Pochi mesi fa, ottobre 2016, ci eravamo illusi che qualcosa si muovesse nella politica nazionale a favore dei Msna, sigla che identifica la nuova categoria sociale dei Minori stranieri non accompagnati, un secolo fa bambini dispersi raccontati da “L'Umanitaria per i profughi”. Il 29 marzo 2017, siamo stati travolti dalla “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale”. Il titolo identifica il senso della nuova normativa insistendo sul concetto che racchiude le politiche intese a proteggeree a contrastare.
Il Governo italiano vuole l'accelerazione dei procedimenti, tanto per rispondere ai doveri di protezione internazionale, quanto per fare in modo che il fenomeno dell'immigrazione illegale sia rigorosamente controllato e forse arrestato. Dalla fisionomia della Proposta di legge Zampa (04/10/2013) fortemente attenta ai minori non accompagnati e al loro “superiore interesse” (art. 3), passiamo ad una legge che mette insieme la prevenzione e la punizione, l'accoglienza e la sanzione, il bene e il diritto. Emerge il timore concreto che si scivoli dall'uno all'altro sistema, dal sistema della prevenzione a quello della punizione e viceversa, con una meccanicistica, e forse involontaria, ma di fatto inevitabile, in certe condizioni e situazioni, confusione di sistemi che i cosiddetti “vulnerabili” non potranno mai gestire in prima persona.
Il rischio della deriva è evidente in alcuni passaggi che generano interrogativi degni di attenzione. Leggendo nell'iter del DDL S. 2795, il testo appena approvato e tra breve legge, i Msna meritano il riferimento del Legislatore in frazioni di discussione parlamentare che aprono il fianco ad un dover essere di cui ancora si sa ben poco e su cui nulla sembra essere univocamente definito. La preoccupazione principale descritta come necessità del decreto-legge di “apprestare misure adeguate a definire sempre più celermente i procedimenti amministrativi innanzi alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale nonché i relativi ricorsi giurisdizionali in considerazione dell'aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale e delle impugnazioni giurisprudenziali, collegato alle crisi internazionali in atto” rende conto della situazione italiana che in tutte le Regioni ha visto dal 2013 al 2016 il vertiginoso incremento del lavoro dei giudici presso i vari Tribunali.
Si dice anche che “L'afflusso eccezionale di migranti impone, pertanto, di velocizzare da un lato i tempi di identificazione delle persone e dall'altro di ridurre i tempi di definizione delle procedure, tanto amministrative quanto giurisdizionali, volte ad accertare lo status di persona internazionalmente protetta per chi ne presenta domanda”. Questa affermazione contiene il nodo dei processi di accoglienza rigidamente dipendenti dalla burocrazia della forma amministrativa, unicamente riconoscibile e riconosciuta. Solo chi fa domanda entra nel circuito della protezione e nelle maglie larghe del sistema giudiziario, in caso contrario si entra nel girone degli illegali o potenzialmente illegali e nelle maglie strette del sistema giudiziario. Stare da una parte o dall'altra si capisce che può anche essere una questione di fortuna. Non ci sono certezze e non ci sono garanzie che l'arrivo in Italia conduca i Msna a presentare la domanda di legittimazione del proprio status.
Il richiamo iniziale alle tecniche di svolgimento del colloquio cita il metodo DCM usato dalla polizia norvegese per interrogare i minori e valutato positivamente dall'EASO, vale a dire dall'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Tale metodo risulta diffuso in Europa e fornisce i suggerimenti per instaurare un clima di fiducia in un ambiente percepibile come amichevole. L'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati raccomanda che i bambini siano “accompagnati e assistiti da adulti di fiducia durante l'intervista”, questi adulti sono individuati dalla nuova legge nel personale qualificato per preparazione e conoscenza delle dinamiche psicologiche di minori in stato di vulnerabilità e di disagio psico-fisico, nei funzionari con professionalità giuridico pedagogica, nel personale dei servizi sociali, nella figura del tutore e in quella del mediatore culturale in possesso dei codici linguistici e culturali adeguati. Gli accoglienti saranno passati al vaglio da dette figure di esperti.
I dati dell'UNHCR del 30 novembre 2016 registrano l'arrivo in Italia di oltre 27mila minori per i quali si attendono le modifiche di legge intese alla loro tutela su tutto il territorio nazionale. Nel frattempo il Governo si impegnerebbe “a garantire la promozione di piani di accoglienza familiare temporanea dei minori non accompagnati, che consentano il coinvolgimento delle famiglie resesi disponibili all'accoglienza, attraverso gli enti e associazioni qualificate ed esperte nell'ambito delle procedure di affido”. Lo spiraglio alla sistemazione dei minori dipende necessariamente dalle capacità locali di attivare l'accoglienza e la non dispersione dei minori con forme che se adesso vengono gestite sporadicamente, e non sempre organicamente, si prevede di meglio regolamentare con l'istituzione dell'Albo dei mediatori interculturali e dell'Albo delle associazioni di mediazione interculturale. Il passaggio all'istituzionalizzazione degli interventi dovrebbe introdurre professionalità e competenza. La materia appare finora trattata con molta buona volontà intesa a supplire alle carenze strutturali dell'accoglienza. La constatazione della scarsità delle risorse si dovrebbe superare con il sostegno ai Comuni accoglienti che potranno presto avere delle agevolazioni di imposta. Sempre in ordine al controllo sistematico della situazione si parla di istituzione del Sistema informativo nazionale dei minori non accompagnatipresso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Come si vede la legge corre ai ripari per arginare un flusso inarrestabile di minori, provenienti da diverse terre, non solo dal Mediterraneo, e che se identificati, nel passaggio attraverso le procedure, come “stranieri non accompagnati” avranno come primo bisogno quello di essere accompagnati nel più breve tempo possibile nella famiglia che li accoglie, nella scuola, nella comunità locale. Forse è presto per capire tutto e subito. Tuttavia, considerata la portata della legge appena licenziata, ci si aspetta che nel frattempo le cosiddette misure urgenti evitino la fuga dei minori non accompagnati in attesa di affido. Quali saranno effettivamente le prassi politiche nelle quali si concretizzerà l'impegno del Governo alla protezione dei Msna è un capitolo ancora tutto da scrivere. Chi lavora giornalmente con i bambini che arrivano da lontano, per scelta propria o altrui, in cerca di un presente migliore, sa sicuramente da dove cominciare per prevenire l'abbandono di chi sappiamo essere davvero tanto vulnerabile. Non possiamo lasciare in balia della complessità e della ingovernabilità persone e situazioni di cui talvolta siamo davvero bravi maestri.
Sandra Chistolini
» Approfondimenti nel pdf: Senato della Repubblica, XVII Legislatura, Fascicolo Iter DDL S. 2705 "Conversione in legge del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale 29/03/2017".