Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
qui è l'inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà;
non c'è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace ascoltare le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose.
(da: Rainer Maria Rilke, Poesie, a cura di Giuliano Baioni, traduzione di Anna Maria Carpi, Einaudi, Torino, 1994, vol. I, pagina 93)