L'articolo di Gino Songini sull'ultimo numero del Gazetin (in calce il link al testo disponibile on line) e la crescente sensibilità, fino a un moto di totale insopportabilità, verso i costi della politica o, per dirla con Salvi e Villone, “i costi della democrazia” ci hanno indotto e convinto a proporre questo nuovo sondaggio, per avere un riscontro palpabile di quanto sia matura e diffusa una scelta che a noi pare assolutamente improcrastinabile. Partiamo dalla specificità del territorio in cui Tellusfolio ha le sue radici, e da qui l'abbinamento comuni/comunità montane (ente quest'ultimo del tutto sconosciuto in molte parti d'Italia o ad esempio a chi vive in realtà metropolitane), ma la formulazione del quesito e l'interesse verso il senso e la direzione della proposta riteniamo possano coinvolgere la generalità degli elettori italiani.
Non è affatto nuovo l'interesse del Gazetin per questo tema ed anzi si può dire che costituisca l'unico vero filo conduttore di quasi vent'anni (eh sì, col 2007 il periodico entra nel suo XVIII anno di vita!) di attività giornalistica ed editoriale. Approfondimenti e proposte, a partire dalla concretezza dei problemi della vita amministrativa, sociale e culturale di specifiche comunità e territori oltre che dal versante “sprechi e disfunzioni”, sono stati affrontati a più riprese con argomentazioni inoppugnabili. Inutilmente – direte voi – perché la plumbea ignavia di un ceto politico-amministrativo sempre più autoreferenziale e vorace ha in effetti, fin qui, impedito il benché minimo passo in quella direzione!
Songini cita l'esempio paradigmatico di Pedesina che fa comune con la sua trentina d'abitanti. In occasione delle ultime due/tre tornate elettorali amministrative, quindi per due/tre lustri, abbiamo ripetutamente proposto un Comune del Bitto (o Bittartano) per il territorio che va dall'abbazia di Vallate a Tartano e quindi aggregasse la città di Morbegno, Cosio, le Valli del Bitto, Talamona e la Val Tartano e facesse vivere l'istituzione dei municipi (anche per realtà importanti, come ad esempio Campovico, Sacco etc.) prevista dalle vigenti normative ma rimasta lettera morta. Un'azione civica “dal basso” che sarebbe stata certamente significativa per l'intera provincia. Ma al punto in cui siamo, e così a quel che si sa per il resto d'Italia, senza una norma che imponga una soglia tipo quella che indichiamo nel sondaggio (i 5.000 abitanti o magari anche i 10.000!) è chiaro che nulla mai potrà accadere.
Le Comunità montane, a suo tempo create con questa missione istituzionale, non solo hanno mancato e tradito lo scopo associativo, e ciò è attestato dalle successive modifiche normative che hanno dovuto inventarne di nuovi, ma si sono elefantiacamente ingrossate, di finanziamenti personale e strutture, senza peraltro alleggerire in alcun modo i comuni di compiti e gravami. Fino allo scandalo, qui sperimentato, di venire usate – pur non essendo diretta espressione dei cittadini – in contrapposizione ai comuni stessi, in un gioco di convenienze politiche che della democrazia non conserva più alcuna parvenza, nemmeno di forma.
Il discorso si fa complesso, ma ciascuno si è certamente già formato un'opinione al riguardo perché quotidianamente tutti abbiamo a che fare con questa realtà e con gli effetti concreti che produce. Questa è un'occasione per esprimerla. Col sondaggio e con i commenti che possono al riguardo essere fatti pervenire al giornale.
Con gli auguri per un anno che possa segnare l'avvio di un cambiamento. Buon 2007, cari lettori-navigatori!
Enea Sansi