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Auguri al Governo per Caserta. Con sberleffo a Forza Italia e Rai
Paolo Bonaiuti
Paolo Bonaiuti 
11 Gennaio 2007
 
Non posso fare gli auguri al governo (come volentieri faccio) per il buon esito del seminario di Caserta senza prima uno sberleffo a Forza Italia e anche uno alla Rai.
Non si è mai visto che un gruppo umano organizzato qualsiasi indichi una scadenza di riflessione e a tutte le presentazioni della stessa la Rai piazzi un oppositore che – senza nemmeno sapere di che si tratta – dice che sarà un fallimento ecc. ecc.: è informazione questa? ed è serietà far credere ai clienti che si sta loro vendendo una merce pregiata, proprio perché è marchiata pubblica? informazione a mio parere non è; non è certo democrazia, ma nel migliore dei casi propaganda e nel normale, tentativo di inciucio. Il capogruppo di AN al Senato sembra un disco. Ogni volta che apre bocca, sia sulle parole di indirizzo di Napolitano (questo è il compito del Presidente, vero?) sia sulle godibilissime autobattute del ministro Amato, ecc. ecc. che sul seminario del governo, su tutto dice –come fosse un Catone redivivo– che prima bisogna distruggere Cartagine, pardon! buttare giù Prodi!
Questo per la forma, che è diventata del tutto normale nella comunicazione politica italiana anche quella pubblica. Si occupasse mai qualcuno di trattare un palinsesto di presenza di temi politici proposti da donne, per esempio: ci sarebbero pochi pettegolezzi.
Ma quanto ai contenuti si richiederebbe a parlamentari in carica e a personaggi che passate e presenti prestigiose cariche ricoprono, che si preparino un po' prima di parlare.
Buonaiuti che cerca di parlare napoletano con l'intento di definire "borbonica" la riunione del governo a Caserta, forse non si ricorda che anche una prestigiosa istituzione militare italiana vi ha sede: come si permette di dire che è "borbonica"? Si dice: è polemica; ma la polemica deve almeno pungere o far ridere, non piangere di compassione.
A sostegno e miglioramento della informazione del Buonaiuti, mi permetterò un consiglio da vecchia professoressa, del resto citando un Altro: in un passo dello Zibaldone, Leopardi –che non aveva bisogno di tale consiglio, data la sua sterminata cultura– scrisse con un velo di ironia che l'unico modo per non mostrare i limiti della stessa, è di non varcarli mai.
Da trenta o quarant’anni la storiografia ha rivisto il giudizio persino sulla Corte di Napoli, una delle più prestigiose in Europa, a tacere della straordinaria cultura illuminista napoletana e del precoce sviluppo industriale di Napoli, che al momento dell'unità era superiore a quello di Milano, poi portato avanti dalla borghesia del nord (contraddizione interborghese che poco giovò al proletariato nazionale destinato a migrazioni ogni dove) borghesia che aveva vinto coi Savoia e anche con le milizie illegali garibaldine, e si fece tutte le leggi fiscali a danno del sud, che non abbiamo ancora finito di restituire, almeno culturalmente, mi ci metto io pure essendo piemontese e niente affatto orgogliosa della corte dei Savoia. Tra l'altro finanziò anche la cosiddetta storiografia del Re, col compito di denigrare tutti gli altri, soprattutto l'avanzatissimo Granducato e persino gli ordinamenti amministrativi del Lombardo Veneto culla del federalismo risorgimentale, sconfitto dal centralismo franco-piemontese.
Comunque, si metta via questa volgare serie di battute antimeridionali davvero arretrate e sciocche: non manca certo la verve al teatro comico e ai grandi attori del sud, per replicare, se vogliono, ma forse non vale, la pena.
Ma non è tutto: risulta a Buonaiuti che esiste una forma di analisi e proposta politologica, che si chiame teoria della complessità, scritta ben più di un paio di decenni fa da Niklas Luhmann, politologo tedesco rappresentante insigne del pensiero corporativo, uomo intelligentissimo col quale bisogna fare i conti almeno nell'analisi (la proposta politica lui la scrisse per Thatcher, Kohl e Reagan e non si può dire che non sia stato bravo!).
La teoria della complessità ha travolto motivatamente, non superficialmente, le ideologie e siamo ancora tutti e tutte qui che facciamo i conti con ciò che viene dopo: le coalizioni sono per l'appunto una forma politica complessa: mi par di capire che anche l'opposizione ci stia sbattendo il muso o no? detto con simpatia: "mal comune..."
 
Lidia Menapace

 
 
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