Morbegno – Al terzo giorno di presenza in piazza, sotto l’Ospedale, per un’operazione di verità circa il bombardamento propagandistico fatto da Regione Lombardia in tutte le sue articolazioni, dal vertice politico all’apparto operativo delle sue aziende, sulla questione della soppressione del Pronto Soccorso e dell’avvio della riconversione dell’intera struttura in presidio ospedaliero territoriale, il comitato popolare – alla riapertura di primo mattino della ‘cabina di monitoraggio’ – ha così sintetizzato il punto, nel dazebao del giorno: “Maroni, chiudi la Comunità Montana non il Pronto Soccorso”.
– È inaudito e da non credere – diceva infatti uno, l’altro giorno, leggendo il pezzo del settimanale, lì affisso in bacheca, sull’apertura dello striscioncino del comitato all’apertura dei lavori dell’ultima assise di quell’ente – che proprio l’organismo amministrativo che in primis dovrebbe rappresentare e tutelare l’interesse di tutto il Morbegnese rimanga assente e completamente ignavo su una questione come questa.
– Ignavo, è vero – gli ribatteva quell’altro. – E nemmeno han fatto un tentativo di capire quel che sta succedendo. Oltre, naturalmente, quel che già è successo nel pregresso…
– Appunto – ribatteva il primo, tentando di concludere la lettura – questa sola vicenda, questo silenzio assordante e questa incapacità a svolgere un qualsiasi ruolo, magari anche di mediazione con i cittadini: per convincerli della giustezza delle scelte regionali, dimostrano che le Comunità montane dovevan già essere abolite da un pezzo.
Già, è da tempo che lo si è sentito dire dalla politica. Ma di fatti…
– Nisba!
– Ma anche i nostri sindaci, dai! – è il commento di una signora che si sta mangiando un bel gelato.
...Che poi, i Sindaci, sono sempre loro, eh. In CM come nella Conferenza dei sindaci, e nel comitato di rappresentanza della Conferenza, e nella Conferenza di zona per i servizi socio-assistenziali… e via intricando per intelaiature istituzionali sempre più complesse e astruse, e poi le province che non son più province. E che è ancora un Sindaco a fare il Presidente della provincia-non-più-provincia.
– E sì, – borbotta un signorotto, prendendo il volantino e dando subito l’idea di non volersi fermare per discutere – è trenta, vent’anni fa che bisognava intervenire…
E poi, oramai a distanza: – È quel bell’imbusto di Triaca, e quel che ha fatto qui a Morbegno… – E ormai più non c’è modo di sentire la prosecuzione della frase.
Andatosene, un socio di presidio fa all’altro, che aveva dato il volantino al passante ma che risiede da meno tempo in zona:
– Nota bene: quello, a quell’epoca, faceva… il Presidente della Comunità Montana!
Sorrisetto dell’amico, che intanto si appresta a porgere un altro volantino:
– ...Posso, signora?
– Il fatto è – diceva stamattina un altro, che è anche il segretario di sezione della Lega Nord di un paese del Morbegnese – che questi amministratori son quasi tutti giovani e non hanno esperienza diretta di quel che era ed è stato l’ospedale di Morbegno fino a trent’anni fa. Non sono come un sessantenne, che l’han... vissuto; loro l’han solo sentito raccontare… E quindi è diverso.
Il ‘nostro’, che non è un prevenuto e nemmeno un perdigiorno – Sono un imprenditore – dice infatti – faccio lavorare 15 persone… – il nostro, dicevamo, aveva sentito odore di strumentalizzazione politica. Perché gli avevan detto che “le cose eran a posto”, era venuto anche l’Assessore a spiegare per bene tutto quanto, era scritto anche sui giornali… E quindi s’immaginava che il comitato stesse, anzitempo, facendo campagna politica in vista del rinnovo amministrativo della primavera dell’altr’anno.
– Si sbaglia! – gli fa subito uno lì al presidio: – Qui son tutti implicati. E ci può importar di meno distribuire colpe e responsabilità: a noi interessa risolvere il problema.
Sta di fatto che è stato lì un bel tre quarti d’ora, ha parlato con una e poi con un altro “del comitato”. Ha visto e sentito che non eran dei barlafus nemmeno loro. Che parlavan con cognizione di causa, documentati; eran stati a sentirlo l’Assessore, loro: dal vivo, quand’è venuto a Sondalo. E avevan poi visto, e si eran letti, gli atti, le delibere… dell’azienda sociosanitaria e invece quella, di delibera, annunciata ma ancora non pubblicata a distanza di quasi un mese, della Regione...
– A be’, se le cose stan così – ha detto accingendosi ad andarsene, – voglio proprio parlare col Borromini… Perché la salute è al primo posto. Io ho scritto anche al Maroni, per contestare tutti quei milioni che danno per il Parco dello Stelvio. “Date tutti quei soldi” gli ho detto “e intanto qui la sanità va a scatasfascio”. L’abbiam visto e l’abbiamo sotto gli occhi, e intanto proliferano i privati. Cliniche di qua, cliniche di là..
– Le due cose son strettamente connesse – gli dice quella del comitato. – È la politica portata avanti per vent’anni da Formigoni, mentre “la sanità lombarda era l’eccellenza”, quella che “tutti ci invidiavano”. E adesso le cose stan proseguendo ancora così, su quella scia.
– Eh! Però. – Ritorna un attimo sui suoi passi per concludere: – Se il Bossi non avesse preso quella brutta malattia… Le cose non sarebbero andate a finire così.
Sta di fatto, e rimandiamo poi il tutto magari a un’altra cronaca, che anche ‘il Bossi’ le sue scelte le ha fatte, ai suoi tempi…
Salutiamo il nuovo amico e… alla prossima! – Qui cabina di monitoraggio, la palla passa a voi, cittadini... (Red.)