interesse sovracomunale della Bosca rappresenta molto bene le caratteristiche di questo lembo di territorio morbegnese, oggetto nel tempo di sempre maggiore attenzione e anche di qualche contestazione.
Al di là della presenza dell’acqua (il fiume Adda, il fosso di Campovico, le due aree umide alle estremità del fosso), della vegetazione boschiva ripariale e delle aree agricole situate sulla sponda sinistra del fiume Adda, la caratteristica prevalente e il maggior valore di quest’area consiste nell’essere uno snodo, una vera e propria cerniera di collegamento tra diversi paesaggi, diversi ambienti naturali e antropizzati, diverse attività pubbliche e private, diversi beni culturali localizzati sul territorio (il ponte di Ganda, l’ex Centrale Elettrica e la chiesa della Beata Vergine a Campovico).
Il parco della Bosca non è certamente più un ambiente prettamente naturale, e non a caso nell’introduzione al presente libro viene definito “un prezioso artefatto”; però si tratta di un ambito veramente prezioso per tutti i valori che riesce ad incorporare, da quello ecologico e di conservazione della biodiversità (sono state censite oltre 50 specie ornitologiche), a quelli legati al tempo libero e alla fruizione da parte di cittadini e turisti (ad esempio la pista ciclopedonale del Sentiero Valtellina), a quelli didattici e di coinvolgimento degli utenti, come testimoniano i pannelli predisposti dagli insegnati e alunni della scuola primaria di Campovico.
Una eccellente occasione per osservare e comprendere lo stretto e delicato rapporto tra la natura e l’azione dell’uomo, un luogo frutto delle trasformazioni prodotte nel tempo dal divagare del corso del fiume Adda, con le sue piene e i suoi periodi di magra, e l’opera dell’uomo, con i suoi interventi remoti ma anche recenti, dalle opere di regimazione delle acque e di arginatura, il suo sfruttamento inizialmente a fini esclusivamente agricoli e poi industriali, la tendenza alla conurbazione tra gli insediamenti rivieraschi.
Nel corso degli anni novanta alcune parti marginali dell’area dell’attuale parco della Bosca erano utilizzate in modo del tutto improprio (scarico abusivo di inerti e altri materiali, prelievo di alberi) quindi abbastanza degradate, senza contare il progressivo aggravamento della situazione idrogeologica.
In questi stessi anni, però, si stanno affermando sia a livello globale che a livello locale, i concetti legati alla sostenibilità urbana e ambientale e all’importanza di salvaguardare il territorio e tutte le sue potenzialità, e a Morbegno nascono le prime proposte di istituzione di un parco che abbia proprio il compito di tutelare questa parte del territorio comunale. Un parco che non rientra, evidentemente, nella tipologia dei “parchi naturali” ma che a tutti gli effetti si può ascrivere alla categoria dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS), una fattispecie definita e istituzionalizzata dalla Regione Lombardia fin dal 1983 (legge regionale n. 86/83). Questa legge consente di inserire nell’ambito di questi parchi anche aree verdi periurbane e caratterizzate da contesti paesisticamente impoveriti, urbanizzati o degradati, con la finalità della loro salvaguardia e valorizzazione attraverso forme di gestione e di tutela di tipo sovracomunale, orientate al mantenimento e alla valorizzazione dei caratteri tipici delle aree rurali e dei loro valori naturali o seminaturali tradizionali.
Questi concetti e obiettivi sono stati successivamente definiti e sanciti a livello europeo dalla “Convezione europea del paesaggio” del 2000 (ratificata dall’Italia nel 2006) che riconosce la caratteristica del paesaggio come frutto dell’interazione tra fattori naturali e umani, individua la necessità di vere e proprie politiche del paesaggio tese allo loro salvaguardia e valorizzazione attraverso una gestione sostenibile, volta a garantire il governo del paesaggio stesso per orientare e armonizzare le sue trasformazioni.
La Convenzione riguarda gli spazi naturali ma anche quelli rurali, urbani e periurbani, e si applica a tutti i paesaggi, da quelli eccezionali, a quelli della vita quotidiana fino ai paesaggi degradati.
Le alterne vicende legate alla nascita e istituzione del Plis inaugurato nel 2011, al suo sviluppo e consolidamento attraverso opere di sistemazione, rinaturalizzazione, infrastrutturazione, fino alle recenti proposte di futuro ampliamento verso la “grande Bosca” che dovrebbe coinvolgere i comuni di Talamona e Cosio Valtellino e gli ambiti della Colmen di Dazio, del torrente Tovate e del torrente Bitto, entrando a far parte di un più ampio sistema “verde” con connessioni “blu” e configurandosi come una possibile cerniera tra i due versanti della valle (retico e orobico, con i loro parchi naturali), sono narrate in modo esauriente e con ricchezza di dettagli nel testo. Così come sono molto ben tratteggiati i contenuti, le finalità e le prospettive dello strumento che consente di mettere in pratica e potenziare quanto definito nella Convenzione europea del paesaggio e contenuto negli obiettivi istitutivi del Parco: il suo Piano di Gestione.
Per quanto riguarda il Plis della Bosca gli obiettivi del piano di gestione sono stati definiti nella convenzione tra Comune di Morbegno e Comunità Montana e riguardano principalmente la conservazione degli ambienti naturali e degli ecosistemi esistenti, la tutela del patrimonio forestale, il recupero e/o bonifica delle aree abbandonate o degradate, la salvaguardia degli ambienti agricoli anche attraverso forme di collaborazione con gli agricoltori operanti sul territorio, la fruizione sociale del territorio, la ricreazione e il tempo libero, l’integrazione fra l’ambiente protetto e l’insediamento, il monitoraggio, la riqualificazione e la valorizzazione dei corsi d’acqua e delle zone umide, il potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali.
Ora, in vista dell’anno 2019, si presenta una grande occasione di visibilità, rilancio e valorizzazione per il Plis della Bosca: la nomina della città di Morbegno a “Citta alpina dell’anno” per il 2019.
Questo prestigioso riconoscimento viene assegnato annualmente da una Giuria che valuta le diverse candidature attraverso i progetti presentati e portati avanti dai Comuni, negli ambiti della sostenibilità ecologica e dello sviluppo sostenibile.
I progetti in programma da parte del comune di Morbegno, accompagnati da una serie di convegni e conferenze, sono ispirati a cinque obiettivi guida: rafforzare la coscienza alpina, coinvolgere la popolazione, consolidare i ponti con la regione e il territorio circostante, configurare in modo sostenibile il futuro della città, e infine, sviluppare la collaborazione. Questi progetti, oltre che nell’ambito prettamente urbano, possono e devono trovare il campo di applicazione e la cornice ideale proprio nella realtà territoriale, ambientale e paesaggistica del Parco della Bosca.
Annapaola Canevari
Giuseppina Rebori, Il Parco della Bosca
Un prezioso artefatto... naturale
[CONOSCI MORBEGNO 3]
LABOS Editrice, pp. 84 (riccamente illustrato), € 15,00
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