Come una candela, delicata, fragile, ma capace di donare la luce e addolcire l’oscurità.
Così ti ricordo e ti ricorderò per sempre, anima bella, pura e sensibile. Patrizia.
Sorella di tutti gli umani, amica di chi ragiona col cuore.
Dalle tue labbra usciva poesia, dai tuoi occhi immenso dolore per le sofferenze degli altri.
Hai fatto tuo il pianto di ogni essere vivente e hai patito con dignità ed empatia.
Hai scelto il verso come espressione di te.
Le tue liriche ti proiettano ora verso l’eternità.
La mia anima si riempie delle tue parole mentre gli occhi annegano tra le lacrime.
Ti vedo lì a salire “con le ginocchia alla casa di pietra”…
Scrivevi che ti “pesano sulla schiena tanti ultimi respiri”
E oggi quegli ultimi respiri pesano a noi che ti vediamo andare via.
In punta di piedi, in silenzio, come in silenzio hai vissuto.
Come un petalo di fiore, abbracciata dal vento, senza peso…
Sfuggi a chi ti ha amata.
Voglio che tu ora mantenga la tua promessa,
quando scrivevi:
“Diventerò il fantasma
Che si incontra
Si cerca
Si abbraccia
Sarò
Fiore innaffiato
Di luce
Sarò angelo
Di colore e fantasia
Su una terra
Distratta
Arida
Di desideri
Indifferente”.
Tua per sempre.
Asmae
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(05/06/2017) Si è spento qualcosa e non capisci il perché del cortocircuito. Una luce, una voce, un'amica: di più. Il buio non ha colore, ma è una realtà e fa impressione. Patrizia apparteneva alla mia storia e il sottrarmela è una ruberia inaudita, uno scippo non giustificabile, un atto vandalico e crudele. Fino all'ultimo si è preoccupata per me, per quel modesto, seppur maligno tumore, che le avevo confessato. Sorvolava sul suo problema, un grande atto d'amore. Oggi siamo in lutto, silenziosi e composti, sicuri di ritrovarla negli stupendi versi che scaturivano da una sensibilità superiore, da una presa di coscienza appassionata e intelligente che debbono ricordarci di averla amata, stimata, considerata una delle voci letterarie di altissimo spessore.
Ciao, cocca!
Eugenio, insieme a Flavia